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[ESCLUSIVA] Ag. Bianchi: “Rolando è onorato di aver giocato nella Lazio”

jacoposimonelli@yahoo.it'

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Un debutto da incubo. Può tranquillamente essere definita così la prima volta di Rolando Bianchi con la Lazio. Arrivato nel gennaio 2008 dopo un lungo tiro e molla con il Torino, il suo debutto avviene proprio in casa dei granata. Fischi, insulti e un arbitro troppo fiscale: l’attaccante bergamasco viene espulso per doppia ammonizione dopo soli 5’ dal suo ingresso in campo. Questo episodio avrebbe potuto distruggere chiunque, ma non lui.

“Rolando è un braveheart, difficilmente molla” –ammette il fratello e suo agente Riccardo Bianchi in esclusiva ai nostri microfoni-.

Bianchi infatti si rialza immediatamente e contribuisce, con 4 gol, a portare la Lazio fuori dalle zone pericolose della classifica fino alla semifinale di Coppa Italia, persa contro l’Inter, e l’aiuta anche a vincere un derby, quello di Behrami al 92’, grazie al rigore procuratosi per una trattenuta di Juan.

A pochi giorni da Lazio-Atalanta, il suo agente ci spiega le emozioni che proverà il fratello.

Rolando è rimasto legato ai colori biancocelesti?

“Assolutamente sì. Per lui è stato un onore aver indossato la maglia di una grande squadra come la Lazio”.

Quali sono i suoi ricordi più belli del periodo a Roma?

“Ricorda con piacere il gol contro il Milan, la semifinale di Coppa Italia e, soprattutto, la vittoria nel derby, dove riuscì a procurarsi un rigore. Ancora oggi, inoltre, Rolando mi parla dello straordinario affetto dei tifosi laziali verso la squadra: qualcosa di unico”.

Perché non fu riscattato?

“Ci dissero che i motivi erano economici. Peccato perché avrebbe potuto dare molto di più. Sicuramente influì anche il momento difficile della squadra durante quella stagione”.

E’ rimasto legato a qualche compagno conosciuto durante l’avventura biancoceleste?

“Ha mantenuto ottimi rapporti con il ds Tare, Ledesma, Radu e Mauri. Proprio con quest’ultimo ha stretto di più visto che in quel periodo erano entrambi single e uscivano spesso insieme”.

Dopo tanti anni finalmente questa stagione suo fratello è tornato a Bergamo, dove ha trovato il suo vecchio allenatore Colantuono (avuto al Torino nel 2009, ndr).

“Finalmente è tornato a casa. Andò via quando era molto giovane, ora è tornato più maturo sotto la guida di un tecnico al quale è molto legato. Ora Rolando spera di chiudere la carriera nell’Atalanta”.

Se potesse tornare indietro rifarebbe la scelta del City?

“Sì, l’esperienza in Inghilterra è stata molto positiva. Purtroppo sarebbe servita più pazienza da parte di tutti per continuare quel rapporto”.

Quali sono gli allenatori con cui  Rolando ha avuto più feeling?

“A livello giovanile sicuramente Perico, conosciuto ai tempi dell’Atalanta. Tra i pro, invece, deve molto a Vavassori, Mazzarri e Gentile, che gli restò vicino anche dopo il grave infortunio che subì con l’Under 21”.

A proposito di nazionale, perché non è mai stato convocato?

“Purtroppo è uno dei pochi rimpianti che ha. Durante l’estate 2007, la stagione successiva ai suoi 18 gol con la Reggina, fu messo in preallerta ma alla fine Donadoni scelse di fare debuttare Lucarelli. La stagione successiva retrocedette con il Torino e tutto svanì”.

Ha già deciso cosa farà da grande?

“Ancora no. Gli piacerebbe fare l’allenatore ma al momento è ancora presto per pensarci”.

In chiusura, qual è il suo favorito per il Pallone d’Oro?

“Stimo sia Messi che Neuer, ma penso che lo meriti Cristiano Ronaldo. E’ raro trovare un calciatore con più gol che presenze”.



 


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ESCLUSIVA | Manfredonia: “Sarri sta facendo un ottimo lavoro con una rosa non di primissimo piano. Derby? Giocarlo un grande sogno per un ragazzo di Roma”

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Una partita che non ha bisogno di presentazioni, una gara che “ferma” l’intera città di Roma. Questo è Lazio-Roma, il Derby della Capitale. Alle 18:00 è in programma, allo Stadio Olimpico di Roma, il fischio d’inizio, tra due squadre reduci da differenti stati d’animo dopo i risultati dello scorso giovedì in Europa. In vista della stracittadina, valida per la 27° giornata di Serie A ed importante in chiave corsa ad un posto in Champions League, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, un doppio ex che ha vestito entrambe le maglie nella sua carriera: Lionello Manfredonia. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, trascorre ben otto stagioni con la maglia della Prima Squadra. Prima di approdare poi in giallorosso per tre anni, Manfredonia indossa per due stagioni la maglia della Juventus, conquistando anche lo Scudetto nella stagione ‘85/’86.

 

La Lazio alterna grandi vittorie e prestazioni, come quella di Napoli, o contro Milan ed Atalanta, a partite sottotono dove lascia per strada punti preziosi. Qual è il suo pensiero sul lavoro svolto da Sarri fin qui?

“Sarri sicuramente sta facendo un ottimo lavoro pur avendo una rosa non di primissimo piano. Romagnoli sembra un giocatore pienamente recuperato dopo le opache stagioni al Milan, Patric un giocatore che sta migliorando di partita in partita”.

Anche la Roma, nei risultati, ha degli alti e bassi. In termini di gioco invece, quali differenze ci sono tra la squadra di Mourinho e quella di Sarri? Chi tra questi due grandi allenatori vede avanti nel proprio percorso?

“Anche la Roma ha una rosa ristretta, ma quando ci sono tutti può fare grandi partite, come contro il Salisburgo in Europa o la Juventus in campionato”.

Da doppio ex di Lazio e Roma, com’è vivere l’attesa, la settimana del Derby della Capitale da calciatore? Che sensazioni, emozioni ha provato?

“Per un calciatore che nasce nel vivaio di Lazio o Roma l’impatto emotivo alla stracittadina è diverso da chi viene da fuori. Se le cose vanno male, il tifoso lascia perdere gli “stranieri” e critica i giocatori locali. Per me è stato più semplice disputare il derby di Torino, molto meno coinvolgente. Ma comunque rimane un grande sogno per un ragazzo di Roma poterlo disputare”.

Tra Lazio e Roma ci sono solo due punti di differenza e, insieme ad Inter, Milan ed Atalanta, sono in piena lotta per un posto nella prossima Champions League. Tre posti per cinque squadre, quante possibilità hanno i biancocelesti di qualificarsi? Che lotta vede per queste 12 giornate che rimangono?

“È un campionato strano, svoltosi in due fasi, prima e dopo il Mondiale. Anche le piccole squadre tolgono punti alle grandi, solo il Napoli è al di sopra di tutti. Parecchi infortuni poi hanno condizionato le squadre, vedi Immobile nella Lazio o Dybala nella Roma. Entrambe possono rientrare nelle prime quattro”.

 


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