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Cravero: “Lazio, credici: Puoi battere la Juve”

jacoposimonelli@yahoo.it'

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cravero

Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua”, trasmissione radiofonica in onda tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM, che ha contattato Roberto Cravero, difensore della Lazio dal 1992 al 1995. Attualmente Cravero è uno dei più importanti commentatori televisivi di Mediaset.

Roberto tu eri un difensore molto elegante, ma hai sempre
fatto un discreto numero di gol.

“Sì, mi piaceva molto iniziare l’azione, proseguirla e
cercare di concluderla. I difensori di oggi si limitano a
dare la palla ai centrocampisti e si fermano. Questa toglie
imprevedibilità all’impostazione dell’azione”.

Hai visto crescere accanto a te il più forte difensore
laziale di tutti i tempi, Alessandro Nesta.

“Ricordo che mi impressionò subito. Fece dei miglioramenti
esponenziali nel giro di due mesi. Iniziò ad aggregarsi a
noi alla fine della stagione 1993-94 e si presentò
all’inizio dell’annata seguente quasi da giocatore già
formato. Non appena acquisì sicurezza ed esperienza
diventò un numero uno assoluto”.

Cosa ricordi dei primi periodi alla Lazio?

“Il mio arrivo coincise con l’inizio dell’era Cragnotti. La
Lazio veniva da anni bui. Il primo obiettivo che ci
prefissammo fu l’approdo in Coppa Uefa. Ci tengo a precisare
che la Coppa Uefa di allora non è minimamente paragonabile
all’Europa League di adesso. A quei tempi era giocata dalle
squadre che arrivavano seconde in campionato, oggi ci trovi
squadre che sono arrivate quinte o seste. Centrammo
l’obiettivo e da lì partì la grande epopea cragnottiana”.

Cosa pensi di Sergio Cragnotti?

“Un grandissimo presidente. La sua forza fu il progetto. Non
prese subito dei grandissimi campioni, ma mise in moto un
meccanismo di crescita continua e costante negli anni, che
permise alla Lazio di arrivare in cima al mondo. Noi,
acquisti della prima ora, fummo il tramite tra il prima e il
dopo”.

Alla Lazio hai avuto due allenatori, Zoff e Zeman.

“Zoff è uno dei miei miti in senso assoluto. Ho una sorta
di venerazione nei suoi confronti. Un allenatore che sapeva
quello che voleva e che non aveva paura di confrontarsi,
anche a muso duro, con nessuno. Zeman era molto diverso con
noi rispetto alle sue apparizioni pubbliche. Era simpatico e
scherzoso. Certo, il lavoro che ho fatto con lui,
soprattutto sotto il punto di vista fisico, non me lo
scorderò mai (ride, ndr). Diciamo che ci mise a dura
prova. Calcisticamente non posso che parlarne bene”.

Sappiamo che hai sempre stimato Paul Gascoigne. Che ricordo
hai del periodo vissuto insieme alla Lazio?

“Era uno dei miei idoli. E’ stato il più forte giocatore
con cui abbia giocato. Mi dispiace che l’Italia non abbia
potuto ammirare completamente quello di cui era capace. Noi
che lo vedevamo in allenamento restavamo estasiati.
Purtroppo tra infortuni e cattive amicizie ha un po’
sprecato il suo talento. Tengo a precisare una cosa però.
Gazza era un grande professionista in allenamento. Si
impegnava come tutti e lavorava sodo. Il suo problema era
solo fuori dal campo”.

Roberto sei rimasto molto legato alla Lazio, anche se
sappiamo che tifi per il Torino, squadra per cui hai
rappresentato molto.

“Assolutamente. Non nego che sono un tifoso granata. Sai, il
tifo si sceglie da bambino e io da bambino ero del Torino.
La squadra di calcio è una delle poche cose che non si
possono cambiare. Ti confermo che sono un simpatizzante
laziale e ti svelo una cosa che forse non ho mai detto a
nessuno: mio figlio Alessandro è un tifosissimo della
Lazio”.

Senti Roberto sabato c’è Lazio-Juventus. Che partita ti
aspetti?

“Se la Lazio torna quella che abbiamo ammirato prima di
Empoli può mettere in seria difficoltà la Juventus.
Certo sarà dura fermare Tevez lì davanti, ma con una
partita attenta e giocata al 110% nulla è escluso”.

 


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La Repubblica | I biancocelesti puntano sull’effetto-Provedel

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Come riportato da La Repubblica, stasera contro il Monza Immobile sarà titolare nel tridente offensivo. A centrocampo vedremo per la prima volta Guendouzi nella formazione iniziale (al posto di Kamada), poi staffetta in regia tra Cataldi e Rovella; Luis Alberto intoccabile nel ruolo di mezzala-play-rifinitore-tutto. Il pubblico dell’Olimpico dedicherà un applauso speciale a Provedel, eroe martedì in Champions. Peccato che siano stati venduti appena cinquemila biglietti, i tifosi protestano per il caro prezzi.

fraioli proietto

Approvato intanto il bilancio al 30 giugno 2023, il quinto di seguito chiuso in perdita: -29,5 milioni. Negativo anche il patrimonio netto (38,04 milioni), ma la società rassicura perché il prossimo anno, visti i ricavi della Champions, del secondo posto e le altre entrate previste, i conti torneranno in equilibrio. Aumenta il fatturato, ora a quota 148,33 milioni, con un incremento di 13,08 milioni rispetto allo stesso periodo della stagione precedente.

 


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