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ESCLUSIVA – Josefa Idem: “Lo sport è stato al centro della mia vita. In finale che vinca il migliore!”

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La finale di Coppa Italia con la Juventus è ormai alle porte e nella capitale c’è già fermento per quella che sarà la settimana decisiva per la Lazio che, dopo il match contro i bianconeri, sarà costretta a rituffarsi subito nel campionato perché ad attenderla ci sarà la Roma e un secondo posto tutto da conquistare. Ma andiamo con ordine. Prima di tutto c’è un trofeo da alzare al cielo contro una squadra, la Juventus, che sembra una corazzata invincibile in questa stagione. L’auriga Allegri ha guidato la Vecchia Signora al quarto Scudetto di fila, conquistando il pass per le finali di Champions e di Coppa Italia. La redazione di LazioPress.it ha contattato in esclusiva la pluricampionessa mondiale ed olimpica di canoa, nonché grande tifosa juventina, Josefa Idem, la quale ha parlato così della sfida fra la sua Juventus e la Lazio di Pioli il 20 Maggio all’Olimpico di Roma:

Lei è stata l’atleta femminile con più Olimpiadi disputate a livello internazionale. Un grande traguardo!

Un grande traguardo che si commenta da solo. Sono stati trentasei anni in cui lo sport è stato al centro della mia vita. Mi sono allenata tanto e ho partecipato a varie gare in giro per il mondo. Mi sono concentrata a pieno per questi grandi traguardi che ho ottenuto e mi è andata bene, sono stata fortunata.”

La vittoria che ricorda con più soddisfazione?

Tutte le vittorie sono state importanti e ricche di soddisfazioni. La medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sydney è stata molto particolare. Era la prima del nuovo millennio. Non si doveva gareggiare quel giorno, c’era molto vento, e alla fine si decise di gareggiare. Una vittoria bellissima, con molti momenti di suspense, poiché si doveva iniziare la mattina, ma la gara iniziò il pomeriggio. Una giornata molto particolare, ma è sicuramente il ricordo più bello.”

Un suo parere sulla violenza che c’è nel calcio, che molte volte rovina questo sport. Che ne pensa di questa situazione?

Il calcio è uno sport bellissimo. Anche io mi chiedo sempre il perché di tutta questa violenza che circonda questo sport. Il calcio oramai catalizza tutto. Non solo in Italia ci sono episodi di violenza, ricordo che ce ne sono stati in Inghilterra, in Germania, nei Paesi Bassi, ma sono riusciti sempre a porre rimedio e a trovare una soluzione. Forse in Italia i problemi che ognuno ha li scarica sul calcio, purtroppo la crisi che c’è attualmente non aiuta. Bisogna riuscire ad arginare il problema, trovando delle soluzioni.”

Lei è una grande tifosa bianconera. Va mai allo stadio? Mercoledì ci sarà la finale di Coppa Italia tra Juventus e Lazio. Un suo pronostico?

Sono una tifosa bianconera come tutta la mia famiglia. Andare allo stadio è una cosa che mi piacerebbe fare più spesso, ma purtroppo non ho sempre la possibilità di farlo. I miei figli hanno detto che i laziali sono bravi, ma non hanno chance. La Juventus ha vinto il campionato e può vincere tutto in questa stagione, è sicuramente la favorita, ma mercoledì che vinca il migliore.”

  


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ESCLUSIVA | 26maggio, Crecco: “Giornata unica, io mi ero affidato a Radu”. E su Sarri…

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26 maggio 2013, una data indimenticabile. Sono passati 10 anni dal giorno in cui la Capitale ha visto le due compagini della Città contendersi il trofeo più importante della storia calcistica capitolina: la Lazio ha battuto la Roma 1-0 nella finale di Coppa Italia con un gol di Lulic al 71esimo. Parole che a distanza di tempo risuonano come un mantra: tutti ricordano dov’erano il giorno del derby, come hanno vissuto l’attesa e come sono stati i festeggiamenti. Tutti ricordano la tensione e la gioia smisurata. E a raccontare i dettagli di quella giornata memorabile è stato uno dei protagonisti di quella rosa: Luca Crecco, all’epoca giovanissimo, ha alzato al cielo la Coppa da calciatore e da tifoso, un binomio che ha reso quei momenti ancora più emozionanti.

Stamattina aprendo i social si può notare che impazza un trend…

E’ tutto biancoceleste. In verità è da un po’ di giorni che è così, da quando la Società ha iniziato a ricordare attraverso i video la marcia di avvicinamento a quella finale. Bellissimi i social colorati in questo modo“.

E il risveglio del 26 maggio di 10 anni fa com’è stato?

E’ stata una giornata che non dimenticherò mai. Viverla in quel modo, da laziale, non ha prezzo. Ricordo ogni minimo istante, soprattutto il triplice fischio quando siamo corsi tutti in campo. Il giorno dopo, appena sveglio, ancora non avevo realizzato cosa fosse accaduto. Avevamo passato una serata fantastica, con i festeggiamenti in pullman fino a tardi. Giornata unica“.

Eri il più giovane della rosa del 26 maggio, chi è stato il calciatore che ti ha fatto da guida in quei giorni?

Ero un ragazzino, avevo 17 anni, ero al mio primo anno in pianta stabile in prima squadra. Ricordo che c’era una tensione incredibile e ogni calciatore stava un po’ sulle sue, era una partita troppo sentita. Avevo legato, oltre che con Strakosha che era salito con me dalla Primavera, con Radu, che mi ha sempre aiutato in tutto e mi ha fatto crescere anche come uomo. Mi ero affidato molto a lui, ma anche lui sentiva tanto la partita“.

La partita l’avete cominciata a sentire già dalla semifinale vinta con la Juventus?

Il pensiero del derby è arrivato dopo. Archiviata la gara con la Juve abbiamo solo pensato ai festeggiamenti, perché avevamo ottenuto la finale superando una squadra fortissima. E come l’abbiamo superata poi, all’ultimo minuto. Ritrovarsi in finale la Roma è stato un bel colpo, ma tutto bene quel che finisce bene“.

Passando all’attualità, la Lazio di oggi era preventivabile vederla in questa posizione di classifica?

Ci speravo. La squadra è collaudata ormai da anni, alcuni calciatori giocano insieme da tempo e si conoscono bene. Quest’anno si è vista davvero una Lazio importante, la mano di Sarri è statafondamentale“.

Ci vedremo presto a Roma?

Al momento sono a Roma e domenica sarò all’Olimpico, a Formello un domani chissà… è difficile, ma la speranza è l’ultima a morire“.

 


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