A inizio campionato in molti vedevano il Torino come una squadra che avrebbe fatto fatica. “Hanno sostituito Cerci e Immobile con Quagliarella e Amauri e avranno anche il peso dell’Europa League”, sostenevano i maligni. E invece ancora una volta si è vista la saggia mano di Ventura. Il tecnico ligure, infatti, non ha solo guidato i suoi verso una tranquilla salvezza, per ora i granata hanno 36 punti, ma ha anche fatto la storia recente del club, riportando il Toro agli ottavi di finale di Europa League.

SEGRETI – Sempre fedele al 3-5-2, ha ottenuto le sue fortune grazie alla voglia di riscatto di Quagliarella (14 gol stagionali), alla seconda giovinezza di Maxi Lopez (arrivato a gennaio), alle folate offensive di Darmian e Bruno Peres, a un centrocampo che abbina qualità e quantità e, soprattutto, a una solida difesa, guidata da un capitan Glik che in questa stagione si è trasformato anche in bomber (6 reti). Fino a domenica scorsa il Toro era una delle squadre più in forma, non a caso prima del ko di Udine non perdeva da 12 partite consecutive. Ma sopratutto veniva dall’impresa per 3-2 di Bilbao, che le era valso lo Zenit. Ora, invece, l’entusiasmo sembra essere scemato. La sconfitta in Russia di giovedì (2-0) ha complicato il cammino europeo degli uomini di Ventura, che ora saranno chiamati all’ennesima impresa giovedì all’Olimpico. Prima però c’è la Lazio, che viaggia con il vento in poppa. Dalle parti della Mole giurano che il pensiero è rivolto solo ed esclusivamente ai capitolini, ma il rischio che Quagliarella e compagni possano sedersi e pensare alla sfida di giovedì è alto. Spetterà dunque a Ventura evitare che ciò accada, senza Vives però, che sarà out anche contro la squadra di Villas Boas. Ma i numeri comunque dicono che per Mauri e compagni non sarà una passeggiata: il Torino in 12 partite casalinghe ha perso solo 2 volte, subendo appena 9 reti.

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