Per Lei Combattiamo
FOCUS – Velocidad y disciplina: ecco Seck, la freccia mancina cresciuta alla Masia
Una freccia lì sulla sinistra. Anzi, meglio: una flecha. Alla spagnola, se preferite alla catalana. Fletxa. Dinamica, propositiva, veloce. Parliamo di Moustapha Seck, per tutti Musta. Stavolta all’italiana. Professione terzino mancino, ha stregato Pioli e tutto lo staff biancoceleste nel corso del ritiro. Due buone amichevoli (una da titolare) e fiducia conquistata. Silenzioso, attento e concentrato. Gliel’avranno insegnato alla Masia? Ebbene sì, basta vedere i tre dettami appesi ai muri di ogni spogliatoio: responsabilidad, etica, disciplina. Musta li possiede tutti, al pari di una spiccata propensione per la fase offensiva. Certo, deve migliorare diagonali e marcature. Ma la spinta c’è, forte e costante. Al pari del talento. Arrivato in Spagna dal Senegal all’età di 5 anni, Seck ha giocato nel Barca per diverse stagioni. Al suo fianco, i suoi amici Tounkara, Sanabria e Munir. Tante le progressioni lungo fascia con lo stemma del Barca sul petto, ancor di più i complimenti dei vari allenatori. ‘‘Guarda quel ragazzo, quanto corre….” Un treno, una freccia lungo la corsia. Faretra piena di sogni e via, Lazio alla finestra. Un’opportunità da non farsi sfuggire. Dalla Masia a Formello, dalla sangria al vinozzo dei castelli, quello bono. Altri costumi, altra lingua, altra realtà. Ma Seck non si spaventa. Anzi, continua a correre come ha sempre fatto.
Bastano la fiducia di Simone Inzaghi e l’affetto degli amici di sempre: Keita Balde e soprattutto Tounkara, accomunati dai trascorsi al Barcellona. Dopo qualche mese arriva anche il primo gol, nel 7-2 contro il Crotone. Sorrisi e complimenti, ormai Seck è di casa. E quest’anno? Altra stagione di livello (39 presenze complessive). Coppa Italia vinta da protagonista e via, secondo trofeo in bacheca dopo la Supercoppa contro il Chievo. Scudetto sfiorato soltanto in finale. Maledetti rigori. Ma resta la soddisfazione di aver annullato un giocatore come Verde in semifinale. ”Anvedi questo, un par de finte e lo mando ar bar…” Avrà pensato Daniele, fresco d’esordio in Serie A. ”Le gustaria…” Pensa invece Seck, fregandosi le mani. Il ragazzo di Dakar non gli fa toccare palla, lo anticipa e non abbocca alle sue finte. Infine, la Lazio alza al cielo il trofeo. Soddisfazione incredibile, ripagata dalla convocazione per il ritiro di Auronzo. Pioli ne studia i movimenti, potrebbe essere una buona alternativa sulla sinistra. Ma il ragazzo ha bisogno di giocare, in Primavera o in prestito. Si vedrà. Nel frattempo, Seck continua a correre. La flecha zurda non si ferma mai.
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