Per Lei Combattiamo
Enrico Chiesa: “La Lazio ha una delle tifoserie più belle d’Italia, dispiace non aver dato quanto si aspettavano”
Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua”, trasmissione radiofonica in onda dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM, che ha contattato Enrico Chiesa, uno degli attaccanti più prolifici della recente storia del campionato italiano, alla Lazio nella stagione 2002-2003. Attualmente Enrico è il tecnico della Primavera della Sampdoria.
Enrico tu sei stato uno dei più grandi bomber italiani degli ultimi anni. Nel 2002-2003 arrivasti alla Lazio sotto la guida di Roberto Mancini. Che ricordo hai di quel periodo?
Faccio una premessa. Ho vissuto tanti momenti belli nel corso della mia carriera e sono contento di quello che ho fatto, ma forse, essere arrivato alla Lazio proprio dopo un grave infortunio, è uno dei rimpianti più grandi che ho.
Mi è dispiaciuto soprattutto per i tifosi, che magari si aspettavano da me quello che avevo dimostrato nella Sampdoria, nel Parma e nella Fiorentina.
Hai realizzato comunque 7 reti in 24 partite, alcune delle quali decisive, come quella in Coppa Uefa a Cracovia.
Sì, anche se non ero al meglio, ho cercato di dare tutto quello che potevo. Eravamo una squadra fortissima, tant’è che a fine anno centrammo la Champions League e uscimmo solo in semifinale sia in Coppa Uefa che in Coppa Italia.
Ti sei trovato bene a Roma?
Non bene, benissimo. La Lazio ha una delle tifoserie più belle d’Italia e poi le emozioni che ti dà il Derby di Roma è un qualcosa di unico. Penso che sia il ricordo più bello che ho. 80.000 persone allo stadio e un calore speciale da parte della gente.
Senti Enrico, ora sei il tecnico della Primavera della Sampdoria. Che differenze ci sono tra l’essere un calciatore e l’essere un allenatore?
Secondo me fare l’allenatore è molto più difficile.
Quando sei giocatore puoi giocare bene o male, ma hai l’appoggio dei compagni. L’allenatore in questo senso è da solo, ha molta più responsabilità.
Finora la Sampdoria sta facendo un grande campionato.
Secondo te è una squadra che può restare nelle prime posizioni sino a fine stagione?
Conoscendo come lavora Sinisa (Mihajlovic, ndr) penso di si.
E’ normale che nel calcio non si può mai dire una cosa prima di averla conquistata, ma ritengo che si siano creati degli equilibri particolari che vanno sfruttati.
Tu che lo vivi da vicino, puoi dirci che persona è il presidente Ferrero?
E’ così come lo vedete. E’ una persona molto gioiosa e aperta. Quello che sente esprime. Si è molto legato all’ambiente doriano e non manca mai un’occasione per dimostrarlo.
Veniamo alla Lazio attuale. Ti piace la squadra di Pioli?
Sì, mi piace l’umiltà che ha avuto. Ha vissuto momenti difficili, ma non si è disunita. Ha fatto una buona partita con l’Atalanta, dando così seguito al successo di Parma. Inoltre ha giocatori di buon livello. Con un pizzico di fortuna può giocarsi il terzo posto.
Domenica c’è Inter-Lazio. Tu conosci molto bene il Mancio.
Come credi che stia vivendo questo periodo difficile?
Sta cercando di fare quello che può. Probabilmente non si è mai ritrovato in una situazione del genere. E’ arrivato da poco e ha trovato molte difficoltà, ma credo che sia un allenatore in grado di risollevare le sorti della squadra.
In conclusione, qual è il giocatore che ti piace di più della Lazio?
Dico Djordjevic. Credo che abbia sorpreso un po’ tutti. E’
un attaccante molto potente che si sacrifica molto per la squadra. Secondo me ha ancora molti margini di crescita, ma l’impatto con il calcio italiano è stato più che positivo.
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Champions League
Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”
Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.
Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.
I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.
Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.
Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.
E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto
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