Esclusiva
[ESCLUSIVA] Cristiano Lombardi: “Candreva un maestro d’eccezione, mi basterebbe fare il suo vice”
TRAPANI – Classe 1995, dotato di grande grinta, rapidità e senso del gol, Cristiano Lombardi nasce a Viterbo il 19 agosto. Dopo l’esperienza di un anno nelle giovanili del Siena, nel 2011 entra a far parte degli Allievi della Lazio. Con la maglia biancoceleste si guadagna sul campo un posto da titolare nel campionato Primavera. E’ uno dei punti fermi della formazione di mister Simone Inzaghi. Tanti sacrifici, tutti i giorni, insieme a papà Ezio, per arrivare da Viterbo al campo d’allenamento. Ma anche tante soddisfazioni. Lo scudetto e la Coppa Italia di categoria oltre a qualche panchina con la prima squadra. Un giovane pieno di talento, che ha ancora tutto da dimostrare, ma su cui la Lazio punta fortemente e che ha deciso di blindare per i prossimi 5 anni. Da questa stagione si misura con i grandi. La società ha infatti deciso di mandarlo in prestito in Serie B, a Trapani. Insomma, si fa sul serio, in un campionato difficile e pieno di grandi nomi. La strada è tutta in salita, ma Lombardi ci crede davvero e spera presto di tornare a vestire la maglia che più ama, quella biancoceleste. In esclusiva per Laziopress.it il giovane attaccante ha raccontato l’esperienza che sta vivendo.
Stai disputando il campionato di Serie B. In molti dicono che c’è grande differenza tra la Primavera e una competizione come quella con cui ti misuri oggi. Tu come la stai vivendo e hai fatto fatica ad ambientarti?
“Effettivamente la differenza c’è, ma io ho avuto la fortuna di fare il settore giovanile in una società importante come la Lazio. In questi due anni abbiamo dominato con la Primavera. Per quanto riguarda il tasso tecnico non ho trovato chissà quanta disparità, ma probabilmente perchè vengo da un club che mi ha preparato bene. La cosa principale alla quale ci si deve abituare invece è il ritmo di gioco e l’esperienza di coloro che ti trovi davanti. Noi giovani però abbiamo la fortuna di poter guardare ai più grandi e imparare da loro. Dobbiamo imparare in fretta”.
A proposito di grandi da cui rubare con gli occhi. Tu lo scorso anno ti allenavi spesso con la prima squadra della Lazio. Quale calciatore ti ha dato i migliori consigli e da chi hai potuto imparare di più?
“Sicuramente, avendo il suo stesso ruolo, mi rifacevo molto a Candreva. Guardavo sempre lui. Anche perchè spesso nelle esercitazioni tattiche ci trovavamo a essere vicini. Un maestro d’eccezione dal quale si può imparare molto. Credo che in Italia, in quel ruolo, meglio di lui ci sia ben poco. Sono stato fortunato a poterci lavorare”.
A Trapani esordio con gol. Contro il Cittadella sei entrato e hai realizzato la rete che ha permesso alla tua squadra di vincere. Che emozione hai provato?
“E’ stata un’emozione indescrivibile. Venivo da uno stop dato che nelle prime due giornate scontavo ancora la squalifica dello scorso anno. Aspettavo con ansia di poter scendere in campo e alla prima occasione in cui ero a disposizione il mister mi ha dato fiducia e mi ha inserito. Dopo 8 o 9 minuti dal mio ingresso sono andato in gol e ho permesso alla squadra di vincere. Sono soddisfazioni uniche, che ti ripagano di tutto il lavoro e il sacrificio della settimana”.
Tra le file del Trapani hai ritrovato un ex laziale come te, Enrico Zampa. Anche di lui si era parlato parecchio, ma già da qualche anno non veste più la maglia biancoceleste. Il tuo obiettivo qual’è? Pensi che possa bastare un solo anno di B e poi tornare a Roma o ce ne vorranno di più?
“Spero di tornare alla Lazio il prima possibile. Ho passato lì 4 anni nei quali mi sono innamorato di Roma, ma soprattutto della maglia biancoceleste. Però mi rendo conto che non sarà una cosa semplice. Tornare alla Lazio vorrebbe dire aver dimostrato molto in questi anni che dovrò fare in Serie B. Mi auguro che possa essere uno solo, ma se dovessero essere di più affronterò tutto il percorso al massimo e con serenità”.
Davanti a te nella Lazio però, come dicevi anche tu, ci sarebbe Antonio Candreva. Uno dei più forti in quella posizione
“Mi basterebbe bene essere il suo vice. Sarebbe già questa una soddisfazione importante”.
So che anche da lontano segui sempre con passione la Lazio. Pensi che l’obiettivo terzo posto sia alla portata?
“La squadra mi sembra ottima. Stanno dimostrando che tecnicamente se la possono giocare con molte grandi del nostro campionato. Al terzo posto quest’anno ambiscono in molti. Milan, Napoli o anche squadre che stanno facendo meno bene come l’Inter o la Fiorentina comunque puntano alla Champions. La Lazio però farà di tutto per arrivarci, perchè tornare nell’Europa che conta è fondamentale, soprattutto per i suoi tifosi”.
Sei arrivato a Trapani in prestito. Che rapporti hai invece con la società biancoceleste?
“Dalla Lazio sono sempre stato trattato con i guanti. Non ho mai avuto alcun tipo di problema con nessuno. Ho un ottimo rapporto con il Direttore Tare, con il quale abbiamo sempre ragionato all’unisono. A giugno ho rinnovato il contratto che mi lega per 5 anni alla Lazio. Mi hanno fatto il primo contratto a 16 anni e mi hanno sempre dimostrato che su di me ci puntano. Insomma, sia io, che loro, speriamo in un ritorno insieme il più presto possibile”.
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ESCLUSIVA | 26maggio, Crecco: “Giornata unica, io mi ero affidato a Radu”. E su Sarri…
26 maggio 2013, una data indimenticabile. Sono passati 10 anni dal giorno in cui la Capitale ha visto le due compagini della Città contendersi il trofeo più importante della storia calcistica capitolina: la Lazio ha battuto la Roma 1-0 nella finale di Coppa Italia con un gol di Lulic al 71esimo. Parole che a distanza di tempo risuonano come un mantra: tutti ricordano dov’erano il giorno del derby, come hanno vissuto l’attesa e come sono stati i festeggiamenti. Tutti ricordano la tensione e la gioia smisurata. E a raccontare i dettagli di quella giornata memorabile è stato uno dei protagonisti di quella rosa: Luca Crecco, all’epoca giovanissimo, ha alzato al cielo la Coppa da calciatore e da tifoso, un binomio che ha reso quei momenti ancora più emozionanti.
Stamattina aprendo i social si può notare che impazza un trend…
“E’ tutto biancoceleste. In verità è da un po’ di giorni che è così, da quando la Società ha iniziato a ricordare attraverso i video la marcia di avvicinamento a quella finale. Bellissimi i social colorati in questo modo“.
E il risveglio del 26 maggio di 10 anni fa com’è stato?
“E’ stata una giornata che non dimenticherò mai. Viverla in quel modo, da laziale, non ha prezzo. Ricordo ogni minimo istante, soprattutto il triplice fischio quando siamo corsi tutti in campo. Il giorno dopo, appena sveglio, ancora non avevo realizzato cosa fosse accaduto. Avevamo passato una serata fantastica, con i festeggiamenti in pullman fino a tardi. Giornata unica“.
Eri il più giovane della rosa del 26 maggio, chi è stato il calciatore che ti ha fatto da guida in quei giorni?
“Ero un ragazzino, avevo 17 anni, ero al mio primo anno in pianta stabile in prima squadra. Ricordo che c’era una tensione incredibile e ogni calciatore stava un po’ sulle sue, era una partita troppo sentita. Avevo legato, oltre che con Strakosha che era salito con me dalla Primavera, con Radu, che mi ha sempre aiutato in tutto e mi ha fatto crescere anche come uomo. Mi ero affidato molto a lui, ma anche lui sentiva tanto la partita“.
La partita l’avete cominciata a sentire già dalla semifinale vinta con la Juventus?
“Il pensiero del derby è arrivato dopo. Archiviata la gara con la Juve abbiamo solo pensato ai festeggiamenti, perché avevamo ottenuto la finale superando una squadra fortissima. E come l’abbiamo superata poi, all’ultimo minuto. Ritrovarsi in finale la Roma è stato un bel colpo, ma tutto bene quel che finisce bene“.
Passando all’attualità, la Lazio di oggi era preventivabile vederla in questa posizione di classifica?
“Ci speravo. La squadra è collaudata ormai da anni, alcuni calciatori giocano insieme da tempo e si conoscono bene. Quest’anno si è vista davvero una Lazio importante, la mano di Sarri è statafondamentale“.
Ci vedremo presto a Roma?
“Al momento sono a Roma e domenica sarò all’Olimpico, a Formello un domani chissà… è difficile, ma la speranza è l’ultima a morire“.
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