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FOCUS – Astori sedotto e abbandonato dalla Roma. Intanto la Lazio ringrazia…
Estate 2014, la scorsa. C’è una Lazio da rifondare. I biancocelesti, infatti, hanno appena concluso il campionato al 9^ posto, restando, dunque, fuori dalle competizioni europee, e due pilastri della difesa come Biava e Dias lasciano la capitale dopo quattro stagioni in cui avevano formato una coppia a tratti invalicabile. La piazza mugugna e allora Tare e Lotito si buttano subito sul mercato. Pronti, via e la Lazio riscatta prima la seconda metà del cartellino di Candreva dall’Udinese, poi piazza i colpi Parolo e Basta, senza tralasciare l’acquisto di Djordjevic, un attaccante di cui se ne parla un gran bene, preso a parametro zero dal Nantes e annunciato già da mesi. Il vero reparto che necessita di rinforzi, però, è un altro, ovvero quello arretrato. Tanti i nomi che circolano in orbita Lazio: da Vlaar a Balanta, passando per Astori. Proprio il centrale italiano del Cagliari, però, sembra essere il vero obiettivo della società laziale. Si susseguono le voci di summit di mercato fra il club romano e quello sardo. Una telenovela lunga due mesi. “E’ fatta, Astori alla Lazio”, annunciavano i giornali. Il popolo laziale torna a sognare, potrà di nuovo ammirare un centrale italiano di spessore lì nel cuore della difesa. Poi il colpo di scena: “Astori rinnova con il Cagliari fino al 2017”. Lazio gelata e Lotito su tutte le furie perché ora il presidente Giulini, forte di un contratto appena prolungato, chiede 7 milioni per il cartellino del suo gioiello. Troppi, forse, e il club capitolino fa marcia indietro, spaventato dalle eccessive richieste economiche. E ora? Astori resta a Cagliari? Assolutamente no, perché per lui si fa subito sotto prepotentemente la Roma che chiude l’affare in poche ore, beffando la Lazio e facendo infuriare il popolo biancoceleste, irriso prontamente sui social dai tifosi giallorossi. Lotito e Tare non perdono tempo e, con un blitz in Olanda, si assicurano un talento di sicuro valore, capitano del Feyenoord ed eletto miglior difensore del mondiale in Brasile: tale Stefan de Vrij. La piazza sembra raffreddarsi, ma l’amarezza resta. A distanza di un anno, però, è tempo di bilanci. La Lazio con de Vrij ha trovato uno fra i più promettenti centrali difensivi che il panorama calcistico mondiale può offrire: 23 anni, grande possanza fisica, senso della posizione, buoni piedi, imbattibile nel gioco aereo e personalità da vendere. Il povero Astori, invece, sedotto nell’estate scorsa dalla Roma, è stato abbandonato in questa. Il difensore italiano non ha certamente brillato in questa stagione, collezionando in campionato solo 22 presenze da titolare (24 totali) e un gol, ad Udine, scatenando peraltro non poche polemiche, ed è stato, quindi, rispedito al mittente. La Lazio ringrazia, e si sfrega le mani per una vendetta che Lotito e Tare hanno atteso a lungo, in sordina, perché in fondo si sa, è un piatto che va servito freddo. E allora buona fortuna Astori e grazie Roma!
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Il Castellani di Empoli tra la prima Lazio di Sarri e l’ultima di questa stagione: la strada tracciata dal mister
La vittoria contro la Cremonese ha permesso alla Lazio di assicurarsi la qualificazione in Champions League anche al di fuori della penalizzazione di 10 punti inflitta alla Juventus, che già spediva matematicamente i biancocelesti nell’Europa che conta. Un percorso importante quello compiuto dai biancocelesti, che hanno così raggiunto l’obiettivo perseguitato già dalla passata stagione e che ha visto la sua realizzazione in queste ultime giornate. Una Lazio più consapevole, con molte meno fosse a livello psicologico e una solidità che in alcune gare ha fatto la differenza.
Un percorso iniziato nell’estate del 2021, si, ma che ha visto la sua prima tappa “ufficiale” al Castellani di Empoli il 21 agosto di quell’anno, quando la prima Lazio di Sarri vinse per 1-3 con le reti di Milinkovic, Lazzari e Immobile. Una Lazio che tra quella gara e la successiva, contro lo Spezia in casa, aveva fatto vedere delle cose buone, un principio di mentalità di Sarri che, come in ogni situazione in cui ha lavorato, aveva comunque fatto intendere che sarebbe stata questione di tempo prima che la squadra potesse ruotare. Ecco che da lì a breve fuoriuscirono subito alcuni “limiti” a cui lo stesso mister ha fatto cenno in più occasioni e che si possono racchiudere in un contesto mentale. Le varie defezioni che ne sono poi seguite sono tutte derivanti da ciò: brutti numeri difensivi in primis.
Tuttavia, con un mercato adeguato e più tempo per lavorare sul comportamento da adottare in campo hanno portato una freschezza importante per la stagione successiva: maggior solidità, soprattutto difensiva, e una mentalità che in moltissime occasione è sembrata resistere a quelle situazioni che la passata stagione sembravano non essere contenute proprio dai giocatori. I numeri difensivi ne sono la prova, ma anche alcune prestazioni importanti non sono da meno: dalle vittorie esterne contro Napoli e Atalanta fino al trionfo nei due derby e alle vittorie in casa contro Milan, Inter e Juventus. Risultati importanti che hanno tracciato un percorso di crescita che si concluderà, per quanto concerne questa stagione, proprio al Castellani. La chiusura di un cerchio, lungo due stagioni, che porta alla preparazione della terza stagione di Sarri sulla panchina biancoceleste. Quella della consacrazione. Quella della Champions.
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