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Per Lei Combattiamo

22 volte auguri Felipe! Piedi da fuoriclasse, umiltà da gregario: così ecco che da “bidone” diventa “FA7”

jacoposimonelli@yahoo.it'

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Sabato 29 novembre, gara Chievo-Lazio. Pioli a fine primo tempo toglie Candreva. Inizialmente sembra una scelta tecnica, successivamente esce la verità: lesione di primo grado alla coscia sinistra, 20 giorni di stop per il numero 87. Il mondo laziale perde certezze, il futuro fa paura senza il proprio giocatore più rappresentativo. In quel momento nessuno riesce a pensare a un valido sostituto. Ma in panchina c’è un giovane brasiliano, grande amico di Neymar, arrivato l’anno prima dal Santos in cambio di 9 milioni. Il suo nome è Felipe Anderson Pereira Gomes, semplicemente Felipe Anderson. Ma facciamo un passo indietro. La sua prima annata è stata da dimenticare, ha pagato colpe non sue. Presentatosi ad Auronzo da infortunato, ha saltato tutta la preparazione estiva. Un ostacolo importante. Come se non fosse già abbastanza difficile cambiare continente e campionato. Se poi si aggiunge il fatto che la Lazio incappi in una stagione difficile, fatta di cambi di allenatore, delusioni e contestazioni, ecco che diventa praticamente impossibile incidere. Il punto più basso, il numero 7, lo raggiunge nella gara di Europa League contro il Ludogorets, dove sbaglia il rigore che avrebbe potuto cambiare la storia. Eppure il talento si vede, ci sono spunti interessanti ma sembrano tutti fini a se stessi. Chiuderà la prima annata con 20 presenze e 1 gol, al Legia Varsavia. C’è bisogno di ripartire.

PIOLI – Felipe sfrutta così le vacanze estive per ricaricarsi e si presenta ad Auronzo in grande forma. L’anno prima non conta più. C’è un nuovo allenatore, Pioli, tutti ripartono da zero. E fin dalle prime amichevoli si vede un giocatore diverso. Il classe ’93 sembra più sicuro dei propri mezzi, ha più fiducia. Tuttavia, nelle gerarchie iniziali il neo tecnico laziale sceglie Candreva e Keita. Avendo solo il campionato, per Felipe diventa difficile trovare spazio. La più grande occasione gli capita a ottobre, durante il match casalingo contro il Torino. Pioli lo sgancia dal 1′, probabilmente il brasiliano sente troppo la pressione e dopo un solo tempo viene cambiato. Un cambio che sa di bocciatura. Felipe finisce nel dimenticatoio. Fino a quel 29 novembre.

TUTTO HA INIZIO DAL VARESE E DA GOBBI – Come detto all’inizio, Candreva si è infortunato. La prima partita in programma dopo quella contro il Chievo è Lazio-Varese, quarto turno eliminatorio di Coppa Italia. Anderson viene riproposto dall’inzio. E’ carico, vuole fare bene. Ma non riesce a ingranare. Le sue giocate non risultano mai decisive. La musica sembra la stessa. Ma ecco la svolta: minuto numero 80, Felipe riceve palla sulla destra, punta la porta avversaria e scarica un destro che non lascia scampo al portiere dei lombardi. Qui inizia la sua scalata verso il calcio che conta, grazie a questa perla diventa il sostituto naturale di Candreva. Quattro giorni dopo la Lazio è di scena a Parma, Felipe deve dimostrare di essere cambiato. E fin dai primi minuti è devastante, i ducali non lo prendono mai. Così al 59′ arriva anche la sua prima gioia in Serie A: Djordjevic ruba palla a Gobbi e mette in mezzo un assist che il brasiliano deve solo spingere in rete. Questo è l’episodio decisivo, da qui l’ex Santos non si ferma più, chiude il 2014 con il botto. Regala due assist a Mauri nel 3-0 all’Atalanta, segna la sua prima doppietta in Serie A a San Siro nel 2-2 contro l’Inter. Inizia il 2015, anno nuovo, giocate…vecchie. All’Olimpico arriva la Sampdoria, Felipe l’annichilisce. Propizia l’1-0 di Parolo, segna il 2-0 con un meraviglioso tiro da fuori e dopo uno straordinario coast to coast, dove salta 3 giocatori doriani, regala il 3-0 a Djordjevic. Ora tutti lo temono, tutti tentano di prendergli le contromisure. Ecco arrivare il derby. Torna Candreva, così Pioli sceglie il 4-2-3-1, in modo da avere in campo i due esterni e Mauri. Impossibile fare a meno del brasiliano. Garcia però si sente sicuro, è convinto di poter arginare il nuovo idolo biancoceleste. Ma non è facile fermare uno che va al doppio della velocità altrui. Così, nella stracittadina, Felipe regala l’assist dello 0-1 a Mauri e successivamente segna la rete dello 0-2. Un debutto niente male, Anderson è la star indiscussa del campionato.

GENNAIO MESE NERO – Ma come spesso accade nella storia della Lazio, la sfortuna è dietro l’angolo. Il 13 gennaio, il padre di Felipe viene arrestato con l’accusa di duplice omicidio. Una notizia che sembra porre fine al suo momento positivo. In più il destino ci mette il carico da 90 e FA7 s’infortuna anche: 20 giorni fuori. Così ne approfitta per volare in Brasile e ricaricarsi. Anderson è convinto che il suo talento vincerà su tutto. E non sbaglia.

TORNA FELIPE, VOLA LA LAZIO – Contemporaneamente alla sua assenza, anche la Lazio cala. Le sconfitte contro Napoli, Genoa e Cesena la allontanano anche dalla zona Europa League. Ma tutto sta per cambiare. Felipe rientra con il Genoa, non è ancora al meglio. Pioli però non può aspettarlo e lo schiera titolare nella trasferta di Udine. La Lazio vince 1-0, da quel giorno inizia la serie di 8 vittorie consecutive. Prima di quella partita la Roma era distante 12 punti, ora è sotto di uno. Tutto questo grazie, soprattutto, al numero 7 laziale. FA7 regala magie e gol contro tutti, entra sempre in ogni rete biancoceleste. Segna a Sassuolo, Torino (due volte), Verona ed Empoli, raggiunge quota 10 sigilli, ed è devastante nella doppia semifinale contro il Napoli dove regala due assist che permettono a Klose e Lulic di eliminare i partenopei e di portare Pioli in finale. Piedi da fuoriclasse, umiltà da gregario. Da brutto anatroccolo Felipe diventa un cigno. Da “bidone” diventa “FA7”, proprio perché ricorda un certo CR7 che gioca a Madrid.

AUGURI FA7 – Nel calcio, come nella vita, vince sempre chi sa cogliere le occasioni al volo e non molla mai. E serve anche fortuna. Felipe Anderson ne è la prova. Se Candreva quel sabato di fine novembre non si fosse infortunato e se Gobbi non avesse perso quel pallone a Parma, oggi 15 aprile sarebbe stato lo stesso un giorno speciale? Ne dubitiamo. Ma dato che Felipe ha saputo prendere il treno al volo, oggi auguriamo al fenomeno laziale i nostri migliori auguri per i suoi 22 anni. Sperando in un futuro sempre più biancoceleste e ricco di magie: auguri campione!



 


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SERIE A| Il Monza raggiunge la Lazio in classifica, il Bologna sale al quarto posto. Tra Roma e Fiorentina termina 1-1 con tre espulsi

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Terza giornata di Serie A, dopo la sfida di venerdì tra Juventus e Napoli e la giornata di anticipi di ieri, che ha visto anche il pareggio della Lazio in casa dell’Hellas Verona. Alle ore 12:30 sono scese in campo Frosinone e Torino, con le due squadre che sono rimaste bloccate sullo 0-0 per tutti i 90 minuti: un pareggio con cui i granata hanno mancato il sorpasso alla Lazio e i padroni di casa l’aggancio ai biancocelesti. Alle ore 15 si sono invece date battaglia Monza e Genoa.


Primo tempo con poche emozioni, annullato un gol per fuorigioco a Ciurria. Nel secondo tempo il copione della partita non sembra essere cambiato, l’occasione più pericolosa della partita arriva solo al minuto 62’, dove Retegui non riesce a segnare da distanza ravvicinata, spedendo la palla alta sul tiro teso di Messias trasformatosi successivamente in passaggio.
La risposta del Monza arriva all’82’ dove Dani Mota trova un gol complicato, protagonista totale dell’azione che lo vede raccogliere palla a centrocampo spalle alla porta, girandola velocemente lungo la fascia destra verso Colpani che saggiamente aspetta il rimorchio di Pedro Pereira che di prima con un passaggio veloce, raso terra trova l’inserimento a centro area di Dani Mota che con un tiro strozzato sul secondo palo trova la rete. La partita termina così 1-0 per i lombardi, che raggiungono e superano la Lazio in classifica.


Il match delle 18 tra Salernitana e Bologna è finito 1-2 per gli ospiti. La squadra di Motta è passata subito in vantaggio al 9′ con Zirkzee, che poi ha raddoppiato al 20′. La Salernitana ha accorciato le distanze al 75′ con Simy, ma alla fine ha avuto la peggio. I rossoblù, assoluta sorpresa di questo campionato, salgono così al quarto posto in classifica. A breve ci sarà Roma-Fiorentina.


Termina anche il match della sera disputatosi all’Olimpico tra Roma e Fiorentina. Partono bene i padroni di casa che riescono a passare in vantaggio subito con Lukaku, poi raggiunti dal colpo di testa di Lucas Martinez al 66′. Il match termina 1-1 e con la Roma in 9, dopo le espulsioni nel secondo tempo di Zalewski e Lukaku.  Al termine della partita è stato espulso anche Milenkovic per i viola. 


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