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La Lazio fa festa con Keita e Lulic, ma i dubbi restano
C’è Keita, ci sono i tre punti, ci sono le giocate individuali ma la Lazio proprio non c’è. Contro l’Empoli da salvare c’è soltanto il risultato. Un 2-0 che non racconta fino in fondo quanto accaduto all’Olimpico. I biancocelesti non hanno né un gioco né una precisa identità. E così ci pensano i singoli a regale i tre punti. È il ragazzaccio Keita a far esultare i pochissimi presenti all’Olimpico con un sinistro che fulmina Skorupski. Già, proprio il monello biancoceleste. Ancora una volta è lui ad accendere la luce, seppur fioca. Per carità pecca di egoismo, fa imprecare Immobile ed Inzaghi in più di una occasione: ma è l’unico vero giocatore pericoloso. La rete del 2-0 finale di Lulic serve solo a far tirare un sospiro di sollievo, dopo aver vissuto più di un’ora con il fiato sospeso. Le maglie fluorescenti dell’Empoli sottolineano come un evidenziatore i limiti tattici di una squadra che non ha una sua amalgama. Inutile nascondersi dietro un dito e fare dichiarazioni di giubilo dopo una prestazione in bianco e nero condita da una serie di errori macroscopici.
DECISIONI SCELLERATE
Pronti via e la Lazio perde Biglia. L’argentino voleva giocare a tutti i costi anche per ricevere una chiamata della Nazionale. Inzaghi non riesce a rinunciarci perché il centrocampo biancoceleste non ha quadratura. Alla fine Lucas riceve l’ok dello staff medico anche se non è assolutamente in grado di giocare. Lo testimoniano quei sette minuti in cui rimane in campo. Poi le lacrime e le stampelle. Un film visto e rivisto. Un danno doppio visto che l’argentino adesso starà fuori dal campo per molto tempo. Applausi generali. Così come non si capisce l’impianto di gioco scelto. Questo 3-4-1-2 ha il pregio di far giocare tutti ma non nel migliore dei modi. L’esempio più lampante è quello di Anderson costretto a fare l’attaccante e il terzino. Il brasiliano è pericoloso in fase offensiva e non certo in quella di ripiego. Prende l’ammonizione proprio perché si fa saltare al limite dell’area e poi quando deve attaccare è a corto d’ossigeno. Lui è generoso e ci mette tutto l’impegno possibile. Non è un caso che molti dei pericoli nascano dai suoi piedi così come il gol di Keita. Felipe poi non sempre rientra e costringe così Parolo a fare anche il terzino per coprire quel buco. Così facendo anche lui si spompa troppo in fretta.
SOLDATI E GENERALI
Milinkovic stavolta non convince, Immobile non viene servito mai a dovere. Fortuna che dietro la Lazio alza il muro. Strakosha salva almeno in tre occasioni, de Vrij mette pezze ovunque. Non convince tanto Wallace, troppo spesso indeciso se uscire o arretrare quando l’Empoli attacca. Nasce così il colpo di testa di Gilardino. E poi non si spiega il motivo per cui Keita, il più pericoloso, sia dovuto uscire dopo un’ora di gioco. E per far entrare Lukaku e gioca dalla parte opposta a dove la Lazio ha un buco enorme. Soldati e generali nello spogliatoio biancoceleste. Si capisce bene quando è Radu a calciare una punizione dal limite. Una vera e propria lezione di calcio quella data ieri da Martuscello ad Inzaghi. L’Empoli, terzultimo in classifica, gioca bene, è organizzato e non butta mai via un pallone. Al contrario della Lazio che invece si affida a lancioni e invenzioni del momento. Alla fine, però, contano i risultati e i biancocelesti hanno 10 punti. Ma per centrare l’Europa di strada ne devono fare tantissima.
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MOVIOLA – Cinque gialli estratti da Massimi: giusta la doppia ammonizione per Cambiaghi. Milinkovic salterà la prossima
Per il match del Castellani è stato designato l’arbitro Massimi. La sua gestione di gara non ha presentato particolari accezioni.
Nel primo tempo la prima ammonizione della gara è per l’ex Lazio Akpa-Akpro, che ha commesso un fallo su Milinkovic. Il secondo giallo è per Cambiaghi, che atterra Hysaj per un fatto tattico.
In entrambi i casi giusta l’assegnazione. Alla fine un giallo anche per Milinkovic, che salterà la prossima gara in Serie A.
Al 61esimo viene poi ammonito Vecino per un fallo su Cambiaghi. Nei minuti di recupero, a precedere il gol di Luis Alberto, un fallo di Cambiaghi che prende il secondo giallo e dunque il rosso.
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