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Lazio, che succede? Gli ultimi 180 minuti hanno profondamente ridimensionato le ambizioni della squadra di Stefano Pioli, che per un po’ di superficialità, vedi la gara di Cesena, e un arbitraggio non certo favorevole, la gara di ieri sera contro il Genoa, ha visto il tanto agognato terzo posti allontanarsi di otto lunghezze. Ma se non tutti i mali vengono per nuocere, allora è lecito sperare che i biancocelesti possano riprendere il cammino smarrito in quel di Udine, anche se nelle ultime due partite sono emersi alcuni fattori quanto meno allarmanti. La condizione fisica per prima. La Lazio, contro Cesena e Genoa, è sempre arrivata seconda sul pallone e non è riuscita ad incidere sul piano dell’aggressività, grande punto di forza degli uomini di Pioli. Secondo punto, una brillantezza un po’ svanita. Anche ieri ci sono stati troppi errori in fase di impostazione, “cortesia” di un Biglia in serata negativa. Dal centrocampista argentino dipendono infatti gran parte delle sorti dei biancocelesti e quando il pensiero veloce in mezzo al campo si inceppa sono dolori. Mancanza di malizia, in terzo luogo. La Lazio finora ha vinto sempre e solo giocando bene. Bisognerebbe imparare a fare punti anche quando si incappa in giornate negative con avversari ostici di fronte. D’accordo che il Genoa è vera e propria bestia nera, ma tra le mura amiche è doveroso fare di più. A prescindere dagli arbitraggi poco felici, che tuttavia continuano a imperversare come spade di Damocle sulla testa dei ragazzi con l’aquila al petto.
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