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La Curva Nord chiama i tifosi, Maradona ricorda l’Olimpico di una volta

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La Curva Nord chiama i tifosi a raccolta allo stadio. Già domenica, nella partita contro il Bologna.

Lo ha fatto più volte da quando ha deciso di rientrare all’Olimpico per non rinunciare a seguire la propria squadra. Lo ribadisce ogni giorno, durante la trasmissione la “Voce della Nord”, lo continuerà a ripetere.

Si può essere d’accordo o meno con questa scelta, ma di sicuro non si può condannare coloro che continuano a tifare la propria maglia ed essere presenti nonostante moltissime difficoltà.

Lotito o non Lotito, la Lazio comunque é un qualcosa per cui vale la pena lottare, una squadra alla quale non si può rinunciare. Soprattutto, quando la curva contestava apertamente il presidente, i cori di protesta venivano spesso coperti dai fischi proveniente da Distinti e tribune.

E, in fondo, soltanto due anni fa (c’era sempre Lotito eh) con l’Empoli c’erano 50 Mila persone allo stadio perché con Pioli stavano arrivando risultati importanti. Quindi perché non tornare? Se lo meritano i giocatori, se lo merita Inzaghi dopo le giuste critiche e il giusto scetticismo iniziale.

A ricordare la bellezza dell’Olimpico biancoceleste pieno ci ha pensato anche Diego Armando Maradona, che ha scelto Formello per allenarsi in vista del match di domani, la “Partita della Pace” per le popolazioni colpite dal terremoto nel centro Italia.

Ogni volta che venivano a Roma per giocare contro la Lazio era un’emozione“, ha dichiarato il giocatore più forte della storia del calcio. “Ricordo l’inno quando uscivo dall’Olimpico. Vola, un’Aquila nel cielo“. Poi la frase che ha fatto per un attimo venire i brividi ai tifosi. “Io alla Lazio ho un grande amico come Bruno Giordano, continuo a sentirlo telefonicamente. Se lui viene ad allenare la Lazio, io faccio il secondo“.

Maradona a parte, i ragazzi della curva domenica ci saranno, sperando che quel settore possa tornare a popolarsi di sciarpe e di bandiere biancocelesti il prima possibile. Nonostante Lotito. lultimaribattuta.it

 


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GdS | La mamma di Provedel: “In Russia lo amano”

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Dietro un grande portiere c’è anche una grande mamma. Elena Kalinina è la mamma di Ivan Provedel, ora anche nonna di Alexander di due anni, che è arrivata in Friuli da Mosca ormai 31 anni fa, dove ha incontrato Venanzio Provedel. Il papà del portiere e ne è andato sette anni fa, purtroppo non potendo vedere la parabola del figlio diventato campione e goleador in Champions. La Gazzetta dello Sport ha contattato Elena:

“Non è fortuna, è amore, passione e soprattutto sacrificio. Lo portavamo dappertutto, ma lui si lamentava del fatto che il papà andasse poco a vederlo. Doveva mandare avanti l’azienda. Ivan si merita tutto. Ha inseguito il suo unico desiderio. E’ partito da attaccante, ma voleva giocare in porta. Fino ai 15 anni ha fatto la punta, ma guardava le cassette del suo idolo Toldo e in giardino lo imitava con la nonna. E io in casa gli facevo i piatti russi, li adora ancora oggi. A 16 anni è andato all’Udinese, poi al Chievo e al Pisa si è guadagnato il posto. Tra poco smetto di lavorare e vado a Roma ad aiutare Ivan, che è un papà meraviglioso, ma ha bisogno di me. Ieri mi hanno chiamato in tanti dalla Russia, tifano per lui, dicono che è un russo che gioca in Italia. Quando a Empoli fu operato due volte, Buffon lo chiamò. Ivan pensò a uno scherzo e ora se lo ritrova in Nazionale. Per lui è un mito assoluto.”

 


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