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Rocchi: “Domenica tiferò Lazio, Immobile mi somiglia”
Gol (tanti) e molto altro. Grandi vittorie, attaccamento alla maglia, amore per squadra e città. Tommaso Rocchi è rimasto legato ai biancocelesti, 105 reti con i capitolini. Ora ha intrapreso la carriera di allenatore: in questo momento è il tecnico dei Giovanissimi Provinciali Fascia B nel settore giovanile della Lazio. Tommaso Rocchi ha voluto raccontare questa sua nuova esperienza e no solo ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3.
Sulla nuova vita da allenatore:
“Diciamo che è molto stimolante, sono molto felice. Ci si trova in un’altra veste: un conto è il calcio giocato, un conto è insegnare. Penso di poter dare molto ed imparare molto, allenare ragazzi che hanno dodici anni mi mette a confronto con una realtà diversa”.
Sull’accoglienza dei suoi ragazzi:
“Soprattutto all’inizio, dopo un’amichevole, notavano che facevano cori per me. Rimasi sorpreso. Cosa mi chiedono? Mi domandano situazioni riguardo il campo. Successivamente siamo andati a fare un torneo e si è creato un rapporto di vita quotidiano che andava oltre l’allenamento settimanale. Mi hanno domandato tante cose: dal difensore più forte a quello più bravo con cui ho giocato. Il gioco del calcio è uno dei più belli del mondo, credo che ogni ragazzino abbia desiderio di giocare a pallone. Ma per intraprendere una carriera da calciatore subentrano altri fattori. Un ragazzo quando viene al campo si libera e sfoga tutte le emozioni. Deve essere un divertimento, un allenatore deve essere bravo ad insegnare come ci si deve rapportare con gli altri e stare in un gruppo, oltre l’aspetto tecnico. Magari con qualcuno devi parlare in un modo e con altri in un altro”.
Su Lazio-Empoli:
“Ho avuto un’esperienza importante ad Empoli, è stata la prima squadra che mi ha messo in un palcoscenico importante. Ho vinto il campionato di Serie B e ricordo la tripletta alla Juve in Serie A. L’Empoli valorizza i giovani, ed io ho giocato a testa sgombra senza pressioni lì. Poi è arrivata la Lazio, la tappa più importante della mia carriera. Ci sarà questa sfida, dove tiferò Lazio (ride, ndr). Mi auguro che la squadra riesca a vincere e a dare continuità di rendimento. Questo campionato è equilibrato, basta fare due vittorie per trovarti fra le prime come basta perderne due per farti superare. Siamo all’inizio”.
Su Immobile:
“Penso che abbia delle caratteristiche simili alle mie: si muove molto e cerca la profondità. Ha fiuto del gol e cerca la porta. Ha una struttura dinamica: non è una di quelle punte alte e statiche. Mi somiglia, spero riesca ad entrare nei meccanismi di gioco per sfruttare le sue potenzialità. Risulta comunque un ottimo acquisto”.
Su Felipe Anderson e Keita:
“Strutturalmente a livello di reparto offensivo la Lazio è forte. Giocare con Anderson, Keita ed Immobile non è da tutti, ce lo invidiano un attacco così le altre squadre. Si possono integrare benissimo fra loro, sia a livello d’attacco che a livello difensivo per aiutare il centrocampo. Lì davanti hai un potenziale importante e puoi fare male a tutti”.
Sull’essere allenatore:
“Devi essere chiaro e deciso quando dici le cose, un ragazzo non può stare attento per tanti minuti di fila. Non è facile fargli comprendere un concetto, bisogna lasciarli fare le cose e stimolarlo. Dargli degli input. Però vanno stimolati e bisogna fargli trovare la soluzione da soli. Se si è troppo duri un ragazzo si può buttare giù”.
Sulla partita contro il Milan:
“La partita di Milano l’ho vista poco, non posso dare giudizi tecnici. Sicuramente c’è stato un errore di valutazione da parte della difesa sul gol di Bacca. Ma penso che Inzaghi ha tutte le chance di rivedere gli errori e migliorare. La sconfitta crea dispiacere, perché si veniva dalla vittoria contro il Pescara. Peccato, ma si sta comunque a S.Siro. Ora si può giocare la partita con l’Empoli e se si vince hai totalizzato 6 punti in tre partite questa settimana. L’importante è correggersi e osservare gli errori fatti con il Milan”.
Sul figlio:
“Mio figlio ha iniziato a giocare alla scuola calcio e mi ha domandato se lo allenavo io. Ho dovuto rispondere di no (ride, ndr), ora ha sempre voglia di andare a giocare e mi chiede perché non può allenarsi tutti i giorni”.
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