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Fiore e quei gol a Buffon: “Ma ora ci pensa Felipe”
L’ammazza-Juve a tinte biancocelesti. I tifosi della Lazio non hanno mai dimenticato Stefano Fiore. Il killer dei bianconeri, veniva definito anche perché nella storia biancoceleste pochi hanno segnato alla Vecchia Signora quanto lui. Perfino Buffon lo rammenta bene. E questo grazie ai sei gol rifilati agli juventini nel biennio 2002-2004, reti decisive per la conquista della quarta coppa Italia, ma pure dell’ultima vittoria in campionato a Torino.
Le dispiace essere ricordato principalmente per questo?
«Assolutamente no anzi fa piacere perché segnare alla Juve, e in più per qualcosa d’importante, fa sempre un grande effetto e, quel che più conta, resta».
L’ultima vittoria a Torino con la Juve porta la sua firma, era dicembre del 2002.
«Lo so bene, finì 2-1 per noi, segnai una doppietta. Che partita, che emozione. C’era la nebbia, andarono in vantaggio loro con Nedved, ma poi feci due bei gol, soprattutto il secondo: tiro al volo da fuori area e beffai Buffon. Spero tanto che sabato sera questa specie di primato venga cancellato e che vinca la Lazio, ma non sarà facile».
A sentirla parlare, sembra quasi che lei senta aria d’impresa.
«La Lazio di Pioli gioca in modo fantastico, la Juve potrebbe essere un po’ distratta dalla Champions e la potrebbe mettere in difficoltà, anche se loro restano la squadra più forte di tutti, non ci sono dubbi».
E se succede?
«La Lazio andrà a meno nove e con sette gare alla fine, potrebbe darle un po’, solo un po’ di fastidio, ma anche dare una bel colpo alla Roma».
Questa attuale le ricorda un po’ la sua Lazio, quella della “Banda Mancini”?
«Ho sentito molti paragoni, ma se devo essere sincero ci sono molte similitudini con la nostra, è vero: gioca bene, è organizzata ed imprevedibile come lo eravamo noi, poi è affiatata e unita, e si vede. In più ha riportato la gente allo stadio e ha ricompattato l’ambiente. E anche noi facemmo bene o male la stessa cosa, anche se le situazioni erano un po’ diverse».
Quanti meriti ha Pioli?
«Tanti perché partire così forte in una piazza come Roma non è da tutti. Stefano è una persona eccezionale, ci ho giocato insieme a Padova, lui era all’ultimo anno di carriera, io giovane in rampa di lancio e mi ha riempito di consigli, fu importante per me. Non nego che ogni tanto ci sentiamo, gli auguro il meglio perché è bravo e se lo merita».
Un giocatore per cui ha un debole?
«Senza dubbio Felipe Anderson, le sue accelerazioni con palla al piede mi ricordano un po’ il primo Ronaldo all’Inter».
(Il Messaggero)
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