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Stavolta Keita non basta
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Questa volta a Keita non è riuscito il miracolo di far vincere la Lazio. A Verona era entrato dalla panchina e aveva cambiato volto alla squadra, contro il Frosinone si era ripetuto, contro il Sassuolo ha garantito una bella scossa però non è stata sufficiente a fermare la formazione di Di Francesco che ha conquistato i 3 punti. Keita, nonostante le belle prove recenti, non ha ancora meritato un posto da titolare, perché l’allenatore Pioli l’ha ancora schierato a partita in corso. Però, vista la velocità, l’incisività e la freschezza, forse sarebbe il caso di puntare maggiormente sul brasiliano che resta uno dei migliori interpreti della formazione biancoceleste. Le cose migliori, infatti, sono arrivate dai suoi spunti, dai suoi cross e dalle sue percussioni nel contesto di un gruppo che, almeno in trasferta, subisce troppo, incassi tanti gol e produce poco in fase offensiva. Allora la domanda sorge spontanea: perché rinunciare alle verve di questo ragazzo spagnolo che accende sempre le partite della Lazio, quando viene mandato in campo? Quando si è bravi e decisivi non contano gli anni, né le gerarchie, perciò il Keita di questo periodo merita di giocare dall’inizio. Perché nemmeno lui può compiere sempre i miracoli ma chiede soltanto si poter dimostrare il suo valore nell’arco nei 90 minuti, non in spezzoni di gara, quando tutto diventa in salita e quindi anche più complicato. Ad ogni modo, anche in questa occasione, ha meritato la palma di migliore della Lazio
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CdS | Festa Lazio, quinto posto per 55.000
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Un grande pubblico saluta i biancocelesti: campionato concluso davanti alla Roma.
Come riportato dal Corriere dello Sport, notte d’altri tempi con il popolo biancoceleste che torna a riempire l’Olimpico. Erano 55.000 i tifosi presenti per mandare un messaggio a Lotito: serve una Lazio ancora più ambiziosa nella prossima stagione.
Ieri partenza schock dei biancocelesti, il Verona segna con Simeone e Lasagna. Poi la rimonta: Cabral, Felipe e Pedro. Hongla acciuffa il pari.
Immobile è per la quarta volta re dei marcatori. Lo precede, nella storia della Serie A, solo Nordhal: nessun attaccante italiano era mai riuscito nell’impresa. Ha vinto Sarri, applaudito sotto la Curva Nord, perché bastava un pareggio per finire quinto e piazzarsi davanti alla Roma (terzo anno di fila per la società). La qualificazione in Europa League può essere la base per costruire un futuro radioso, a patto di accontentarlo sul mercato e magari ribaltando il destino attraverso la conferma di un top player come Milinkovic, forse al passo d’addio nella scia di Leiva, Strakosha, Luiz Felipe e probabilmente Acerbi.
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