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Alvaro delle Vedove: “Gazza era un personaggio unico, uno di quelli che porto nel cuore”
Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua“, trasmissione radiofonica in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM che ha contattato Alvaro Delle Vedove, lo storico tifoso della Lazio rimasto vittima di un incidente l’11 marzo del 2005, il giorno in cui ci fu la famosa manifestazione davanti all’Agenzia Delle Entrate.
Alvaro innanzitutto grazie di essere intervenuto. Senti, da grande tifoso che ha vissuto tanti anni di Lazio, qual è stato il momento più bello per te?
Senza dubbio porto nel cuore il viaggio che organizzammo con tutti i ragazzi della Curva per andare a Londra da Gascoigne. Ricordo che passammo insieme una serata in un pub. Potete immaginare cosa sia successo… Gazza era un personaggio unico, uno di quelli che porto nel cuore.
Ci racconti un aneddoto sui tuoi anni di tifo?
Ne ho vissute tante di situazioni, ma mi fa sorridere quando ripenso a quando tornò Giorgio Chinaglia dall’America in veste di presidente. Ricordo che ero a San Benedetto del Tronto. Presi la moto e guidai di notte sotto un’acqua battente!
I personaggi a cui ti senti più legato in assoluto?
Chinaglia, Gascoigne e Di Canio. Con Paolo poi abbiamo instaurato un’amicizia anche oltre la Lazio. Vi svelo un retroscena di quando ero ricoverato in coma al CTO, dopo la disavventura che ebbi davanti all’Agenzia delle Entrate. La prima persona che vidi quando aprii gli occhi fu Paolo che mi aveva portato la sua maglia con dedica.
Alvaro quando è cominciata la tua passione per la Lazio?
A 4 anni. Mio padre mi portò allo stadio a vedere Lazio-Milan. Vincemmo 1-0 con gol di Selmosson. C’era lo stadio pieno, oltre 80.000 persone. Mi innamorai subito di quei colori.
Come ti sei avvicinato invece al mondo della Curva?
Fu istintivo. Prima i tifosi della Lazio stavano in Curva Sud nel settore Ultras, poi con l’avvento degli Eagles Supporters ci spostammo in Nord. E’ stata la mia casa fino a 10 anni fa, quando ho dovuto abbandonarla per quello che mi è accaduto. Ora vado in tribuna Tevere e porto ancora il mio solito striscione “Vecchia Guardia”.
Ti è piaciuta la manifestazione “Di Padre in Figlio” dello scorso 12 maggio?
Moltissimo. Ho rivisto tanti amici. E’ stata una serata incredibile e non nascondo che ho pianto dall’emozione. Non c’è niente da fare… Essere laziali è troppo bello. E’ una sensazione indescrivibile.
Cosa ti senti di dire alle giovani leve del tifo biancoceleste?
Di stare sempre vicino alla Lazio, al di là delle contestazioni che possono essere anche giuste. Il presidente Lotito deve capire che il tifoso è la vera bandiera, ma i tifosi devono sostenere la squadra a prescindere, perchè niente e nessuno può toglierci l’emozione di essere laziali.
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Lazio-Celtic, Gila in mixed zone: “Abbiamo risposto sul campo, penso che il mister possa essere soddisfatto”
Nel post partita di Lazio–Celtic il giocatore biancoceleste Mario Gila è intervenuto in mixed zone:
“Giocare oggi è stata una soddisfazione molto grande, soprattutto per la vittoria della squadra dopo la partita di Salerno. Oggi avevamo bisogno dei tre punti e ora aspettiamo la vittoria di Madrid per la qualificazione. Sono contento per la mia prestazione, dopo che è passato tanto tempo senza giocare, però sono momenti dove ti devi preparare e devi seguire per essere pronto. Mi sento bene anche se non sono ancora nella mia condizione fisica perfetta. Sarri chiedeva un po’ di personalità e voglia di giocare durante la partita e penso che noi abbiamo risposto bene anche rispetto alla squadra che abbiamo affrontato oggi. Credo che l’allenatore possa essere contento.
Ci sta mancando ancora la continuità ma queste opportunità vanno sfruttate. A livello difensivo rispetto all’inzio dell’anno penso che abbiamo ritrovato un po’ di solidità difensiva, anche se non siamo ancora la squadra dello scorso anno. Dobbiamo fare ancora un po’ di strada. Rispetto alla gara di Salerno la squadra era più pronta e una prestazione di questo livello migliora molto la situazione. A livello personale mi sento meglio. Ora sento che posso avere più opportunità e minuti, se esistono gerarchie potrei avere più opportunità”.
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