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Massimo Oddo:” Derby? Li abbiamo vinti pur non essendo i favoriti. Basta? E’ uno di quei terzini che piacciono a me… “

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Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua”, trasmissione radiofonica in onda dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM che, in vista del Derby di domenica prossima, ha contattato Massimo Oddo, ex terzino e capitano della Lazio, protagonista della stracittadina in più di un’occasione.

Massimo tu hai giocato tanti Derby qui a Roma. Avendoli vissuti in prima persona, ci puoi dire secondo te come si affronta al meglio questa partita?

Non credo che ci sia un modo migliore rispetto ad un altro. Il Derby è una partita a parte, dove molto spesso non conta essere più forti, ma essere più motivati. La storia lo dimostra. Alcuni Derby li abbiamo vinti pur non essendo i favoriti. Diciamo che bisogna essere concentrati, ma non troppo esaltati, perchè si rischia di ottenere un effetto boomerang.

Come lo preparavi e come lo vivevi personalmente?

Fortunatamente in campo ero un tipo che manteneva i nervi saldi. Per me giocare una finale di Champions equivaleva a giocare contro l’ultima in classifica. E’ ovvio che più si avvicina l’evento e più l’adrenalina sale, anche perchè in città non si parla d’altro. Un particolare che vi voglio svelare è che la cosa che mi caricava di più era vedere le sciarpe, le bandiere e i tifosi per strada durante il tragitto tra Formello e lo stadio. Un’atmosfera unica.

A quale Derby sei più legato?

Ce ne sono due. Quello del 6 gennaio 2005 vinto 3-1, dove feci l’assist per il gol di Cesar, e quello del 10 dicembre 2006 vinto 3-0, dove segnai da capitano il secondo gol su rigore.

Venendo all’attualità, hai avuto modo di vedere la partita di lunedì contro la Sampdoria?

Assolutamente e mi è piaciuta molto. La Lazio di quest’anno ha molta spensieratezza nel costruire calcio, lo fa in modo piacevole e, cosa fondamentale, ha veramente tanta qualità in mezzo al campo. Una cosa che nessuno ha sottolineato è che i centrocampisti offensivi sono tutti intercambiabili. Cito un caso su tutti. Felipe Anderson l’altra sera ha fatto un assist da sinistra, uno da destra e un gol da posizione centrale. E’ fondamentale avere questa peculiarità, perchè rende imprevedibile la manovra offensiva.

Massimo da ex collega di reparto, come vedi Dusan Basta? Ti piace?

E’ un ottimo giocatore. Dopo un bell’inizio ha avuto dei problemi fisici che ne hanno per forza di cose smorzato l’ascesa, ma mi sembra che ultimamente si sia espresso ad alti livelli. E’ uno di quei terzini che piacciono a me, sempre propositivi e che coprono bene tutta la fascia facendo bene entrambe le fasi. Un po’ come lo ero anch’io (ride, ndr).

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ESCLUSIVA | 26maggio, Crecco: “Giornata unica, io mi ero affidato a Radu”. E su Sarri…

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26 maggio 2013, una data indimenticabile. Sono passati 10 anni dal giorno in cui la Capitale ha visto le due compagini della Città contendersi il trofeo più importante della storia calcistica capitolina: la Lazio ha battuto la Roma 1-0 nella finale di Coppa Italia con un gol di Lulic al 71esimo. Parole che a distanza di tempo risuonano come un mantra: tutti ricordano dov’erano il giorno del derby, come hanno vissuto l’attesa e come sono stati i festeggiamenti. Tutti ricordano la tensione e la gioia smisurata. E a raccontare i dettagli di quella giornata memorabile è stato uno dei protagonisti di quella rosa: Luca Crecco, all’epoca giovanissimo, ha alzato al cielo la Coppa da calciatore e da tifoso, un binomio che ha reso quei momenti ancora più emozionanti.

Stamattina aprendo i social si può notare che impazza un trend…

E’ tutto biancoceleste. In verità è da un po’ di giorni che è così, da quando la Società ha iniziato a ricordare attraverso i video la marcia di avvicinamento a quella finale. Bellissimi i social colorati in questo modo“.

E il risveglio del 26 maggio di 10 anni fa com’è stato?

E’ stata una giornata che non dimenticherò mai. Viverla in quel modo, da laziale, non ha prezzo. Ricordo ogni minimo istante, soprattutto il triplice fischio quando siamo corsi tutti in campo. Il giorno dopo, appena sveglio, ancora non avevo realizzato cosa fosse accaduto. Avevamo passato una serata fantastica, con i festeggiamenti in pullman fino a tardi. Giornata unica“.

Eri il più giovane della rosa del 26 maggio, chi è stato il calciatore che ti ha fatto da guida in quei giorni?

Ero un ragazzino, avevo 17 anni, ero al mio primo anno in pianta stabile in prima squadra. Ricordo che c’era una tensione incredibile e ogni calciatore stava un po’ sulle sue, era una partita troppo sentita. Avevo legato, oltre che con Strakosha che era salito con me dalla Primavera, con Radu, che mi ha sempre aiutato in tutto e mi ha fatto crescere anche come uomo. Mi ero affidato molto a lui, ma anche lui sentiva tanto la partita“.

La partita l’avete cominciata a sentire già dalla semifinale vinta con la Juventus?

Il pensiero del derby è arrivato dopo. Archiviata la gara con la Juve abbiamo solo pensato ai festeggiamenti, perché avevamo ottenuto la finale superando una squadra fortissima. E come l’abbiamo superata poi, all’ultimo minuto. Ritrovarsi in finale la Roma è stato un bel colpo, ma tutto bene quel che finisce bene“.

Passando all’attualità, la Lazio di oggi era preventivabile vederla in questa posizione di classifica?

Ci speravo. La squadra è collaudata ormai da anni, alcuni calciatori giocano insieme da tempo e si conoscono bene. Quest’anno si è vista davvero una Lazio importante, la mano di Sarri è statafondamentale“.

Ci vedremo presto a Roma?

Al momento sono a Roma e domenica sarò all’Olimpico, a Formello un domani chissà… è difficile, ma la speranza è l’ultima a morire“.

 


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