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Alla fine paga Tare ma la Lazio non molla
Oltre il danno, la beffa. Non bastavano gli errori arbitrali durante Lazio-Inter, è arrivata anche la punizione. Il Giudice Sportivo ha fermato per un turno Marchetti (con ammonizione per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara) e Mauricio, salteranno entrambi la trasferta di Genova contro la Sampdoria, assenze pesanti nella corsa verso la Champions League. Ammenda di 1.500 euro per Stefano Mauri, giallo aggravato in quanto capitano della squadra. E poi multa con inibizione per Igli Tare, reo di aver rivolto all’arbitro espressioni ingiuriose. Non solo un danno economico, il diesse biancoceleste non potrà svolgere attività in seno alla FIGC e rappresentare la società fino al 25 maggio. Con la stessa motivazione, anche il Segretario generale, Armando Calveri, inibito sino al 18 maggio. La Lazio dunque potrebbe preparare un dossier con tutti i torti subiti: proprio la gara d’andata contro gli uomini di Mancini diede inizio ad una lunga sequenza di errori arbitrali. Dalle ingiustizie di San Siro, al derby passando per il Napoli in campionato, il doppio confronto con il Milan (campionato e coppa), fino alla sconfitta di Cesena e la goleada con l’Empoli. La lista è lunga, Igli Tare si è sfogato anche lunedì sera a «Tiki Taka»: «La rabbia è passata, mentre l’amarezza è aumentata. Non è una questione di episodi, è qualcosa di più complesso- Dispiace discutere ora da vittima, ma penso che la partita di ieri fosse troppo importante per il nostro cammino e che la terna arbitrale non sia stata all’altezza. Può capitare, ma tanti episodi ci hanno lasciati perplessi. A fine partita abbiamo cercato dei chiarimenti, ma non li abbiamo avuti, non siamo andati di molto avanti». La rabbia non finisce, la chance era ghiotta: «Sbagliare è umano – continua Tare – non sono errori volontari, ma molte situazioni hanno condizionato la gara e questo ci dispiace tanto. Malafede? Noi abbiamo una buonafede, è giusto così. Il calcio in Italia ha vissuto vicende negative, la dirigenza arbitrale capisca e mandi direttori di gara esperti». Ma nulla è compromesso, la Lazio è avanti al Napoli, lotterà fino alla fine per raggiungere l’Europa che conta: «Il destino è nelle nostre mani, ora è fondamentale vincere con la Sampdoria, così come avere il popolo biancoceleste al nostro fianco. Loro rappresentano una spinta in più per noi». La carica è arrivata pure dal presidente Lotito, nella giornata di ieri ha voluto ricordare la squadra del primo scudetto: «Il 12 maggio 1974 la Lazio batteva il Foggia 1-0 grazie ad un rigore di Giorgio Chinaglia laureandosi campione d’Italia per la prima volta nella sua storia. Si trattò di una vera impresa, impensabile fino a quel momento, compiuta da un gruppo straordinario, guidato da un tecnico straordinario, Tommaso Maestrelli. Il mio ricordo è dedicato a quei giorni memorabili: ci restano tre incontri difficilissimi nel cammino compiuto quest’anno, abbiamo la possibilità di concretizzare il sogno Champions come nessuno si sarebbe mai aspettato a inizio stagione e l’opportunità di giocarci la finale di Coppa Italia e Supercoppa italiana. Ce la metteremo tutta, questo è certo. Sono convinto che la squadra, lo staff tecnico e l’allenatore Pioli sapranno raccogliere quello stesso spirito del ’74 ed affrontare ogni singolo incontro con umiltà, spirito di gruppo, spirito di sacrificio, e forte determinazione con cui 41 anni fa approdammo alla vittoria, per ottenere oggi il massimo».
(Il Tempo)
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