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ESCLUSIVA – Mino Caprio, doppiatore di Ted 2: “La Lazio di Pioli è sbarazzina e irriverente come il ‘mio’ orsacchiotto”
Laureato in Giurisprudenza alla Sapienza, Mino Caprio, prima di intraprendere l’attività di doppiatore, è stato professore di diritto nei licei e all’università per tre anni. È famoso per aver doppiato il personaggio di Peter Griffin nella serie animata I Griffin e C-3PO nei prequel della saga di Guerre stellari. In molte puntate de I Simpson ha dato la voce al barista Boe Szyslak. In quanto doppiatore di Peter Griffin, è stato scelto per dare la voce anche al famosissimo orso Ted che da stasera sarà in tutti i cinema italiani, con il sequel “Ted 2”. Nella sua famiglia si tramanda l’amore per la Lazio ed è proprio per questo che è stato intervistato in esclusiva dalla redazione di Laziopress.it:
Benvenuto ai microfoni di LazioPress.it, Mino Caprio. Stasera uscirà al cinema “Ted 2”, cosa dobbiamo aspettarci?
“Dobbiamo aspettarci la solita genialità di Seth MacFarlane che è l’autore di Ted nonchè dei Family Guy, come in originale è il titolo della serie, ormai famosissima in America e da noi invece più familiarmente come Griffin. Dobbiamo aspettarci grande comicità, battute surreali provenienti da Ted il quale è ancora più irriguardoso, più sboccacciato di Peter Griffin, ed è sempre il solito trasgressivo con quelle sue uscite che lascia veramente stupefatto lo spettatore. Io, siccome ho una serie di battute l’una consecutiva all’altra infatti, sul mio facebook ho detto: “portatevi il pitale per fugare ogni principio di pipì improvvisa che possa fuoriuscire e non ve la fate addosso, anche perchè se dovete ricorrere alla toilette del cinema, ovviamente, perdete poi le battute che vengono dopo, non lo dico io, lo direbbe probabilmente Ted (ride ndr)”.
Ted è un peluche in controtendenza, dissacrante e spensierato. Possiamo dire che dal punto di vista del gioco la Lazio di Pioli è stata sbarazzina e irriverente proprio come Ted?
“Beh si si, sicuramente, penso la massima espressione di questo sia proprio Felipe Anderson senza dubbio che spesso si è divertito a ironizzare con le sue giocate, ma non è che lo faccia in modo antisportivo perchè lui è un giocoso un fantasista, quindi i suoi goal secondo me sono stati un po’ alla Ted”.
Sappiamo che la sua è una famiglia di artisti, visto che anche i suoi figli hanno intrapreso questa carriera. Le è mai capitato di essere corretto proprio da loro durante una prova o una esibizione?
“Sicuramente sarà capitato, adesso non lo ricordo, però magari ad assistere ad un film oppure ad un qualche doppiaggio, soprattutto il mio secondo figlio Teo che è un po’ alla Ted (ride ndr) più che Gabriele, m’avesse detto: “Papà però non lo dovevi dire così, lo dovevi dire in un altro modo”, e mi ha corretto un’intonazione e io gli spiego: ” No guarda Teo che l’ho dovuta dire in questo modo per dei motivi ben precisi e lui mi lascia questa risposta”.
Oltre all’arte nella famiglia Caprio si tramanda anche l’amore per la Lazio di padre in figlio. Può svelarci se avete qualche rito scaramantico che vi accomuna?
“Quando ci troviamo davanti alla tv contorniamo lo schermo di gadget, sciarpe biancocelesti, questo senza dubbio, poi mio figlio Gabriele, il più grande ha preso come me, ad allontanarsi quando c’è un rigore a favore della Lazio; Sono rari purtroppo quei momenti perchè ce ne danno pochi. Questo non mi accadeva anni fa, adesso lo faccio, mi allontano, figuriamoci poi a un derby se dovesse accadere. Non riesco a stare lì davanti alla tv. Se invece stiamo allo stadio chino il capo”.
La salutiamo con una domanda secca: tra i giovani e più popolare Ted o Peter Griffin?
“Da quello che so io, credo entrambi, di solito vengo invitato spesso a questi Cosplay, che sono queste fiere del fumetto legate anche alle voci de doppiaggio. Il mio facebook ha un seguito di 8,700likes che è una cifra esorbitante e questo grazie anche a Ted e Peter e devo dire che sono seguiti entrambi nello stesso modo, sanno distinguerli per ironia per capacità comica, ma devo dire che la serie dei Griffin è seguita in modo eclatante senza dubbio e poi Ted va soltanto sul grande schermo, quindi Ted adesso è un appuntamento Ted 2 e chissà, ci sarà probabilmente Ted 3, bisogna aspettare sempre dalla mente funambolica di Seth MacFarlane, un annetto anche forse più per Ted 3”.
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ESCLUSIVA | 26maggio, Crecco: “Giornata unica, io mi ero affidato a Radu”. E su Sarri…
26 maggio 2013, una data indimenticabile. Sono passati 10 anni dal giorno in cui la Capitale ha visto le due compagini della Città contendersi il trofeo più importante della storia calcistica capitolina: la Lazio ha battuto la Roma 1-0 nella finale di Coppa Italia con un gol di Lulic al 71esimo. Parole che a distanza di tempo risuonano come un mantra: tutti ricordano dov’erano il giorno del derby, come hanno vissuto l’attesa e come sono stati i festeggiamenti. Tutti ricordano la tensione e la gioia smisurata. E a raccontare i dettagli di quella giornata memorabile è stato uno dei protagonisti di quella rosa: Luca Crecco, all’epoca giovanissimo, ha alzato al cielo la Coppa da calciatore e da tifoso, un binomio che ha reso quei momenti ancora più emozionanti.
Stamattina aprendo i social si può notare che impazza un trend…
“E’ tutto biancoceleste. In verità è da un po’ di giorni che è così, da quando la Società ha iniziato a ricordare attraverso i video la marcia di avvicinamento a quella finale. Bellissimi i social colorati in questo modo“.
E il risveglio del 26 maggio di 10 anni fa com’è stato?
“E’ stata una giornata che non dimenticherò mai. Viverla in quel modo, da laziale, non ha prezzo. Ricordo ogni minimo istante, soprattutto il triplice fischio quando siamo corsi tutti in campo. Il giorno dopo, appena sveglio, ancora non avevo realizzato cosa fosse accaduto. Avevamo passato una serata fantastica, con i festeggiamenti in pullman fino a tardi. Giornata unica“.
Eri il più giovane della rosa del 26 maggio, chi è stato il calciatore che ti ha fatto da guida in quei giorni?
“Ero un ragazzino, avevo 17 anni, ero al mio primo anno in pianta stabile in prima squadra. Ricordo che c’era una tensione incredibile e ogni calciatore stava un po’ sulle sue, era una partita troppo sentita. Avevo legato, oltre che con Strakosha che era salito con me dalla Primavera, con Radu, che mi ha sempre aiutato in tutto e mi ha fatto crescere anche come uomo. Mi ero affidato molto a lui, ma anche lui sentiva tanto la partita“.
La partita l’avete cominciata a sentire già dalla semifinale vinta con la Juventus?
“Il pensiero del derby è arrivato dopo. Archiviata la gara con la Juve abbiamo solo pensato ai festeggiamenti, perché avevamo ottenuto la finale superando una squadra fortissima. E come l’abbiamo superata poi, all’ultimo minuto. Ritrovarsi in finale la Roma è stato un bel colpo, ma tutto bene quel che finisce bene“.
Passando all’attualità, la Lazio di oggi era preventivabile vederla in questa posizione di classifica?
“Ci speravo. La squadra è collaudata ormai da anni, alcuni calciatori giocano insieme da tempo e si conoscono bene. Quest’anno si è vista davvero una Lazio importante, la mano di Sarri è statafondamentale“.
Ci vedremo presto a Roma?
“Al momento sono a Roma e domenica sarò all’Olimpico, a Formello un domani chissà… è difficile, ma la speranza è l’ultima a morire“.
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