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Malagò mette tutti in fuorigioco: “Calcio non più credibile. Voglio sapere chi ha sbagliato”
MILANO – Irritato dalle parole del presidente della serie A, Beretta sul caso-Parma («responsabilità di Figc e Lega? Lo escludo nel modo più assoluto; il campionato non è falsato»), è sceso in campo il n. 1 del Coni, Malagò, con parole di insolita durezza, che lasciano immaginare tempi cupi per la Lega e chi la guida. «Sul Parma aspettiamo l’assemblea di venerdì, poi mi confronterò con il sottosegretario Delrio. Se nessuno lo fa, sarà responsabilità delle istituzioni individuare di chi è la colpa. Perché non è accettabile che nessuno abbia detto: è colpa mia. Dico no a questo scarico di responsabilità. Ci sono regole di ingaggio iniziale che sono sbagliate, ingiuste e inattuali. Qualsiasi persona di buonsenso capirebbe che qualcosa non va e queste regole vanno cambiate. Mi stupisce che come al solito ci dobbiamo imbattere in un problema così e non ci si è pensato prima». Malagò ha ricordato la licenza Uefa negata al Parma nell’estate 2014 (Torino in Europa): «Complimenti a Frattini, che guidava l’Alta Corte e al suo gruppo di lavoro, perché in epoca non sospetta per 300 mila euro non fu riconosciuta la licenza Uefa. Questo per capire quanto siamo stati rigorosi. Oggi si parla di un indebitamento di quasi 200 milioni e la società che ha fatto mercato anche a gennaio e che è stata iscritta perché aveva pagato gli stipendi di aprile 2014 e l’Irpef. È un fatto che si commenta da solo». Il futuro? «Non sono ottimista, ma spero che il Parma possa salvarsi dal fallimento e che si trovi una soluzione per salvare il calendario; mi sembra il minimo. Campionato regolare? I regolamenti mi sembrano un po’ strani; se il Parma non dovesse giocare più sarebbe un campionato anomalo ed uscirebbe una scarsa credibilità del sistema calcio». Il momento drammatico è certificato anche dal fatto che all’assemblea di Lega di venerdì a Milano sarà presente il presidente della Figc, Tavecchio (ieri ha incontrato Andrea Agnelli). Presenza che può avere una duplice spiegazione: l’estrema difesa di norme inadeguate («le regole sono queste e sono state approvate anche dal Coni; se bisogna cambiarle si cambieranno, ma il quadro per noi è chiaro») e della Lega che ha avuto un ruolo decisivo nell’elezione di Tavecchio; il «commissariamento» di un’ istituzione che funziona solo per la vendita dei diritti tv. Dopo l’assemblea di venerdì i giocatori del Parma decideranno se giocare domenica (in casa con l’Atalanta); non pretendono gli stipendi arretrati, ma vogliono chiarezza per capire se ci sono le condizioni per tornare in campo fino al 31 maggio. Non si parla mai delle eventuali responsabilità della Co.vi.soc (presidente Bisoni), che dovrebbe cambiare ragione sociale: commissione di non vigilanza sulle società. O forse c’era una relazione che è stata ignorata. Maurizio «dimmi Claudio » Beretta, definitosi «garante» dei club, per ora garantisce soltanto un campionato così regolare che le tv sono pronte a chiedere alla Lega 30 milioni di euro di danni.
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(Corriere della Sera)
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È morto Gianni Minà: il giornalista e conduttore aveva 84 anni
Attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale, è stata annunciata la scomparsa di Gianni Minà. Il giornalista e conduttore televisivo, aveva 84 anni.
Di seguito il post su Facebook
«Ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità».
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