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Lazio decimata: Biglia rischia di tornare nel 2015
Felipe sì, contento no. Quello di Stefano Pioli è un sorriso a mezza bocca, per forza. Perché a Parma non c’è stato nemmeno il tempo di esultare per la vittoria che rimette in moto le ambizioni europee della Lazio né per la prova convincente di Felipe Anderson, finalmente a fuoco nell’economia di squadra e per la prima volta decisivo ai fini del risultato con il gol da tre punti. Di sicuro le note positive possono rappresentare un invito a riprendere il progetto giovani congelato per necessità di classifica, a puntare adesso sull’inserimento di Keita per ritrovare il gioco e il coraggio delle prime giornate di campionato.
Di contro, però, c’è l’ansia generata dai problemi di una rosa messa in ginocchio dall’emergenza infortun,: a Parma ha trovato conferma la maledizione che ora solo il mercato di gennaio può esorcizzare. I nuovi infortunati sono Biglia e Braafheid, la tendenza è preoccupante perché da inizio stagione di stop ne sono arrivati 14, praticamente una squadra intera più i cambi. Oggi, dopo la risonanza in Paideia, si avrà contezza del problema muscolare di Lucas Biglia, forse il migliore a Parma e certamente l’uomo chiave di Pioli nel gioco della sua Lazio. L’argentino potrebbe essersi stirato all’adduttore, il rischio di uno stop di tre settimane è reale, se così fosse avrebbe chiuso il suo 2014 ma almeno potrebbe puntare il derby, cioè la vera preoccupazione dei laziali. Braafheid, invece, è già sicuro che contro la Roma non ci sarà. «Grazie per il sostegno, tornerò più forte di prima», ha postato su Facebook l’olandese. Domenica è uscito in lacrime sulla barella e ieri mattina è stato ingessato dopo gli esami in Paideia: «Lesione di secondo grado al legamento collaterale – la diagnosi – più una piccola lesione del menisco interno”.
Braafheid porterà il gesso per tre settimane e poi si vedrà. Ma di certo non sarà a disposizioni di Pioli per almeno due mesi. Ed ecco un nuovo bivio per il tecnico: ora che Radu dà certezze da centrale, sarà Lulic ad essere precettato terzino?
(Corriere della Sera – ed. romana)
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Champions League
Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”
Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.
Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.
I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.
Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.
Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.
E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

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