Per Lei Combattiamo
Emozione e commozione per la maglia del -9
LA FESTA
Olympia plana sul petto, l’aquila si lega al cuore. Bentornata maglia-bandiera, bentornata 28 anni dopo. E sembra ieri. Anzi, era ieri il debutto. Giro di campo e standing ovation. Sugli spalti non l’avevano mai dimenticata, all’Olimpico si torna tutti a vestirla: «La storia non ha tempo, gli uomini entrano in campo quando decidono che il momento è giusto e quella maglia non si staccherà più dalla pelle», recita Pino Insegno nel cortometraggio proiettato sui maxi-schermi. Applausi scroscianti e cori da urlo. Il distacco da quella casacca d’altronde non è mai avvenuto. Come dimostrata l’abbraccio con Gregucci e compagni sotto la Nord. Bastava poco per riportare l’entusiasmo, anche se questa maglia significa tanto: «Innanzitutto che la Lazio onora la storia», giura Lotito alla presentazione all’Olimpico della casacca con l’aquila sul petto: «Questo simbolo rappresenta il passato, il presente e il futuro di questo club. Un club preservato dalla gesta di singoli, senza i quali chissà dove saremmo ora. Questa maglia deve unirci e va tramandata, deve costituire responsabilità per noi laziali e soprattutto per chi la indosserà d’ora in avanti».
GIRO DI CAMPO
Fanno il giro del campo, i giocatori attuali, s’alza in piedi e viene applaudita in conferenza la banda dei meno nove. Mentre passa sugli schermi la storia, dal gol di Poli alle lacrime di Fiorini: «Ringrazio tutti», bisbiglia commossa la figlia Fabiana. E il capitano Caso: «Rivedere queste immagini riporta alla mente grandissime emozioni. Io sono il rappresentante di un gruppo che ha vissuto momenti drammatici»”. Ora ci si gioca la gloria, Pioli nel cortometraggio invita la “sua” Lazio a lottare per la Champions: «Chi non se la sente, lo dica adesso». Erano le parole magiche di Fascetti (ieri assenti per impegni personali) nello spogliatoio dell’87.
INCASSO
Già tantissimi tifosi allo stadio con l’aquila, dopo il sold out (5mila vendute) in due giorni nei Lazio Style. La maglia fa boom al botteghino e anche la Macron ringrazia: «Siamo orgogliosi d’aver riportato questo simbolo sulle casacche biancocelesti. Abbiamo deciso di riprenderle fedelmente. Felici d’aver prodotto qualcosa che entra nel cuore di questa società e dei laziali». Anche del lazialissimo Pietro Pasquetti, scomparso pochi giorni fa: «Io vi ringrazio per avermi fatto compagnia in tutti questi anni», il saluto del giornalista al Tgr, proiettato sui maxi-schermi dalla Lazio.
(Il Messaggero)
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