Esclusiva
ESCLUSIVA – Lombardo: “I tifosi laziali sono l’anima di questa società. La Curva Nord non si può scordare”
Con la maglia della Lazio è diventato campione di Italia, è salito sul tetto d’Europa vincendo una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea, un lottatore in campo e un uomo spogliatoio fino al midollo, tutto questo è Attilio Lombardo. La redazione di LazioPress.it lo ha intervistato in esclusiva dopo che, pochi giorni fa, ha terminato la sua esperienza in Germania allo Schalke 04 al fianco di Roberto Di Matteo. L’ex centrocampista biancoceleste ha toccato vari argomenti del mondo Lazio, tra cui i punti di forza della squadra di Pioli, consigli per il prossimo mercato e il suo futuro.
Il capitolo-Schalke si è appena concluso. Ci parli della sua esperienza in Bundesliga e di quell’impresa sfiorata al Bernabeu pochi mesi fa.
“E’ stata un’esperienza molto positiva. Parliamo di un campionato molto difficile e molto competitivo. Purtroppo quest’anno è andata male dato che non siamo riusciti a portare la squadra in Europa League. Per quanto riguarda invece la partita del Bernabeu è normale che ci sia rimasto un po’ di amaro in bocca. Siamo riusciti nell’impresa di vincere 4 a 3 in casa del Real Madrid, ma fare quattro gol non è bastato per passare il turno. L’impresa rimane ma, purtroppo, non è servita a nulla”.
Passiamo alla Lazio. La stagione biancoceleste è stata eccellente, merito del mister, Stefano Pioli. Cosa ha portato in più rispetto agl’anni precedenti?
“E’ stato assolutamente merito di Pioli. Arrivando terzi ha mostrato tutta la forza di questa Lazio. Anche domenica scorsa con il Napoli, nonostante sarebbe bastato solo un pari per qualificarsi alla prossima Champions League, ha dato una dimostrazione di forza, di compattezza, un’identità che mancava a questa squadra negli ultimi anni. Il merito va tutto a lui. E’ riuscito a far integrare al meglio tutti i giocatori, mandando sempre in campo la squadra per vincere. Ha fatto un girone di ritorno straordinario all’altezza della Juventus, meritando tutti gli elogi che ultimamente si sentono sul suo conto”.
Dove può o deve migliorare la Lazio?
“Fare meglio di questa stagione sarà sicuramente molto difficile. Possono anche arrivare dei nuovi giocatori ma, per migliorarsi veramente, la società deve comprare dei top player e, in questo momento, la Lazio non può permettersi investimenti di spessore. La Juventus rimane ancora molto lontana dalle altre squadre, ma se i giocatori dovessero mantenere la convinzione che hanno dimostrato quest’anno anche la prossima stagione, evitando i passi falsi di inizio campionato, può certamente ripetersi e, perché no, migliorare la propria posizione. Non è ancora una squadra competitiva per lo scudetto, ma può comunque dire la sua per il secondo posto. Mi sembra che solo la Juventus possa perdere il campionato”.
Ai biancocelesti è stato accostato recentemente un giocatore che lei conosce molto bene: Boateng. Potrebbe essere l’acquisto ideale per la Lazio?
“Boateng è un giocatore che ha già giocato in Italia ed io ho avuto la fortuna di poterlo ammirare dal vivo. Parliamo di un centrocampista dotato di grandi colpi e di una visione di gioco che altri non hanno. Sa giocare bene la palla di prima. Per lui, di fondamentale importanza, è la motivazione. Con la giusta motivazione ha le potenzialità di fare il titolare in qualsiasi squadra. E’ un giocatore che, se dovesse andare alla Lazio, potrebbe dare una grossa mano”.
Qual è il ricordo che più la emoziona del suo passato alla Lazio?
“Non c’è un solo ricordo. Sarebbe troppo facile dire ‘l’anno dello scudetto o la vittoria della Coppa delle Coppe’. Io ho un ottimo ricordo di tutto l’ambiente Lazio, dalla dirigenza fino ad arrivare ai tifosi. I tifosi sono l’anima di questa società e lo hanno dimostrato anche negl’ultimi mesi, sostenendo la squadra e trascinandola al raggiungimento degli obiettivi. La cosa che non potrò mai scordare è proprio quella curva che mi ha sempre regalato grandi emozioni e grandi brividi. Il ricordo più bello credo sia proprio questo”.
Cosa riserverà il futuro di Attilio Lombardo?
“Non lo so. Quando si fa questo mestiere non si sa mai cosa potrà accadere. Ora sono fermo in attesa di qualche proposta interessante. Mi godo la vacanza. Comunque mi piacerebbe iniziare un’esperienza da solo”.
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ESCLUSIVA | 26maggio, Crecco: “Giornata unica, io mi ero affidato a Radu”. E su Sarri…
26 maggio 2013, una data indimenticabile. Sono passati 10 anni dal giorno in cui la Capitale ha visto le due compagini della Città contendersi il trofeo più importante della storia calcistica capitolina: la Lazio ha battuto la Roma 1-0 nella finale di Coppa Italia con un gol di Lulic al 71esimo. Parole che a distanza di tempo risuonano come un mantra: tutti ricordano dov’erano il giorno del derby, come hanno vissuto l’attesa e come sono stati i festeggiamenti. Tutti ricordano la tensione e la gioia smisurata. E a raccontare i dettagli di quella giornata memorabile è stato uno dei protagonisti di quella rosa: Luca Crecco, all’epoca giovanissimo, ha alzato al cielo la Coppa da calciatore e da tifoso, un binomio che ha reso quei momenti ancora più emozionanti.
Stamattina aprendo i social si può notare che impazza un trend…
“E’ tutto biancoceleste. In verità è da un po’ di giorni che è così, da quando la Società ha iniziato a ricordare attraverso i video la marcia di avvicinamento a quella finale. Bellissimi i social colorati in questo modo“.
E il risveglio del 26 maggio di 10 anni fa com’è stato?
“E’ stata una giornata che non dimenticherò mai. Viverla in quel modo, da laziale, non ha prezzo. Ricordo ogni minimo istante, soprattutto il triplice fischio quando siamo corsi tutti in campo. Il giorno dopo, appena sveglio, ancora non avevo realizzato cosa fosse accaduto. Avevamo passato una serata fantastica, con i festeggiamenti in pullman fino a tardi. Giornata unica“.
Eri il più giovane della rosa del 26 maggio, chi è stato il calciatore che ti ha fatto da guida in quei giorni?
“Ero un ragazzino, avevo 17 anni, ero al mio primo anno in pianta stabile in prima squadra. Ricordo che c’era una tensione incredibile e ogni calciatore stava un po’ sulle sue, era una partita troppo sentita. Avevo legato, oltre che con Strakosha che era salito con me dalla Primavera, con Radu, che mi ha sempre aiutato in tutto e mi ha fatto crescere anche come uomo. Mi ero affidato molto a lui, ma anche lui sentiva tanto la partita“.
La partita l’avete cominciata a sentire già dalla semifinale vinta con la Juventus?
“Il pensiero del derby è arrivato dopo. Archiviata la gara con la Juve abbiamo solo pensato ai festeggiamenti, perché avevamo ottenuto la finale superando una squadra fortissima. E come l’abbiamo superata poi, all’ultimo minuto. Ritrovarsi in finale la Roma è stato un bel colpo, ma tutto bene quel che finisce bene“.
Passando all’attualità, la Lazio di oggi era preventivabile vederla in questa posizione di classifica?
“Ci speravo. La squadra è collaudata ormai da anni, alcuni calciatori giocano insieme da tempo e si conoscono bene. Quest’anno si è vista davvero una Lazio importante, la mano di Sarri è statafondamentale“.
Ci vedremo presto a Roma?
“Al momento sono a Roma e domenica sarò all’Olimpico, a Formello un domani chissà… è difficile, ma la speranza è l’ultima a morire“.
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