Per Lei Combattiamo
Al Bentegodi trionfa la noia: la Lazio non sa più vincere
Nemmeno il campo “amico” del Bentegodi, dove la Lazio vinceva da 7 gare consecutive, è riuscito a far risorgere gli uomini di Pioli. I biancocelesti, infatti, non sono mai riusciti a creare seri pericoli alla porta difesa da Bizzarri, se non con un tiro da lontano di Mauri e un colpo di testa da parte di De Vrij nel finale, deviati miracolosamente in angolo dall’ex di giornata. Un pareggio che lascia dunque l’amaro in bocca a Candreva e compagni, che dominano nel punteggio degli angoli -13 a 1- ma continuano a rimandare l’appuntamento con il ritorno alla vittoria (l’ultima un mese fa contro il Cagliari, ndr) e per la seconda gara consecutiva non trovano il gol: numeri che non possono combaciare con una squadra che sogna il terzo posto. Se Pioli vede il bicchiere mezzo vuoto, Maran non può che vederlo pieno: il Chievo da quando ha cambiato il marinaio naviga in acque sicure.
PRIMO TEMPO. Pioli non regala sorprese e presenta il solito 4-3-3 con Mauri e Candreva a rimorchio di Djordjevic, Gonzalez al posto dello squalificato Lulic e Radu centrale accanto a De Vrij. Maran presenta invece un solido 4-4-2, con Paloschi e Meggiorini davanti. I capitolini partono forte, sembrano voler imporre il proprio ritmo: mai pensiero fu più errato. Nei primi 45′ l’unica emozione è una bella sponda al volo di Mauri per l’accorrente Parolo che di prima manda di poco al lato della porta difesa da Bizzarri. La Lazio colleziona solo angoli e il Chievo si limita a gestire quel punto che muoverebbe ulteriormente la sua classifica.
SECONDO TEMPO. Nella ripresa la musica non cambia, anzi peggiora. Gli uomini di Pioli fanno girare lentamente la palla, continuando nella loro collezione di angoli, purtroppo inutili.
Al 61′ il tecnico emiliano prova la mossa a sorpresa: fuori un poco preciso Candreva, dentro Felipe Anderson. Il brasiliano ci mette voglia ma il suo apporto in questa partita si rivelerà insignificante negli annali. Dieci minuti più tardi, al 72′, arriva il primo tiro in porta del secondo tempo: cross di Gonzalez, sponda di Parolo di petto e botta al volo dai 20 metri di Mauri che trova Bizzarri attento. Pioli ci crede, così toglie prima il capitano laziale per Keita e poi Djordjevic per Klose. Ma l’unica pericolo che riuscirà a creare sarà solo un imperioso colpo di testa da parte di De Vrij che esalterà i riflessi dell’estremo difensore dei clivensi.
TABELLINO
Chievo Verona (4-4-2):Bizzarri; Frey, Gamberini, Cesar, Zukanovic; Izco, Radovanovic, Hetemaj, Birsa(81’Bellomo); Paloschi (83′ Maxi Lopez), Meggiorini (67′ Pellissier).
A disposizione: Bardi, Seculin, Dainelli, Biraghi, Edimar, Mangani, Cofie, Maxi Lopez, Lazarevic, Bellomo, Botta, Pellissier, Lopez. All. Maran
Lazio (4-3-3): Marchetti; Basta, De Vrij, Radu, Braafheid; Gonzalez, Biglia, Parolo; Candreva (59’F.Anderson), Djordjevic (82’Klose), Mauri (73′ Keita).
A disposizione: Berisha, Strakosha, Cana, Konko, Novaretti, Ederson, Ledesma, Onazi, F.Anderson, Klose, Keita. All. Pioli
Arbitro: Luca Banti (sez. Livorno);
Assistenti: De Luca , Di Liberatore;
IV Uomo: Stefani;
ADD1: Giacomelli;
ADD2: Minelli;
Note: Ammoniti Cesar (CV)
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Champions League
Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”
Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.
Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.
I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.
Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.
Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.
E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto
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