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[ESCLUSIVA] Martina (ag. Buffon ed ex Lazio e Varese): “Gigi è onorato del suo rapporto con i tifosi della Lazio”
Domani alle 16 è in programma il quarto turno eliminatorio di Coppa Italia, che vedrà di fronte Lazio e Varese. Sulla carta sembra una gara già decisa ma il calcio sa sempre riservare sorprese.
Così la nostra redazione ha sentito in esclusiva Silvano Martina, alla Lazio dal 1987 al 1989 e doppio ex della sfida di domani.
Domani Lazio-Varese, gara già decisa in partenza?
“Sicuramente la Lazio è favorita. Gli uomini di Pioli possono ovviamente portare a casa la vittoria. Inoltre il Varese penserà al campionato, vista la sua classifica precaria, soprattutto dopo la penalizzazione”.
Che ricordi ha dei suoi due anni alla Lazio?
“Ho ricordi bellissimi, sono onorato di far parte di questo grande club. Furono due stagioni molto intense, eravamo un’ottima squadra”.
In quella squadra c’erano due giovani come Di Biagio e Di Canio: aveva già aveva intuito il loro talento?
“Assolutamente. Intuii subito il loro grande potenziale, ero sicuro che avrebbero fatto una grande carriera”.
Da portiere a portiere, le piace Marchetti?
Mi piace molto. Finalmente si sta ritrovando dopo una stagione difficile. Federico è molto forte”.
Lei ha lasciato il cuore al Genoa, si rivede in Perin?
Perin è fortissimo. Da due anni ormai offre grandi prestazioni, sicuramente è il portiere che secondo me ha più margini di crescita”.
A proposito della squadra di Gasperini attualmente terza, dove può arrivare?
“Sono veramente forti, non sono lì per caso. Possono rimanere così in alto fino alla fine della stagione”.
A quel obiettivo, invece, può puntare la Lazio?
“La Lazio ha un grande organico, nulla le è precluso. Ora sta attraversando un periodo complicato ma va anche detto che ha sbagliato solo la gara di Empoli, visto che una sconfitta contro la Juve è normale”.
Parlando di Juventus, ieri i bianconeri hanno vinto il derby contro il Torino in extremis: anche lei quando difendeva la porta dei granata, nel 1984, lo vinse in extremis, ricorda ancora quel giorno?
“E’ un ricordo indelebile. Fu il mio primo derby vinto, fu una grande emozione vincerlo all’ultimo. Tornando a ieri devo dire che gli uomini di Ventura non meritavano la sconfitta”.
Buffon, il suo assistito principale, ha da sempre un ottimo rapporto con i tifosi della Lazio, le ha mai svelato qualche retroscena?
“Buffon ha un rapporto di stima con i tifosi laziali. Considera la Lazio una grande piazza ed è felice di essere accolto così bene ogni volta che ci gioca contro”.
In chiusura, l’altro suo assistito Vidic riuscirà ad imporsi nell’Inter?
“Sì, Vidic è un campione. Sono sicuro che alla lunga dimostrerà tutto il suo valore”.
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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”
Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it.
Come ti senti per stasera? Che partita sarà?
Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.
Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?
Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.
E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…
Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.
Un pronostico?
Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.
Di cosa ti occupi adesso?
Abbiamo un’agenzia di eventi a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.
Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…
Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.
Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?
Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.
Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?
Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.
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