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I tifosi rossoblù: “Quella molotov poteva ucciderci” | Il Resto del Carlino

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«Quando si diventa oggetto di un’aggressione immotivata c’è solo tanta amarezza e basta. Poteva finire in tragedia». C’è poca voglia di parlare tra i tifosi del Bologna che, l’altra sera, nella Capitale, si trovavano sul pullman che, all’altezza di Ponte Salario, lungo il percorso che porta allo stadio, è finito nel mirino di un gruppo di ultras della Lazio.

Siamo a una decina di chilometri dallo stadioquando i sei pullman incolonnati finiscono nel mirino di una trentina di persone (questi i numeri forniti della questura di Roma). Gli ultras laziali fanno sfilare i primi cinque mezzi rossoblù, prima di dare il via all’agguato.

All’ultimo pullman, del gruppo Vecchia Guardia, riservano il lancio di due bottiglie e di alcuni sassi, con l’obiettivo di infrangere i vetri del mezzo, prima di gettare una molotov: la bottiglia incendiaria si infrange sul lato esterno della carrozzeria evitando conseguenze tragiche. Come il 18 giugno del 1989 quando alla stazione di Rifredi i tifosi della Fiorentina, sempre con una molotov, diedero fuoco al vagone su cui viaggiava l’allora 14enne Ivan Dall’Olio che rimase gravemente ustionato.

Una scena terribile che, tra l’altro, uno dei tifosi presenti sul pullman aveva già vissuto in quella giornata nera del calcio.

In questo caso, invece, il pullman finito nel mirino è riuscito a ripartire dopo aver subito comunque dei gravi danneggiamenti. La polizia, che scortava i pullman è poi intervenuta per scongiurare scontri e sul luogo dell’agguato ha trovato pure asce e spranghe.

«Abbiamo visto la bottiglia schiantarsi contro il pullman – racconta uno dei tifosi – e una scia di fuoco sull’asfalto. E’ stato orribile e abbiamo temuto seriamente per la nostra incolumità. Non possiamo nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se quella molotov fosse finita all’interno. E’ stata comunque un’imboscata premeditata». Intanto su Facebook si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà verso i tifosi rimasti coinvolti nell’aggressione.

«Se fossero applicate a Roma le regole valide per altre città, lo stadio Olimpico sarebbe squalificato 8 volte su 10», dice uno dei rossoblù.

Ilrestodelcarlino.it

 


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Il Messaggero | Lazio, da genio emarginato a valore aggiunto: la lunga metamorfosi di Luis Alberto

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«Hai messo fuori me, dovresti mettere fuori tutti adesso». Sta tutta qui la rifioritura del rapporto tra Luis Alberto e Sarri. La Lazio torna sconfitta da Lecce e si chiude in palestra per un faccia a faccia giocatori-tecnico. Lo spagnolo, out in Salento per un problema al ginocchio, senza mezze misure si sfoga col tecnico. In questo modo, dopo un ottimo mese di dicembre durante la pausa per il Mondiale, per il Comandante arriva l’ultimo tassello e la trasformazione di Luis può dirsi completata. Altro che l’intermittenza dei mesi precedenti con tanto di richiami di casa. Il Cadice invece dovrà ancora aspettare, perché il numero 10 si è ripreso la Lazio e difficilmente Sarri ci rinuncerà da qui in avanti. L’ex Liverpool d’altronde ha confermato la rinascita con i fatti, tanto da essere premiato con i minuti che prima non gli venivano concessi. Sono 1293 quelli del 2023, appena sei in meno di Milinkovic in un testa a testa impensabile a novembre scorso. Il Mago si è invece rimboccato le maniche e, se lascia qualche minuto, almeno si rifà contribuendo il doppio del Sergente alla fase offensiva della squadra. Due gol, uno valso tre punti contro la Sampdoria, e due assist con i quali è arrivato a quota 61 in Serie A dal 2016, numeri che non ha nessun altro. Sono ormai lontani i giorni in cui si percepiva la sua svogliatezza. L’impatto con la nuova gestione gli ha fatto capire di non avere più il posto sicuro, e dopo una stagione di assestamento, ormai l’armonia con Sarri l’ha trovata davvero. I suoi valori fisici sono sempre tra i più alti in squadra. Rispetto a prima corre di più (9,6 km di media) e lo confermano gli almeno 4 palloni che recupera a partita (al derby 5). Lucido quando c’è da difendere, senza però dimenticare la qualità, grazie alla quale con 94 passaggi riusciti nel derby ha fissato il record della 27° giornata. Niente croce, solo delizia il Mago, leader in tutto e per tutto, sempre pimpante in campo, ma pure nello spogliatoio.

LA RIPRESA – A conferma di ciò, non si vedono più nemmeno i giorni di vacanza che si prendeva in autonomia. Adesso il numero 10 è il primo ad arrivare a Formello, e infatti ieri ha ripreso normalmente le operazioni col resto della squadra. Sarri ha ricominciato subito a lavorare sulla tattica nonostante i sette calciatori partiti con le Nazionali. Il programma prevede per oggi una seduta pomeridiana, domani doppia e sabato mattina, prima di altri due giorni di riposo. Al termine di questi ultimi sarà atteso anche Immobile in gruppo. Provedel, Casale e Pedro invece, ieri gestiti, si rivedranno prima. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

 


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