Per Lei Combattiamo
Negro: “Giocare nella Lazio è stato un motivo d’orgoglio. Sullo Scudetto dissi ‘I miracoli esistono, quindi crediamoci'”
Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua“, trasmissione radiofonica in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM che, con la preziosa collaborazione del sito Laziopress.it, ha contattato Paolo Negro, difensore della Lazio campione d’Italia del 1999-2000.
Paolo c’è una vittoria alla quale ti senti più legato?
Ho avuto la fortuna di vincere tanto durante il mio periodo alla Lazio, ma penso che la Supercoppa Europea vinta a Montecarlo contro gli “Invincibili” del Manchester United sia stata l’apice della mia carriera.
Nella graduatoria dei giocatori con più presenze nella storia della Lazio, tu, sei al terzo posto dopo Wilson e Favalli. Inoltre hai vestito la fascia di capitano. Hai rappresentato davvero tanto per il nostro club…
Sono orgoglioso di questi dati e di aver scritto una pagina di storia importante. Per me giocare nella Lazio è stato un motivo d’orgoglio. Indossare la fascia di capitano poi…
Fu una soddisfazione incredibile.
Senti Paolo, ci sveli cosa pensavate 24 ore prima della vittoria dello Scudetto del 2000?
Pensavamo innanzitutto a vincere la nostra partita contro la Reggina. E poi speravamo in qualche buona notizia da Perugia. Devo ammettere che l’esperienza dell’anno prima, quando perdemmo il titolo contro il Milan, ci turbava. Ma eravamo i più forti e per fortuna tutto è andato bene.
Da leader del gruppo quale eri, cosa hai detto ai tuoi compagni?
Ricordo benissimo la frase che dissi in ritiro: “I miracoli esistono, quindi crediamoci”.
Ai nostri microfoni è intervenuto da poco il presidente Sergio Cragnotti. Puoi darci un tuo pensiero su di lui?
Cragnotti per me è IL PRESIDENTE. E’ stato un personaggio unico, che ha fatto crescere questa società in maniera esponenziale. Partì acquistando dei giovani di prospettiva come me e Favalli ed inserì via via campioni già affermati. La cosa che mi ha sempre colpito di lui è l’umiltà che ha. Si rapporta con le persone sempre con gentilezza ed eleganza.
Paolo sappiamo che hai sempre ammirato Paul Gascoigne. Che ricordo hai di lui?
Splendido. Era una persona molto generosa che probabilmente ha pagato cattive amicizie ed un eccesso di istintività.
Quello che fa rabbia è sapere che era uno dei più forti calciatori in assoluto e che non è riuscito ad esprimersi come avrebbe potuto. Personalmente lo ritengo uno dei più forti che abbia mai visto.
Qual era il compagno di squadra a cui eri più legato?
Senza dubbio Favalli. C’è stato e c’è tuttora un legame molto forte tra di noi. Anzi, spesso la gente ci confonde scambiandoci l’uno per l’altro!
Per chiudere, qual è stato il più forte giocatore che hai visto alla Lazio?
Beppe Signori. Era un attaccante immarcabile da cui ti potevi aspettare sempre di tutto. Un vero fuoriclasse.
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