Per Lei Combattiamo
Lazio, è un momento magico Il c.t. Conte fa seguire Cataldi
Osservato speciale dai laziali e dal c.t. Antonio Conte, è il momento di Danilo Cataldi. Dall’Ottavia, società da cui la Lazio lo prelevò 12enne nel 2006, alla nazionale, probabile prossimo step nella carriera del 20enne biancoceleste. Sabato, a Lazio-Milan, c’era ad osservarlo il braccio destro del c.t., Mauro Sandreani. La relazione, molto positiva, apre alla convocazione in azzurro: la chiamata potrebbe scattare per lo stage di Coverciano (9-12 febbraio) riservato a chi è senza coppe.
Sarebbe un primo contatto. L’immediato futuro di Cataldi è l’Europeo U-21 di giugno in Repubblica Ceca, torneo importantissimo perché qualifica all’Olimpiade di Rio, nel 2016.
La cosa certa è che a Cataldi sono bastate due partite e mezzo per conquistare un po’ tutti e dare un senso a quel «no» rifilato un paio d’anni fa a Sir Alex Ferguson, che lo voleva nel suo United. Negli ultimi sei mesi di «no» ne sono partiti altri (Empoli e Bari), stavolta però pronunciati in coro: dal giocatore che ha l’aquila tatuata sulla pelle; dalla Lazio e da Pioli che lo considerano un titolare; dai tifosi che da anni sognano un romano e laziale con la fascia da capitano al braccio.
Del resto la Lazio è già proiettata al futuro. Ieri è arrivato l’inglese Ravel Morrison: per lui visite e firme sul quadriennale a 700mila euro con decorrenza 1° luglio, che contiene pure una clausola di rescissione per motivi disciplinari. Intanto Pioli ha testato Perea e pensa a Keita centravanti, soluzioni interne nel caso in cui Bergessio saltasse.
La ricerca potrebbe indirizzarsi verso un secondo portiere: ieri Berisha, nonostante l’archiviazione da parte della Fifa, è stato deferito dalla Procura Figc sulla vicenda del doppio contratto siglato nel 2013 prima con il Chievo e poi con la Lazio. Sei mesi di squalifica sono il rischio maggiore.
Corriere della Sera – ed. romana
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Champions League
Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”
Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.
Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.
I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.
Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.
Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.
E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto
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