Per Lei Combattiamo
ESCLUSIVA #ILSQ – Gregucci: “La Lazio del -9? Eravamo uomini prima che professionisti”
Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua“, trasmissione radiofonica in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sulle frequenze 88.100 FM di Elleradio, che ha contattato in esclusiva Angelo Adamo Gregucci, amatissimo difensore che ha vestito la maglia della Lazio dal 1986 al 1993 e attuale allenatore della Casertana.
Angelo qual è stato il più bel momento da laziale che hai vissuto?
Il ritorno alle coppe europee dopo tanti anni. Arrivai in un momento complicatissimo per la storia della Lazio.
Inizialmente fummo retrocessi in C, poi per fortuna la squalifica fu ridotta ai famosi 9 punti di penalizzazione in Serie B. Fu un’impresa eroica. Ricordo a tutti che allora una vittoria valeva 2 punti. Equivaleva ad avere 5 partite da recuperare.
Come hai vissuto l’annata del -9?
La Lazio del -9? Eravamo uomini prima che professionisti.
C’era un grandissimo senso di appartenenza e devo dire che sono orgoglioso di aver fatto parte di quel gruppo.
Il personaggio della Lazio che ti ha lasciato di più?
Difficilissimo da dire. Ho avuto la fortuna di incontrare dei grandissimi uomini. Eugenio Fascetti, Maurizio Manzini, Giorgio Calleri, Giovanni Cragnotti, il fratello di Sergio.
Forse in assoluto potrei dire Bob Lovati, uno che ha impersonato la Lazio in tutto e per tutto.
Oltre ad aver allenato in Italia, sei stato vice di Roberto Mancini in Inghilterra. Quali sono le maggiori differenze tra il calcio italiano e quello inglese?
Sono due sport e due mondi diversi. Negli ultimi venticinque anni l’Italia è rimasta ferma dov’era. Eravamo i numeri uno al mondo, ci siamo seduti. Siamo molto indietro sulle idee, sui progetti, un po’ su tutto.
Dalle tue parole traspare una certa amarezza…
Purtroppo l’Italia non è un paese meritocratico. I personaggi che comandano il nostro calcio valgono un terzo di quelli che c’erano anni fa. Ci sono grandi personaggi come Paolo Maldini che sono stati congedati tra i fischi. Lo trovo vergognoso. Uomini del genere andrebbero valorizzati.
Qual è la tua proposta per cambiare le cose?
Ci vogliono ordine, merito e disciplina. Basta con i ladri, i banditi e i raccomandati. Questo è il modo per uscire da questa impasse.
Venendo all’attualità. Cosa ti aspetti da Fiorentina-Lazio?
Sarà una partita molto difficile. La Fiorentina ha un progetto interessante e innovativo. Negli ultimi tempi è stata molto sfortunata soprattutto negli infortuni dei suoi due attaccanti.
Angelo chiudi il tuo intervento come meglio credi…
Lancio un appello a tutto il mondo del calcio. Si deve lavorare sul senso d’appartenenza. Le partite le vincono gli uomini, non i giocatori.
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Champions League
Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”
Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.
Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.
I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.
Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.
Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.
E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto
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