Per Lei Combattiamo
FOCUS – Quando il palo tarpa le ali alla Lazio: da Vieri a Nedved, quanti precedenti…
Juventus-Lazio, in pratica ieri sera. Finale di Coppa Italia. Siamo ai supplementari, al minuto numero 94. La gara è bloccata sull’1-1, lo spettro dei rigori si avvicina. Sul finire dei tempi regolamentari, Djordjevic, appena entrato, ha sprecato una clamorosa occasione. Il serbo ha così tanta rabbia in corpo. E il destino gli riserva una seconda chance: minuto numero 94, appunto, il numero 9 riceve palla e fa partire un violento sinistro. Il tiro è potente e preciso, Storari si tuffa ma è in ritardo. Il palo però, anzi il doppio palo, è amico del portiere juventino e la palla dopo aver colpito entrambi i legni esce, clamorosamente, fuori. Gol sbagliato, gol subito: poco dopo arriva il gol di Matri che chiude i giochi. E’ la dura legge del gol, cantava Max Pezzali. Niente di più vero. Eppure non è la prima volta che pali o traverse fermano le ambizioni laziali, la storia dei biancocelesti, recente e non, è piena di episodi.
SIGNORI – 28 febbraio 1995. All’Olimpico, la Lazio di Zeman riceve il Borussia Dortmund nell’andata dei quarti di finale di Coppa Uefa. I capitolini dominano la partita, eppure vinceranno solamente per 1-0, grazie a un’autorete di Freund. Tra tutte le occasioni sciupate dai biancocelesti, c’è quella clamorosa di Giuseppe Signori, che con un violento mancino prende il doppio palo, esattamente come Djordjevic ieri sera. Una vittoria di misura che non basterà per il ritorno, visto che i tedeschi segneranno 2 gol.
VIERI – 17 aprile 1999. La Lazio di Eriksson riceve la Juventus. E’ prima in classifica, con un risicato vantaggio sul Milan secondo. Dunque ha un solo risultato a disposizione: la vittoria. Pochi giorni prima ha perso contro la Roma, la squadra bianconera sembra essere l’occasione giusta per ripartire. Salas e compagni partono forte, ma la sfortuna è dietro l’angolo. Sullo 0-0, Vieri s’invola verso la porta difesa da Peruzzi e lascia partire un sinistro a giro al bacio, che non lascia scampo al portiere di Blera. Ma ancora una volta c’è il palo a mettere i bastoni tra le ruote ai capitolini. Dal possibile 1-0 alla beffa dello 0-1. Arriverà così la doppietta di Henry e la rete di Amoruso, che renderanno vano il gol di Mancini. E per rendere il tutto più amaro, nel finale il numero 32 laziale prenderà un altro legno, stavolta la traversa. Quella sconfitta costerà lo scudetto alla squadra di Eriksson.
NEDVED – 17 dicembre 2000. La Lazio è campione d’Italia in carica e affronta la Roma. L’inizio in campionato delle due romane è stato deludente, ma a fine stagione i giallorossi trionferanno. Grazie sopratutto a questo derby. La Lazio scende in campo motivata, gioca bene. Eppure il gol non arriva. Fino a quando, al 70′, l’autogol di Negro sblocca l’incontro, a sfavore della squadra di Eriksson però. Una mazzata per Crespo e compagni. Eppure a pochi minuti dalla fine, quasi in extremis, l’opportunità per pareggiare ci sarebbe ma la violenta punizione battuta da Nedved vede la palla sbattere prima sulla traversa e poi rimbalzare lontana dalla porta difesa da Antonioli. Una beffa nella beffa.
CISSE’ – Questa è una partita finita, fortunatamente, bene. 16 ottobre 2011, Lazio-Roma. Gli uomini di Reja vengono da 5 ko di fila nei derby. E l’inizio del sesto non sembra promettere bene: dopo pochi minuti, infatti, Osvaldo porta avanti De Rossi e compagni. La sua esultanza (maglia con su scritto ‘Vi ho purgato anch’io’, ndr) carica i biancocelesti, che iniziano ad assediare la porta romanista. Così nella ripresa Brocchi guadagna un rigore, trasformato da Hernanes. Ma ecco che poco dopo Mauri serve Djibril Cissè con una palla al bacio. Il francese è in crisi, arrivato per fare la differenza è finito sul banco degli imputati per la sua scarsa vena realizzativa. Quel giorno ha l’opportunità di cambiare la storia. Riceve il lancio al bacio del capitano biancoceleste e impatta la palla violentemente di destro. Stekelenburg può solo guardare. Ma la fortuna è amica dell’olandese, visto che il tiro del numero 99 laziale si stampa contro il palo, che probabilmente ha tremato a lungo. Per fortuna in extremis ci penserà Klose a sistemare le cose, ma il francese non si rialzerà più e a gennaio andrà via.
KOZAK – Stessa stagione, stessa sfortuna. La Lazio è in corsa per il 4° posto e va a San Siro contro l’Inter, vincendo andrebbe addirittura terza. La gara si mette subito bene, rigore con espulsione di Julio Cesar e gol di Zarate, ma i nerazzurri ribaltano tutto, con Snejider ed Eto’o. Nel finale però, ecco la grande chance: capita sui piedi di Kozak. L’attaccante si libera bene in area, ma il suo tiro finisce sulla traversa. Un ko pesante, che però tiene ancora in corsa Hernanes e compagni per la Champions. Quella sfuma alcune partite dopo, con la sconfitta di Udine. La doppietta di Di Natale affossa la Lazio, che sbaglia anche un rigore con Zarate. Entra ancora Kozak e riapre la partita. I capitolini hanno anche un uomo in più, premono per il pareggio. Che potrebbe arrivare poco dopo, se il colpo di testa a botta sicura del ceco non finisca sul palo. Ci sarà così una sconfitta pesante, che risulterà decisiva a fine stagione per il non raggiungimento della Champions League.
MAURI – Ed eccoci arrivati a quest’anno. 11 gennaio 2015, Roma-Lazio. I giallorossi giocano per il primo posto, gli uomini di Pioli, dopo un inizio balbettante, sono in ripresa e sognano la Champions, grazie sopratutto a Felipe Anderson. La stracittadina inizia alla grande. Mauri e FA7 portano sul doppio vantaggio i biancocelesti, che sfiorano più volte il colpo del ko. A inizio ripresa arriva il gol di Totti che riapre tutto. Ma la Lazio non si spaventa e continua a giocare. E l’occasione per chiudere la contesa arriva sui piedi di Mauri, ma il suo tiro finisce sul palo, la Roma si salva. E puntualmente arriva il gol di Totti, che aumenta i rimpianti di Candreva e compagni. Un pareggio che sa di beffa.
Quello di ieri sera non è stato dunque il primo palo “pesante” colpito dalla Lazio, ma nel calcio bisogna provare a essere sempre più forti della sfortuna. E questa squadra ha dimostrato di avere le qualità per esserlo…
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