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FOCUS – Verso Lazio-Milan: il punto sui rossoneri
“Per come sono fatto io, non potrei mai allenare il Milan. Sono stato all’Inter, non potrei per rispetto verso i miei vecchi tifosi”, le dichiarazioni di Sinisa Mihajlovic nel novembre 2010. Invece l’ex allenatore della Sampdoria firmò un biennale con il Milan lo scorso 16 giugno, dopo essere stato nei pensieri del Napoli per il dopo Benitez. Nel giorno della presentazione di Mihajlovic, il presidente Berlusconi commentò così questa scelta e gli obiettivi stagionali: “I tifosi possono sperare nello Scudetto? Assolutamente sì, ritengo che si debba partire col traguardo più alto se si hanno basi per essere in lizza. Questo Milan con l’apporto del signor Mihajlovic può avere le caratteristiche e le qualità per competere con la Juventus per il primo posto in campionato“. Si sa, soddisfare le altissime esigenze del presidente rossonero non è impresa facile, ma il carisma del serbo poteva essere la carta vincente per rivedere il Milan nell’elite del calcio italiano. In estate la società è ritornata a spendere come ai bei tempi, grazie soprattutto all’entrata di Mister Bee. Sono arrivati calciatori di pedigree internazionale, come Bacca e Luiz Adriano e giovani made in Italy come Romagnoli, pallino del tecnico e voluto fortemente, e Bertolacci, arrivati dalla Roma per una valutazione totale di 45 milioni di euro, cifra ritenuta eccessiva da stampa e tifosi. Negli ultimi giorni di mercato, come da suo solito, Galliani ha portato a termine due operazioni: Kucka dal Genoa e il ritorno di Balotelli in prestito dal Liverpool.
Inizia la stagione, ma tutto l’ottimismo, la sensazione di un Milan ritornato ai vertici della Serie A, svanisce quasi subito. Sconfitta all’esordio contro la Fiorentina, con la squadra di Sousa padrona del campo per tutti i 90′ minuti. Nel derby alla terza giornata, un gol di Guarin decide il match, con Mihajlovic che perde la sua prima stracittadina milanese. Alla 7^ arriva a San Siro il Napoli. I rossoneri devono riscattare il k.o. di Marassi contro il Genoa, ma i partenopei sono in grande forma. La squadra di Sarri infligge un pesante 0-4, una dimostrazione di come il Milan non sia ancora pronto per competere per i primi posti. “Io non mi dimetto, non lo farò mai. La colpa è di tutti, mia per primo, poi di tutti gli altri. Ora non so cosa succederà, dobbiamo continuare a lavorare e basta. Poi vediamo se la società dovrà prendere delle decisioni”. Queste le parole del serbo dopo la debacle. Da li o si riparte o si va a fondo. Nelle successive tre partite sono arrivati sette punti, frutto del pareggio esterno contro il Torino e le vittorie in casa con il Sassuolo e il Chievo. Mihajlovic ha cambiato la squadra nelle ultime uscite: si è passati dal 4-3-1-2 al 4-3-3, con l’inserimento di Cerci nel tridente offensivo. La squadra con questo modulo sembra essere più compatta. Montolivo si è ripreso il ruolo di regista ai danni di de Jong, con Kucka e Bertolacci ai sui lati. Davanti la coesistenza tra Bacca e Luiz Adriano non ha funzionato come ci si aspettava. Allora, ecco la svolta: Cerci e Bonaventura, il migliore con distacco dei suoi in questo avvio di stagione, ai lati di Bacca, autore di 5 reti finora, con il colombiano a suo agio con questo sistema. In porta nelle ultime due partite la novità più grande e sorprendente: il sedicenne Donnarumma al posto di Diego Lopez, non convincente nelle sue prestazioni.
“Andiamo a Roma cercando di vincerla, sapendo che affrontiamo una squadra che ne ha vinte otto su otto e che per batterli dovremo fare la nostra migliore prestazione stagionale”, le parole di Sinisa in conferenza stampa. L’obiettivo dichiarato da mister e società è il raggiungimento della Champions League, e per poterci arrivare bisogna cominciare a spingere sull’acceleratore sin da domani sera, per non perdere terreno dai primi posti. All’Olimpico scenderanno in campo gli undici che hanno battuto il Chievo mercoledì: Donnarumma; De Sciglio-Alex-Romagnoli-Antonelli; Kucka-Montolivo-Bertolacci; Cerci-Bacca-Bonaventura.
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Onorato: “Prenderemo una decisione sul Flaminio. La Lazio è libera di fare lo stadio altrove”
Intervenuto ai microfoni di Radiosei, Alessandro Onorato l’assessore Alessandro Onorato si è espresso in merito alla situazione Flaminio legata alla Lazio.
Queste le sue parole:
“Parlando di impianti, è inutile discutere di Flaminio se il progetto non c’è. Il Comune di Roma è pronto ad affiancare e supportare il progetto, a seguire l’iter. Ma se il progetto non c’è, non possiamo parlarne.
Ovviamente il presidente Lotito è liberissimo di prendere o non prendere in considerazione il Flaminio, ci mancherebbe. Non vogliamo darlo per forza alla Lazio. Anzi, se Lotito avesse intenzione di farlo altrove, ci dicesse dove e siamo pronti a dare la stessa attenzione che abbiamo dato alla Roma. Lazio e Roma con stadi di proprietà sono un miglioramento importante. Fare uno stadio non è una passeggiata, ecco perché è giunta l’ora di non parlare del Flaminio tanto per parlarne. Ci sono troppe cose in ballo, troppi problemi da risolvere per banalizzare. Se la Lazio non mostrerà interesse, troveremo comunque un modo per ristrutturare il Flaminio. Tanto più che lo abbiamo messo tra le opere per i prossimi. Europei di calcio. Speriamo ovviamente di andare comunque a dama e di restituire l’impianto alla città e di esserci per vederlo. In chiusura, fortunatamente al Parco Lenzini la targa è al suo posto e speriamo possa rimanere li tranquilla per sempre.”
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