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ESCLUSIVA – Orlando celebra Klose: “Giocatore fantastico e leale. Inzaghi? Una scommessa rischiosa”

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Domenica calerà il sipario sul campionato, è giunto il tempo di tirare le somme. La Lazio non potrà che riflettere su una stagione deludente, altalenante e decisamente al di sotto delle aspettative e prenderne atto. I biancocelesti non hanno più nulla da chiedere alla classifica, l’unico intento è quello di chiudere la stagione con una vittoria.  Il compito, però, si complica se l’avversario da battere è la Fiorentina. Inzaghi dovrà dimostrare di meritare la riconferma. Per commentare questo finale di stagione, la redazione di LazioPress.it ha contattato in esclusiva Massimo Orlando, ex calciatore della Viola dal 1990 al 1997.

 Lazio e Fiorentina non hanno più nulla da chiedere al campionato. Che partita sarà?

“Sono due squadre che giocano bene a calcio, pertanto dovrebbe venir fuori una bella partita. Tuttavia, Simone Inzaghi si sta giocando la riconferma in panchina e vorrà ottenere a tutti i costi la vittoria, quindi credo che la Lazio affronterà la gara con più spirito di sacrifico e con maggior voglia di fare il risultato”.

Inzaghi potrebbe essere riconfermato per la prossima stagione?

Lui non è il classico giocatore giovane e inesperto, ha fatto la sua gavetta a livello giovanile. E’ bravo e chi lo ha visto nel quotidiano parla di una persona molto preparata. Certo, la piazza laziale non è per niente semplice e l’annata è stata davvero difficile. Ripartire con lui è  rischioso. Tuttavia, conosciamo il presidente e sappiamo che ama le scommesse, quindi potrebbe continuare con questo allenatore molto giovane. Qualora fosse riconfermato, deve essere messo in condizione di lavorare con una squadra diversa da quella di quest’anno”.

Biglia e Candreva potrebbero lasciare la Lazio. Quanto peserebbe la loro assenza e con chi li ‘rimpiazzeresti’?

“Ho una grande ammirazione per Candreva, le sue qualità tecniche e tattiche sono indiscutibili. Quest’anno, però, non è molto stabile e continuo, probabilmente ha bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione. Biglia è il classico giocatore difficilissimo da sostituire, ha una grandissima personalità. Nonostante le critiche nei confronti del presidente e del ds, io lascerei fiducia alla società sperando che arrivino  quei 3 o 4 giocatori che donino entusiasmo alla piazza”.

La Fiorentina, dopo un brillante avvio di stagione, ha fatto un girone di ritorno deludente. Cosa è successo?

“È una squadra che gioca un grande calcio da anni, prima con Montella e ora con Sousa: un allenatore innovativo, coraggioso e spregiudicato che ha dato un bel gioco alla squadra. Sono partiti molto forti con la preparazione per dare un’ottima impronta al girone d’andata sperando poi di essere aiutati dal mercato nel girone di ritorno. Qui c’è stato l’errore della società che non ha dato al tecnico ciò di cui aveva bisogno. Ha fatto comunque un grande campionato. Zarate è stato l’unico acquisto positivo di gennaio, ha fatto tre gol decisivi , la sua pazzia calcistica ha portato dei risultati. A me personalmente non è dispiaciuto”.

 Domenica sarà l’ultima partita di Klose con la maglia biancoceleste. Un commento sul campione del tedesco.

“Per me è un giocatore fantastico, tosto, leale, mai una polemica, solo tanti fatti. Si sacrifica sempre per la squadra, è difficile trovare un attaccante come lui.  E’ giusto che pensi ad un’altra situazione perché purtroppo l’età avanza anche per lui. Rimarrà nel cuore dei tifosi, e  non sarà solo per quel gol al 94′ nel derby. Gli addii sono momenti tristi, però è anche il bello del calcio, uno stadio pieno che ti attribuisce una festa del genere. Quando si smette è sempre difficile, ma vedere tutto questo affetto è impagabile”.

Da giocatore, quale Lazio-Fiorentina ricordi con maggior piacere? 

“Nella mia carriera ho fatto due gol alla Lazio. Era una squadra diversa da adesso, c’erano molti campioni come Signori, Winter, Fuser e Boksic, solo per citarne alcuni. Affrontare i biancocelesti era davvero complicato, soprattutto  all’Olimpico. Io ho avuto sempre un certo feeling con la Lazio, vi sono stato spesso molto vicino, poi per decisione della società non si è mai fatto nulla di concreto. Sinceramente, non mi sarebbe dispiaciuto affatto”.

  


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ESCLUSIVA | Manfredonia: “Sarri sta facendo un ottimo lavoro con una rosa non di primissimo piano. Derby? Giocarlo un grande sogno per un ragazzo di Roma”

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Una partita che non ha bisogno di presentazioni, una gara che “ferma” l’intera città di Roma. Questo è Lazio-Roma, il Derby della Capitale. Alle 18:00 è in programma, allo Stadio Olimpico di Roma, il fischio d’inizio, tra due squadre reduci da differenti stati d’animo dopo i risultati dello scorso giovedì in Europa. In vista della stracittadina, valida per la 27° giornata di Serie A ed importante in chiave corsa ad un posto in Champions League, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, un doppio ex che ha vestito entrambe le maglie nella sua carriera: Lionello Manfredonia. Cresciuto nelle giovanili biancocelesti, trascorre ben otto stagioni con la maglia della Prima Squadra. Prima di approdare poi in giallorosso per tre anni, Manfredonia indossa per due stagioni la maglia della Juventus, conquistando anche lo Scudetto nella stagione ‘85/’86.

 

La Lazio alterna grandi vittorie e prestazioni, come quella di Napoli, o contro Milan ed Atalanta, a partite sottotono dove lascia per strada punti preziosi. Qual è il suo pensiero sul lavoro svolto da Sarri fin qui?

“Sarri sicuramente sta facendo un ottimo lavoro pur avendo una rosa non di primissimo piano. Romagnoli sembra un giocatore pienamente recuperato dopo le opache stagioni al Milan, Patric un giocatore che sta migliorando di partita in partita”.

Anche la Roma, nei risultati, ha degli alti e bassi. In termini di gioco invece, quali differenze ci sono tra la squadra di Mourinho e quella di Sarri? Chi tra questi due grandi allenatori vede avanti nel proprio percorso?

“Anche la Roma ha una rosa ristretta, ma quando ci sono tutti può fare grandi partite, come contro il Salisburgo in Europa o la Juventus in campionato”.

Da doppio ex di Lazio e Roma, com’è vivere l’attesa, la settimana del Derby della Capitale da calciatore? Che sensazioni, emozioni ha provato?

“Per un calciatore che nasce nel vivaio di Lazio o Roma l’impatto emotivo alla stracittadina è diverso da chi viene da fuori. Se le cose vanno male, il tifoso lascia perdere gli “stranieri” e critica i giocatori locali. Per me è stato più semplice disputare il derby di Torino, molto meno coinvolgente. Ma comunque rimane un grande sogno per un ragazzo di Roma poterlo disputare”.

Tra Lazio e Roma ci sono solo due punti di differenza e, insieme ad Inter, Milan ed Atalanta, sono in piena lotta per un posto nella prossima Champions League. Tre posti per cinque squadre, quante possibilità hanno i biancocelesti di qualificarsi? Che lotta vede per queste 12 giornate che rimangono?

“È un campionato strano, svoltosi in due fasi, prima e dopo il Mondiale. Anche le piccole squadre tolgono punti alle grandi, solo il Napoli è al di sopra di tutti. Parecchi infortuni poi hanno condizionato le squadre, vedi Immobile nella Lazio o Dybala nella Roma. Entrambe possono rientrare nelle prime quattro”.

 


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