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ESCLUSIVA – A tu per tu con la sorella di Anderson: ”Siamo legatissimi. Felipe? Un guerriero. Sul soprannome…”

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”Pipe, passe a bola! A bola!” Pipe non la passa mai, la vuole tutta per sè. A bola sì, la palla di cuoio. Dribbling e scatti, numeri e veroniche. ”Ma questo Pipe, chi è?” Direte voi. E se vi dicessi Felipe Anderson? Ora tutto è più chiaro, Pipe è il suo soprannome. Deriva da…? Ce lo racconta sua sorella, Juliana, tra sorrisi, risate e un grande affetto per suo fratello: ”Pipe è il soprannome col quale ha iniziato a chiamarlo Dudaracconta Juliana in esclusiva per LazioPress.it – la sua sorellina minore di cui Felipe è veramente innamorato! Noi abbiamo un rapporto splendido, l’uno sa tutto dell’altro. Da qualche anno poi mi dedico alla sua carriera, ho partecipato alla chiusura della maggior parte dei suoi contratti. La Lazio ha creduto fortemente in lui, non smetteremo mai di ringraziarli per questo. Cosa lo ha spinto ad accettare? L’amore dei tifosi prima di tutto. I laziali sono calorosi, affettuosi, un po’ come noi brasiliani! Il mio sogno era vedere Felipe essere finalmente riconosciuto come il grande giocatore che è. Oggi tutto questo si è realizzato, i tifosi lo sostengono e lo incoraggiano costantemente. Abbiamo creato un FanPage ufficiale circa 3 anni fa, abbiamo ricevuto più di 10 mila messaggi da parte dei tifosi laziali prima che FA7 mettesse piede in Italia. E’ stato molto importante per lui.

Continua Juliana: ”Felipe è un vero atleta, è attento a tutto. Per diventare grandi calciatori ci vuole molta cura, si deve mangiare bene, dormire le ore necessarie per recuperare, concentrarsi su se stessi. Caratterialmente siamo simili. Non facciamo molta vita mondana, spesso siamo a casa a guardare un film, lui ama giocare ai videogiochi. Poi parliamo moltissimo su Skype con la nostra famiglia in Brasile. La lontananza è tanta, quindi cerchiamo di connetterci spesso. Io sono la testa, lui il corpo. Lui lavora sul campo e io lo faccio fuori. Ama i bambini e gli animali, è una persona sensibile, come tutti nella nostra famiglia. La religione? Crediamo molto in Dio. Abitavamo in una casa piccolissima, piena di insetti, grazie a Dio oggi siamo nella città eterna. Mio padre ci ha sempre detto una cosa importante: il giorno si lavora, ma la notte si può sognare. E noi, grazie alla Lazio, stiamo realizzando un sogno. Sono davvero orgogliosa di poter lavorare con mio fratello. Ora sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza e mi manca poco per finire. Lo faccio perché sono appassionata di calcio e del mondo giuridico. Le passioni di Felipe? Dio, la famiglia e il suo lavoro! E la pasta, è il suo piatto preferito.”

Infine Juliana si sofferma sul suo arrivo alla Lazio, tra sogni, speranze e qualche difficoltà: ”Prima di arrivare alla Lazio Felipe ha subito un grave infortunio, il più grave della sua carriera. Così quando è arrivato a Roma si è stato costretto a stare fermo. Ha saltato la preparazione, ha dovuto aspettare un po’ prima di poter tornare a giocare. Non è stato per niente semplice, ma nella nostra vita abbiamo dovuto superare ostacoli ben più grandi. Felipe è un guerriero, è riuscito a rimanere tranquillo anche se gli andava tutto storto. A questo poi devi aggiungere tanti altri piccoli fattori. Ci è voluto un po’ per abituarsi al calcio italiano, è completamente diverso da quello brasiliano. Ci vuole tempo per ambientarsi, cambiare le proprie abitudini, il cibo e soprattutto imparare la lingua che non è assolutamente semplice. Felipe si è iscritto a dei corsi di italiano già quando eravamo in Brasile, con un insegnante madrelingua. Ha lanciato una sfida a sé stesso. Ma tutti insieme e con l’aiuto di Dio è riuscito a dimostrare quanto vale.”

E ancora: ”Un consiglio che voglio dare a Felipe? Di andare sempre avanti, senza fermarsi mai, per far vedere al mondo realmente quanto vale. Ha grandi doti ed è un ottimo calciatore. Di avere sempre fede in Dio e di rimanere tranquillo, perché il successo, per lui sarà solo una conseguenza delle sue capacità. Qualità? Ne ha molte, psicologicamente è forte ed esplosivo! Un difetto di Felipe? E’ troppo geloso di me (ride, ndr). Siamo legatissimi e siamo l’uno a disposizione dell’altra 24 ore su 24. Lui sa che può sempre contare su di me, e viceversa. La sua soddisfazione più grande? Credo sia riuscire a rendere felice e orgogliosa la sua famiglia. Si dedica interamente al calcio, cercando di migliorare giorno dopo giorno. La mia soddisfazione più grande invece è vederlo realizzare il suo sogno.”

A cura di Elisa di Iorio col contributo di Francesco Pietrella

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ESCLUSIVA | Manfredonia: “Sarri sta facendo un ottimo lavoro con una rosa non di primissimo piano. Derby? Giocarlo un grande sogno per un ragazzo di Roma”

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Una partita che non ha bisogno di presentazioni, una gara che “ferma” l’intera città di Roma. Questo è Lazio-Roma, il Derby della Capitale. Alle 18:00 è in programma, allo Stadio Olimpico di Roma, il fischio d’inizio, tra due squadre reduci da differenti stati d’animo dopo i risultati dello scorso giovedì in Europa. In vista della stracittadina, valida per la 27° giornata di Serie A ed importante in chiave corsa ad un posto in Champions League, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, un doppio ex che ha vestito entrambe le maglie nella sua carriera: Lionello Manfredonia. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, trascorre ben otto stagioni con la maglia della Prima Squadra. Prima di approdare poi in giallorosso per tre anni, Manfredonia indossa per due stagioni la maglia della Juventus, conquistando anche lo Scudetto nella stagione ‘85/’86.

 

La Lazio alterna grandi vittorie e prestazioni, come quella di Napoli, o contro Milan ed Atalanta, a partite sottotono dove lascia per strada punti preziosi. Qual è il suo pensiero sul lavoro svolto da Sarri fin qui?

“Sarri sicuramente sta facendo un ottimo lavoro pur avendo una rosa non di primissimo piano. Romagnoli sembra un giocatore pienamente recuperato dopo le opache stagioni al Milan, Patric un giocatore che sta migliorando di partita in partita”.

Anche la Roma, nei risultati, ha degli alti e bassi. In termini di gioco invece, quali differenze ci sono tra la squadra di Mourinho e quella di Sarri? Chi tra questi due grandi allenatori vede avanti nel proprio percorso?

“Anche la Roma ha una rosa ristretta, ma quando ci sono tutti può fare grandi partite, come contro il Salisburgo in Europa o la Juventus in campionato”.

Da doppio ex di Lazio e Roma, com’è vivere l’attesa, la settimana del Derby della Capitale da calciatore? Che sensazioni, emozioni ha provato?

“Per un calciatore che nasce nel vivaio di Lazio o Roma l’impatto emotivo alla stracittadina è diverso da chi viene da fuori. Se le cose vanno male, il tifoso lascia perdere gli “stranieri” e critica i giocatori locali. Per me è stato più semplice disputare il derby di Torino, molto meno coinvolgente. Ma comunque rimane un grande sogno per un ragazzo di Roma poterlo disputare”.

Tra Lazio e Roma ci sono solo due punti di differenza e, insieme ad Inter, Milan ed Atalanta, sono in piena lotta per un posto nella prossima Champions League. Tre posti per cinque squadre, quante possibilità hanno i biancocelesti di qualificarsi? Che lotta vede per queste 12 giornate che rimangono?

“È un campionato strano, svoltosi in due fasi, prima e dopo il Mondiale. Anche le piccole squadre tolgono punti alle grandi, solo il Napoli è al di sopra di tutti. Parecchi infortuni poi hanno condizionato le squadre, vedi Immobile nella Lazio o Dybala nella Roma. Entrambe possono rientrare nelle prime quattro”.

 


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