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UDIENZA PAPA – Il comunicato della Lazio Pallacanestro: “Siamo stati trattati in modo scandaloso”
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Oggi la Polisportiva della Lazio è stata ospite di Papa Francesco, una giornata che è stata raccontata in lungo e in largo da noi di LazioPress. Un onore mai concesso prima alla società capitolina, un evento che moltissimi atleti ricorderanno a lungo. Proprio riguardo quanto visto questa mattina, la Lazio Pallacanestro ha pubblicato un comunicato stampa ufficiale, che riportiamo qui sotto integralmente.
La Lazio Pallacanestro 1932, ospite quest’oggi dell’incontro concesso da Papa Francesco a tutte le sezioni della Società Sportiva Lazio, comunica tutto il proprio disappunto per il trattamento subito al termine dell’udienza da parte della Polisportiva.
Una giornata di festa (con più di 8 mila tra atleti, dirigenti e appassionati del mondo Lazio, tutti colorati di biancoceleste) rovinata da quanto avvenuto durante la consegna dei regali al Pontefice. Ogni società infatti, ha avuto l’opportunità, (o a questo punto forse meglio dire “il privilegio”), di consegnare personalmente, tramite un proprio rappresentante, un omaggio al Santo Padre. Tutti, tranne la Lazio Pallacanestro, respinta e non considerata nel momento in cui la delegazione cestistica ha provato ad avvicinare il presidente Antonio Buccioni per porre la questione, ancora prima che iniziasse l’udienza. I nostri dirigenti hanno chiesto se era possibile consegnare di persona il regalo a Papa Francesco, ma a specifica richiesta, la risposta è stata: “ci dispiace, ma non è possibile incontrare personalmente il pontefice. Potete consegnare ora a noi il regalo, che poi sarà recapitato a Sua Santità in un secondo momento”. Una scelta logica, considerando le oltre 60 sezioni di cui è composta la Polisportiva, che la Lazio Pallacanestro ha rispettato senza batter ciglio. Una scelta comprensibile, almeno in partenza però, perché poi al termine dell’udienza, dopo la benedizione del Papa, una fila formata da dirigenti e presidenti delle varie sezioni, ha avuto l’onore di stringere la mano al Santo Padre, e di consegnare personalmente gli omaggi.
La canotta biancoceleste che la Lazio Pallacanestro ha appositamente realizzato per l’evento, con tanto di nome (Bergoglio) e numero (1) sulle spalle, è stata abbandonata su una sedia, ritrovata al termine dell’incontro come potrete osservare in questa foto. Il paradosso poi, è che in prima fila, tra i presidenti che hanno consegnato gli omaggi, c’era anche una vecchia conoscenza del basket biancoceleste, Simone Santi, presidente della Lazio Basket. Per fare un po’ di chiarezza: la Lazio Basket è una realtà che al momento opera solamente nel sociale e le uniche attività che svolge in campo, le fa attraverso tesserati esclusivamente di altre società, tra cui la Lazio Pallacanestro.
Noi il basket lo facciamo sul serio, ogni giorno, con ore e ore di lavoro in palestra, vantiamo una prima squadra maschile e una femminile, entrambe in Serie C nazionale, e tutto il vivaio dai bambini del minibasket fino all’Under21. Noi siamo il basket biancoceleste che fa sport, che lavora con ragazzi e ragazze di ogni età, che rispetta quei “valori olimpici” che tanto la Polisportiva acclama. Noi, siamo stati quelli trattati in questo modo scandaloso. Simone Santi ha avuto modo di consegnare a papa Francesco un trofeo e un pallone da basket autografato. Noi, quelli che hanno raccolto la pesante eredità della storica Lazio Pallacanestro facendo ri-nascere con onore e dignità la seconda sezione per numero di appassionati, siamo rimasti a guardare.
Una occasione persa, soprattutto per il messaggio che questa udienza poteva e doveva trasmettere a tutti, ma in particolare a due realtà con un passato fatto di vecchie ruggini come Lazio Basket e Lazio Pallacanestro: unione, rispetto e fratellanza, all’insegna dei valori dello sport. Una occasione che poteva e doveva essere un trampolino di lancio verso il futuro, per lavorare insieme per il bene del basket biancoceleste e della Polisportiva. La delusione è tanta, soprattutto perché con questo incidente il rischio è quello di creare ancora più tensioni e polemiche. Ci sembrava giusto però prendere una posizione netta e decisa riguardo i fatti di oggi, con un interrogativo che tutt’ora rimane aperto: se non siamo considerati, perché continuano ad invitarci e a fingere di considerarci parte della grande famiglia laziale?
Ufficio Stampa Lazio Pallacanestro
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