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Djordjevic e Miro, bomber alla ricerca della rete perduta
Alle 12,30, orario del pranzo, di solito la fame dovrebbe venire. Invece agli attaccanti biancocelesti si è chiuso lo stomaco. Klose e Djordjevic restano a digiuno nella sfida che vale il terzo posto. Risultato: la Lazio cede lo scettro proprio al Napoli. E se a far gol non ci pensano i centrocampisti finisce che alla casella reti realizzate compare un fastidiosissimo zero. Solo in altri due casi era accaduto: lo scialbo pareggio di Verona contro il Chievo e nella disastrosa gara contro la Juventus. Pioli cerca nella Santa Barbara laziale ma i suoi cannonieri hanno le polveri bagnate. L’assenza dei gol dei centravanti si sta via via trasformando in un caso. Assordanti i colpi a salve di Klose divenuto oggetto misterioso. Ieri il tecnico lo ha messo ad inizio ripresa per accendere la miccia, il Miro mondiale invece ha finito per pestarsi più volte i piedi con il compagno di reparto. Ha segnato solo tre volte finora il tedesco. Un gol ogni 184 minuti giocati, praticamente un centro ogni due gare. L’ultimo risale addirittura al 3 novembre scorso, quando affondò il Cagliari con due cannonate. Poi una serie di apparizioni incolori condite solo da mal di pancia e polemiche. Le sirene del mercato lo stanno ammaliando sempre di più, complice anche l’utilizzo con il bilancino che Pioli sta attuando. Non è più felice Miro e questo pesa sulle sue prestazioni.
IL PESO DELL’ATTACCO
Se Atene piange, Sparta non ride. Ha le spalle grandi Djordjevic e un carattere forgiato dalla guerra in Serbia, ma il peso del ruolo di punta della Lazio lo sta un po’ schiacciando. Ieri contro il Napoli ha lottato come al solito ma ha chiuso i suoi 90 minuti senza mai tirare in porta. Finora ha bucato le porte avversarie ben sette volte. L’ultimo centro lo ha fatto con la Sampdoria, piattone facile su assist al bacio di Anderson a chiudere la gara. Come per Klose le statistiche parlano di una marcatura ogni due gare, esattamente ogni 190 minuti. Troppo poco per uno come lui. E pensare che prima dei blucerchiati aveva punito l’Empoli all’undicesima giornata, inutile gol del 2-1. Prima ancora entra entrato nel tabellino contro la Fiorentina, chiudendo il ciclo iniziato con la tripletta al Palermo e il tap-in al Sassuolo. A sua discolpa va detto che Pioli chiede agli attaccanti un lavoro massacrante fatto di sportellate con i difensori per aprire gli spazi ai centrocampisti che puntualmente vanno a segno. Filip non discute ed esegue, uscendo dal campo stremato ma quasi sempre a secco. La cosa non gli pesa perché la Lazio è un gruppo dove ognuno lavora per il compagno ma è in gare come quella di ieri che servirebbe il sano egoismo del bomber che prende palla e affonda il nemico. Higuain insegna.
(Il Messaggero)
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Resa nota la relazione finanziaria semestrale biancoceleste
È stata resa nota la Relazione Finanziaria Semestrale biancoceleste consolidata al 31 dicembre 2022. La Lazio chiude la semestrale con una perdita di 21,5 milioni di euro, in controtendenza rispetto al bilancio di giugno 2022 quando era stato chiuso con un utile di 4,6 mln. La Lazio ha pagato l’assenza di plusvalenze durante la sessione estiva di mercato che hanno inciso in negativo la chiusura del bilancio di dicembre. Lo scorso anno ad esempio la Lazio aveva prodotto utili da plusvalenze pari a circa 24 milioni di euro. Attualmente i costi sono rimasti sostanzialmente invariati, allo stesso modo i ricavi tipici. La necessità quindi diventa aumentare i ricavi per permettere di fare investimenti e di conseguenza la Champions League assume una importanza vitale per la Lazio e per la sua crescita.
Comunicato_stampa_approvazione_relazione_finanziaria_semestrale
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