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Lazio-Cagliari: Olimpico fortezza, ma in trasferta Zeman fa paura

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Mancano ancora poche ore, poi si torna in campo. L’obiettivo, è quello di conquistare i tre punti e riprendersi il terzo posto in classifica. La Lazio è pronta, nonostante i tanti dubbi sulla formazione. Difronte il Cagliari di Zeman. Come sarà il ritorno del boemo all’Olimpico? L’ultima volta ci aveva messo piede proprio contro quella che oggi è la sua squadra. Allora, allenava la Roma e fatale, era stata per lui, la sonora sconfitta interna per 4 a 2 contro i sardi. Questa sera però il maestro del 4-3-3 siederà sulla panchina ospite, in uno stadio colorato di biancoazzurro.

L’olimpico, dopo tanto tempo, torna a essere una fortezza per la squadra di Pioli. Finalmente giocare in casa mostra i suoi vantaggi. Il fattore stadio influisce, condiziona, carica. Nelle quattro gare casalinghe giocate quest’anno, la Lazio ha vinto quasi sempre. Unica battuta d’arresto il match contro l’Udinese di Stramaccioni. Stasera però la squadra di Pioli avrà difronte un Cagliari che ha ottenuto sin qui risultati migliori in trasferta che tra le mura amiche. Basti pensare che dei 9 punti collezionati, ben 7 arrivano lontano dal Sant’Elia.

Nella sfida contro i sardi però i numeri sono tutti a favore della Lazio. I biancocelesti hanno vinto contro i rossoblu cinque delle ultime sei sfide. Il loro ultimo bottino pieno risale al 29 ottobre 2009. In quell’occasione, proprio in Sardegna, bastò un gol di Matri per battere la squadra allenata da Ballardini. Sull’altra panchina, in quella stagione, sedeva un certo Massimiliano Allegri.

Dei 58 precedenti che hanno visto le due squadre affrontarsi, il club romano vanta la vittoria di 27 incontri contro i 17 in favore dei sardi. Soltanto 14 le occasioni nella quali la sfida si è chiusa con un pareggio. Pareggio che non arriva da ben 15 confronti. La vittoria più ampia del Cagliari sulla Lazio è datata 25 gennaio 2009. La doppietta di Jeda, un rigore di Acquafresca e un’imbeccata di testa del solito Matri fecero capitolare i biancocelesti, allora allenati da Delio Rossi. A difendere i pali della formazione di Allegri, Federico Marchetti. Quel Marchetti che parò il rigore a Zarate. Quel Marchetti che oggi è un punto fermo delle aquile.

Insomma i numeri sembrano sorridere alla Lazio, che insieme ai suoi tifosi sogna di arrivare in alto. Ma Mister Zeman sa incutere timore, sa far girare palla, sa aspettare e poi ripartire.

Lazio- Cagliari, stadio Olimpico, ore 21.00. La gara di questa sera promette spettacolo.



 


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Il Messaggero | Retegui e Immobile, il doppio duello

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Ciro e Mateo, nemici o amici? Mentre Immobile è costretto a dire di no per la quarta volta di fila alla Nazionale a causa degli infortuni, l’Italia scopre Retegui. “Chapita”, soprannome dovuto al padre (e agente) Carlos José detto “Chapa”, ha messo la firma nelle sue prime due partite in azzurro facendo prendere una mezza rivincita a Mancini. Descritto come una copia del primo Batistuta, tegui ha dimostrato di saper farsi sentire dentro l’area, ma il ct ha volato basso: «Ha bisogno di tempo, ma sicuramente fa gol ed è importante per un centravanti». Al Mancio avrebbe fatto comodo avere a disposizione Immobile, ma il solo Ciro non basta. Ecco quindi che si fa strada la candidatura del 23enne Mateo, argentino dalle origini siciliane (Canicattì). Messi alle spalle i momenti difficili col Boca Juniors e le parentesi all’Estudiantes e al Telleres, la svolta per la sua carriera è arrivata a febbraio scorso. Anche il Tigre lo prende in prestito per sostituire Pablo Magnin, ma a suon di gol (19) Retegui lo trascina nella Copa Sudamericana dopo nove anni. Scommessa vinta dal presidente del club di Vitoria, Ezequiel Melaraña, pronto a riversare nelle casse del Boca 2,4 milioni di dollari per assicurarsi la metà del cartellino del giocatore, valutato 20 milioni. A furia di segnare, per Mateo – adocchiato oltre due anni fa anche dall’agenzia di Totti – ora c’è la fila e tra i club interessati è emersa la Lazio. A Formello si sta ragionando su come intervenire in attacco dopo i tanti ko di Immobile. Con l’età che avanza, il capitano – costretto a saltare dodici partite quest’anno – comincia ad aver bisogno di rifiatare, e l’idea di un colpo importante in prospettiva futura fa gola. Di certo un aiuto arriverebbe con un piazzamento alto in classifica e l’eventuale qualificazione in Champions League. Milioni da riversare sul mercato per completare la rosa di Sarri alleviando la dipendenza da Ciro. L’unico dubbio risiederebbe nella capacità di quest’ultimo di dividere la luce dei riflettori sia nel club che nella Nazionale. Il ds Tare da tempo ha bloccato Sallai del Friburgo, ma la variabile Retegui potrebbe stravolgere tutto.

ASTA ITALIANA – Su Mateo sono piombati anche Atletico Madrid, Napoli e Roma, ma in prima fila c’è l’Inter. In attacco sarà rivoluzione nella prossima stagione sia che resti Inzaghi sia che si decida di virare su Antonio Conte (o un altro profilo): Lukaku tornerà al Chelsea (da valutare se si possa riaprire una trattativa, dipende dal prossimo allenatore), Correa sarà ceduto e Dzeko è in stand by. Salvo offerte monstre, dovrebbe restare Lautaro Martinez, mentre resta il rimpianto per Dybala, ma Retegui potrebbe rinforzare la rosa interista. «La sua testa è totalmente rivolta al Tigre e alla Nazionale. Deve restare tranquillo e mantenere i piedi per terra: non deve pensare ad altro che a imparare e migliorare», le parole del padre. Il club di viale Liberazione però ha un asso nella manica: Facundo Colidio. Acquistato nel 2017 a peso d’oro dal Boca Juniors, l’argentino ha un anno in meno di Retegui e gioca in prestito proprio al Tigre. Beppe Marotta non vuole farsi scappare una grande occasione e punta a uno scambio per chiudere un’operazione in stile Lautaro. Per Retegui sarebbe un importante salto di qualità. Fondamentale per la crescita e per l’attacco di Roberto Mancini. Il Messaggero/Valerio Marcangeli e Salvatore Riggio

 


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