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Firmani: “Difficilmente in Europa si trovano curve come quella biancoceleste”
Quattro partite accendono la rivalità cittadina nella capitale con un retrogusto dal sapore di Champions. Fabio Firmani, in diretta su Radio Olympia, analizza la stagione della Lazio che si giocherà la possibilità di raggiungere il secondo posto nell’appassionante testa a testa con la Roma: “E’ una sfida appassionante con un vantaggio per la Lazio, non essere sotto pressione. La Roma è partita con ben altri obiettivi ad inizio stagione mentre la Lazio è consapevole di aver fatto un campionato superiore alle aspettative e quindi vuole il secondo posto ma non ha pressioni. La Lazio ha raggiunto il suo obiettivo che era quello di tornare in Europa League, in più ha raggiunto due finali quella di Coppa Italia e quella di Supercoppa. Viste le premesse la Lazio ha già vinto. Con questa consapevolezza e tranquillità adesso può giocarsi da favorita il secondo posto per realizzare qualcosa di straordinario. La Lazio può giocarsi le ultime quattro partite divertendosi e lasciando ad altri le pressioni. Felipe Anderson è stato determinante per l’ascesa della Lazio ma la vera sorpresa per me è De Vrij. Non vedo difensori in Europa del suo livello a 23 anni. Ha grandissima personalità oltre alle doti tecniche e fisiche che ormai sono sotto gli occhi di tutti. Credo che la società non sia sorpresa di vedere la squadra così in alto in classifica perché sapevano di aver costruito un’ottima squadra. De Vrij e Gentiletti mi hanno impressionato subito, Basta è un terzino affidabile ed esperto, lo stesso Biglia sta crescendo molto. Sono molto contento per Pioli, la piazza sta apprezzando l’uomo oltre alle qualità tecniche. La società è stata brava, non solo sul mercato, ma anche nel lavoro svolto sul gruppo. Tutti i ragazzi hanno il giusto atteggiamento, sano ed integro a differenza di quello che vediamo in altri club con ragazzi un pò troppo esuberanti fuori dal campo. Pioli è molto bravo a lavorare con i ragazzi la sua primavera nel Bologna giocava benissimo e ha prodotto calciatori molto interessanti. Io non dimenticherò mai quando ho avuto modo di incontrarlo, io ero molto giovane e lui durante un allenamento si fermò mentre ci stava guardando per darmi dei consigli. Quello che sta dimostrando il popolo laziale adesso non si vede da nessun altra parte in Europa. Quarantamila persone allo stadio con grande cultura sportiva, difficilmente si trovano curve come quella biancoceleste”.
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Il Messaggero | Retegui e Immobile, il doppio duello
Ciro e Mateo, nemici o amici? Mentre Immobile è costretto a dire di no per la quarta volta di fila alla Nazionale a causa degli infortuni, l’Italia scopre Retegui. “Chapita”, soprannome dovuto al padre (e agente) Carlos José detto “Chapa”, ha messo la firma nelle sue prime due partite in azzurro facendo prendere una mezza rivincita a Mancini. Descritto come una copia del primo Batistuta, tegui ha dimostrato di saper farsi sentire dentro l’area, ma il ct ha volato basso: «Ha bisogno di tempo, ma sicuramente fa gol ed è importante per un centravanti». Al Mancio avrebbe fatto comodo avere a disposizione Immobile, ma il solo Ciro non basta. Ecco quindi che si fa strada la candidatura del 23enne Mateo, argentino dalle origini siciliane (Canicattì). Messi alle spalle i momenti difficili col Boca Juniors e le parentesi all’Estudiantes e al Telleres, la svolta per la sua carriera è arrivata a febbraio scorso. Anche il Tigre lo prende in prestito per sostituire Pablo Magnin, ma a suon di gol (19) Retegui lo trascina nella Copa Sudamericana dopo nove anni. Scommessa vinta dal presidente del club di Vitoria, Ezequiel Melaraña, pronto a riversare nelle casse del Boca 2,4 milioni di dollari per assicurarsi la metà del cartellino del giocatore, valutato 20 milioni. A furia di segnare, per Mateo – adocchiato oltre due anni fa anche dall’agenzia di Totti – ora c’è la fila e tra i club interessati è emersa la Lazio. A Formello si sta ragionando su come intervenire in attacco dopo i tanti ko di Immobile. Con l’età che avanza, il capitano – costretto a saltare dodici partite quest’anno – comincia ad aver bisogno di rifiatare, e l’idea di un colpo importante in prospettiva futura fa gola. Di certo un aiuto arriverebbe con un piazzamento alto in classifica e l’eventuale qualificazione in Champions League. Milioni da riversare sul mercato per completare la rosa di Sarri alleviando la dipendenza da Ciro. L’unico dubbio risiederebbe nella capacità di quest’ultimo di dividere la luce dei riflettori sia nel club che nella Nazionale. Il ds Tare da tempo ha bloccato Sallai del Friburgo, ma la variabile Retegui potrebbe stravolgere tutto.
ASTA ITALIANA – Su Mateo sono piombati anche Atletico Madrid, Napoli e Roma, ma in prima fila c’è l’Inter. In attacco sarà rivoluzione nella prossima stagione sia che resti Inzaghi sia che si decida di virare su Antonio Conte (o un altro profilo): Lukaku tornerà al Chelsea (da valutare se si possa riaprire una trattativa, dipende dal prossimo allenatore), Correa sarà ceduto e Dzeko è in stand by. Salvo offerte monstre, dovrebbe restare Lautaro Martinez, mentre resta il rimpianto per Dybala, ma Retegui potrebbe rinforzare la rosa interista. «La sua testa è totalmente rivolta al Tigre e alla Nazionale. Deve restare tranquillo e mantenere i piedi per terra: non deve pensare ad altro che a imparare e migliorare», le parole del padre. Il club di viale Liberazione però ha un asso nella manica: Facundo Colidio. Acquistato nel 2017 a peso d’oro dal Boca Juniors, l’argentino ha un anno in meno di Retegui e gioca in prestito proprio al Tigre. Beppe Marotta non vuole farsi scappare una grande occasione e punta a uno scambio per chiudere un’operazione in stile Lautaro. Per Retegui sarebbe un importante salto di qualità. Fondamentale per la crescita e per l’attacco di Roberto Mancini. Il Messaggero/Valerio Marcangeli e Salvatore Riggio
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