Per Lei Combattiamo
Marchegiani: “Il successo più importante in assoluto è stato a Montecarlo contro il Manchester United”
Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua”, trasmissione radiofonica in onda dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM, che ha contattato Luca Marchegiani, il portiere dei tanti successi della Lazio targata Cragnotti.
Luca tu sei stato uno dei primi grandi acquisti della Lazio di Cragnotti. Che ricordi hai di quel periodo?
Splendidi. Ho passato degli anni molto intensi alla Lazio.
Arrivavo dal Torino già da giocatore importante, dato che ero uno dei due portieri della Nazionale. Ho avuto la fortuna di continuare a crescere insieme alla squadra e di togliermi parecchie soddisfazioni. Purtroppo non tutti i personaggi che lo avrebbero meritato sono riusciti ad alzare qualche trofeo. Mi riferisco in particolare a Beppe Signori.
Per me è stata un’ingiustizia che uno come lui non abbia vinto nulla con la Lazio.
Anche negli anni precedenti alle vittorie la squadra era fortissima. Cosa vi mancava?
Credo che ci mancasse un po’ di convinzione nei nostri mezzi. Proprio l’altro giorno parlavo con Zeman del secondo posto del 1994-95. Se andiamo a vedere i nomi che componevano quella squadra, penso che non le mancasse niente per lottare per il titolo. La sicurezza in noi stessi è arrivata con il tempo e credo che noi della vecchia guardia fummo decisivi nel creare un punto d’incontro tra la prima Lazio di Cragnotti e quella che a fine anni ’90 iniziò a vincere qualunque cosa.
Secondo te qual è stato il successo più importante in assoluto?
La Supercoppa Europea vinta a Montecarlo contro il Manchester United. In quel momento la Lazio arrivò davvero sul tetto del mondo, consacrandosi come una delle squadre più importanti su scala mondiale.
Tutti noi ricordiamo con grande affetto la parata del rigore a Giannini nel Derby del 6 marzo del 1994. Ci racconti come hai vissuto quel momento?
Con grande concentrazione. L’anno precedente, quando giocavo nel Torino, Giannini mi fece tre gol, tutti su rigore. Avevo voglia di invertire la tendenza e Giannini non stava vivendo un bel periodo. Per fortuna andò bene. Fu una grande liberazione. Per un portiere, parare un rigore, è come quando fa gol un difensore. Parare quel rigore mi diede tanta fiducia e fu bello far contenti i tifosi.
Hai avuto un grande secondo portiere come Marco Ballotta.
Che rapporto avevi con lui?
Ottimo. Secondo me Marco era perfetto per fare il secondo portiere. Riusciva ad entrare subito in partita, cosa non scontata, vista la delicatezza del ruolo. Aveva un’estrema serenità e tranquillità quando entrava in campo e infondeva fiducia nell’intero reparto difensivo.
Domani c’è Chievo-Lazio. Tu hai giocato in entrambe le squadre. Cosa ti aspetti dalla partita?
Innanzitutto ti dico che secondo me il Chievo non è più la bella realtà di qualche anno fa. Se pensiamo ai tanti giocatori che sono passati per Verona nel recente passato, da Corradi a Perrotta, e confrontiamo il modo di giocare che aveva con quello che ha ora, penso che sia visibile il ridimensionamento. Aver perso un grande Direttore Sportivo come Giovanni Sartori poi non aiuta. Venendo alla partita, penso che la Lazio abbia tutte le possibilità di farla sua, a patto che se la giochi a viso aperto come ha fatto finora in campionato. Secondo me la squadra di Pioli è fra quelle che hanno espresso il miglior calcio. Non deve giocare pensando di gestire la partita, perchè abbiamo visto che appena abbassa i ritmi va in difficoltà.
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CorSera | Lazio, da Chinaglia a Provedel: cercasi marcatore n. 100
Il primo è stato Chinaglia, l’ultimo Provedel. Giorgione rimontò l’Arsenal con una doppietta negli ultimi 5 minuti in Coppa delle Fiere, all’Olimpico finì 2-2 l’esordio della Lazio nelle (vere) coppe europee moderne. Era il 16 settembre 1970. Il portiere friulano, 15 giorni fa, ha infilato di testa al 95’ il collega Oblak per acciuffare l’1-1 con l’Atletico Madrid.
Il prossimo, magari già stasera al Celtic Park, può essere il 100° laziale diverso capace di segnare un gol europeo: ma attenzione, deve essere uno di quelli che non l’hanno mai fatto con questa maglia, quindi un nuovo acquisto (Castellanos, Guendouzi, Isaksen, Kamada, Rovella) oppure uno di quelli che non sono entrati nei tabellini di EL e Conference (Casale, Gila, Hysaj, Pellegrini, Romagnoli).
In 12 hanno già «timbrato» in biancoceleste: naturalmente Immobile, che con 22 gol europei ha anche questo record, poi Felipe Anderson che ne ha segnati 9, Pedro 4, Luis Alberto 3, Vecino 2 e con una rete a testa Basic, Cataldi, Lazzari, Marusic, Patric, l’incredibile Provedel e Zaccagni. Ciro è a +2 su Inzaghi nel totale, 22 a 20, ma lo insegue da lontano (5 a 15) se si parla solo di Champions. Felipe è 8° all time (con Claudio Lopez, Parolo e Salas) a -1 da Casiraghi, -2 da Chinaglia e Kozak, -3 dal 3° posto di Nedved e Rocchi. I gol della Lazio in Europa sono stati finora 356, i trofei conquistati 2 (Coppa Coppe e Supercoppa, nel 1999). Corriere della Sera/Massimo Perrone
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