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FOCUS – Hernanes, l’8 e tanta nostalgia: il gran ritorno (da avversario) del Profeta

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Scarpini? Allacciati. Calzettoni? Tirati su. E la maglia? Pulita, stirata, appesa alla parete. L’Olimpico è una bolgia, la Curva chiama. Una piacevole sinfonia che si protrae lungo gli spalti e arriva dritta negli spogliatoi. Hernanes si guarda intorno. Ha un déjà vu, scene viste e riviste. Quante volte? Tante. Poi però, si accorge che il colore della maglia è diverso, al pari dei compagni al suo fianco e al numero dietro le spalle. ‘Marchetti? Ah no, scusa Samir’. Ora Hernanes gioca per l’Inter, ma fino a poco fa era un cuore laziale. I piedi parlano e predicano. Altrimenti che profeta sarebbe? Ma il cuore batte. E forte. Nerazzurro sì, ma forse, chissà, con un’indole ancora biancoceleste. Domani sera Hernanes tornerà per la prima volta all’Olimpico da avversario. Un’emozione forte per chi con questi colori ha regalato gioie e dispensato magie. Tre anni e mezzo di gol, assist, giocate. Sfide all’ultimo respiro e derby vinti. Anzi, il derby vinto. Non serve ricordarlo, tanto lo sapete già. Attore protagonista, un Oscar all’estro e un Golden Globe alla genialità.

Hernanes è sbarcato a Roma con un bagaglio di sogni e speranze nell’estate del 2010. Se n’é andato praticamente allo stesso modo. Ma oggi, tra le fila dell’Inter, quel bagaglio è appesantito dal peso di alcune parole che accompagnarono il suo addio: ‘Vado all’Inter per vincere…’ Cosa, però, ancora non si sa. Alcuni tifosi non gliel’hanno mai perdonato. E probabilmente non lo faranno mai. Ma come dimenticare quel numero 8 intriso di fantasia? Impossibile dai, troppi ricordi. Un brasiliano dal cuore d’oro e piedi fatati con un sorriso per tutti. Mai negata una foto, mai rifiutato un autografo. Gentile e generoso, tant’è che quando lasciò Formello regalò gli scarpini tra le lacrime. Domani sarà dura vederlo con quei colori, ma il calcio è così. Se è diventato grande lo deve alla Lazio, questo lui lo sa. E’ lungo il tunnel che conduce al campo. Il Profeta esce, si guarda nuovamente intorno. Panchine familiari, campo familiare, compagni familiari. Si avvia verso la Nord. Poi Mancini lo guarda: ‘Anderson, ma dove vai?’ ‘Scusa mister, è l’abitudine…’ Si avvia verso i compagni, si volta un’ultima volta. Un sorriso alla curva…e si comincia. ‘Palla Mateo!’ Let’s go. Ma da avversario.

 


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Champions League

Immobile nella storia: la sua doppietta è la seconda più veloce della Lazio in Champions

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Come riportato da Sky Sport, i gol di Immobile in LazioCeltic entrano nella storia biancoceleste: è la seconda doppietta più veloce della squadra capitolina in Champions. Il primato rimane a Simone Inzaghi, che il 14 marzo 2000 segnò ben quattro reti nel 5-1 della Lazio contro il Marsiglia, di cui due (la seconda e la terza) nel giro di 85 secondi.

Fraioli


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