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Beppe Signori: “Giuro sui miei figli, che ho sempre scommesso legalmente e non ho mai venduto o truccato partite”

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Grande esclusiva della redazione de “I Laziali Sono Qua”, trasmissione radiofonica in onda dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 sugli 88.100 FM che, nel giorno del suo 47° compleanno, ha contattato Beppe Signori, lo storico bomber biancoceleste.
Beppe innanzitutto benvenuto e tanti auguri.
Grazie, siete stati gentilissimi a contattarmi per farmi gli auguri di buon compleanno.
Per il nostro “Re” questo ed altro. Sei stato e sei tuttora un grande beniamino per tutti noi. A proposito di questo, che rapporto avevi ed hai con la gente laziale?
Splendido. Non potrò che ringraziare in eterno i tifosi biancocelesti per tutto l’affetto che mi hanno donato nel corso degli anni. Ricordo quella manifestazione che fecero per non farmi andare al Parma. Furono scene che non avevo mai visto per nessuno. Penso che sia stata l’unica volta che una tifoseria scese in piazza in quel modo. Porto quel momento nel mio cuore.
C’è un aneddoto particolare che ti va di raccontare del tuo periodo alla Lazio?
Ce ne sono tanti, ma ricordo con grande affetto il periodo trascorso insieme a Paul Gascoigne. Con Gazza era impossibile annoiarsi. Pensate che una volta rubò di nascosto il fischietto d’allenamento a Zeman e lo mise al collo di un tacchino (ride, ndr). Ecco questo era Paul.
Che idea ti sei fatto della Lazio di oggi?
Credo che abbia delle enormi potenzialità. Inoltre ha un grande allenatore come Pioli, che tra l’altro conosco molto bene dato che ha allenato qui a Bologna. E’ stata un po’ sfortunata ad avere diversi infortuni che ne hanno un po’ limitato l’ascesa. Diciamo che l’obiettivo più realistico è Europa League. Per la Champions dipenderà molto dalle squadre che ha davanti, quindi dalla Roma e dal Napoli, senza dimenticarsi della Fiorentina.
Quali calciatori ti piacciono di più della rosa di oggi?
Ritengo Candreva un grandissimo centrocampista, Klose una leggenda vivente, Felipe Anderson un giovane di grandissime speranze e Basta il terzino che mancava da tempo.
C’è nel calcio di oggi un attaccante in cui ti rivedi?
Forse in Giuseppe Rossi della Fiorentina. E’ mancino come me ed è uno molto rapido e veloce.
A quali personaggi del mondo Lazio sei rimasto più legato?
Ai miei ex compagni di squadra Rambaudi, Gregucci, Bergodi e Cravero.
Con quali attaccanti della nostra storia avresti voluto giocare?
Con Bruno Giordano e Vincenzo D’Amico. A mio avviso Bruno è stato uno dei più grandi attaccanti italiani di sempre, mentre Vincenzo era un giocatore di grandissimo talento.
Da bomber a bomber, che opinione hai di Miro Klose?
Klose è un grande giocatore, uno di quegli attaccanti che quando ha sui piedi la palla giusta non la sbaglia mai. Saremmo stati molto bene insieme. Abbiamo caratteristiche diverse che ci avrebbero completato.
Hai qualche rimpianto?
Non aver potuto giocare la finale dei Mondiali del 1994. Forse lì ho peccato un po’ di presunzione. Non per niente, ma perchè non me la sentii di giocare come centrocampista, cosa che mi chiedeva di fare il Mister Sacchi.
Beppe ti rinnoviamo i nostri auguri. Ti va di dire qualcosa ai nostri ascoltatori?
Ci tengo a dire una cosa, visto che siete una trasmissione molto ascoltata. Vi ringrazio del fatto che non mi avete fatto domande in merito alle note vicende che mi hanno coinvolto negli ultimi 4 anni. Mi riferisco al calcioscommesse. Giuro sui miei figli che non ho mai venduto o comprato partite. Se parliamo di scommesse confermo che ho giocato, ma l’ho fatto sempre legalmente e senza sotterfugi. Un conto è scommettere per proprio conto, un conto è farlo per truccare le partite. Lo dico perchè ne ho sentite tante in questi anni e non ho mai voluto replicare, ma quando sento certi giornalisti che dicono “Signori in galera” non ci sto.

 


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Champions League

Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”

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Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.

Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.

I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.

Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.

Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.

E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto


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