Per Lei Combattiamo
FOCUS – Meravigliosamente Immobile! Un avvio di stagione col botto, meglio di lui solo Signori. “Segno per la Lazio”
All’Olimpico è grande Lazio. Un caterpillar, bella ed efficace. Spettacolare con quei tre davanti, il tridente delle meraviglie. Poker al Cagliari dopo i pareggi beffa con Bologna prima e Torino poi. Ma le prestazioni non mentivano, la Lazio di Inzaghi quinta in classifica convince e mira in alto. Con i piedi per terra si, ma senza paura. Il coraggio non manca, dalle giocate in campo alle scelte del mister nel lanciare i giovani, anche ieri minuti finali per Murgia e Lombardi. Immobile-Keita-Felipe, 12 gol sui 20 totali dei biancocelesti. Tanta roba. Ma ad esaltare il popolo laziale è lui, Ciro, bomber e trascinatore di questa Lazio. In dubbio fino all’ultimo ieri sera, ma ad Immobile non si rinuncia.
MEGLIO DI LUI SOLO SIGNORI – Dubbi, come al solito. “Ha fallito all’estero” si diceva. “Si, ma in Italia…” la risposta. Vero. A Dortmund e Siviglia non ha avuto vita facile, tante però erano le difficoltà. Poca fortuna ma anche qualche errore. Poi Torino e l’Europeo. In granata la sua miglior stagione, capocannoniere con 22 gol. Prima l’annata dell’esplosione a Pescara in B. Immobile non si può discutere. La Lazio in estate ci crede, ci punta forte. Gli affida l’attacco, la responsabilità di sostituire un certo Miro Klose. Roba non da poco, anzi. 8 gol nelle prime dieci partite, con la Lazio solo un fenomeno come Signori è riuscito a fare meglio: 10 gol in 10 gare per Peppe alla prima stagione in biancoceleste. Niente paragoni, solo la realtà attuale. Un inizio di campionato da top, neanche i vari Crespo, Klose, Rocchi hanno fatto così bene in dieci partite (le prime sempre).
“MEGLIO DI TORINO” – “Magari Cirù”. La Lazio e i suoi tifosi lo sperano (ci credono), Immobile ne è convinto. A Torino nel 2013-2014 partì lentamente, faticando. Quest’anno il piede è forte sull’acceleratore, il miglior inizio di stagione in carriera. Ma il numero 17 non si smuove: “Sto facendo meglio rispetto a quando sono diventato capocannoniere con il Torino? Ogni campionato è una storia a sé, all’epoca ho iniziato a fare gol un po’ più tardi rispetto a quest’anno. Ora voglio solo andare avanti e continuare a fare bene per questo gruppo e per il pubblico”. Parole da leader, da bomber, da uomo squadra come dichiarato in più occasioni dai suoi compagni. Con la doppietta al Cagliari sono quattro le partite di fila con gol, non accadeva proprio dal 2014 (dalla 32^ alla 36^). Dietro solo al romanista Dzeko (10 reti) nella classifica marcatori, ma Ciro risponde così: “Un duello personale con Dzeko per la classifica marcatori? No, penso a fare gol per la Lazio”. Al centro dell’attacco e della Lazio.
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TMW | Lazio, Luis Alberto è il vero regista. Dopo il derby, la ‘vendetta’. E nel futuro…
Le azioni passano tutte dai suoi piedi. Palla al dieci, grazie. Luis Alberto è diventato il vero regista della Lazio di Sarri, che dal rientro dopo il Mondiale non è più riuscito a farne a meno. Assente solo a Lecce, alla prima del 2023, per un infortunio al ginocchio, poi in campionato non ha saltato una partita. Da riserva di lusso a insostituibile. La sua crescita l’abbiamo raccontata già, ma ciò che stupisce – ed è apparso emblematico nel derby – è come abbia cambiato stile di gioco in fase di possesso. Più di Cataldi, è lui che inizia l’azione e dà i tempi di gioco. Contro la Roma, in dieci per l’espulsione di Ibanez e schiacciata per un’ora nella propria area, Luis Alberto gestiva il possesso, decidendo quando accelerare e tentando, in un paio di occasioni, di calciare da fuori. Geniale in campo e sorprendente fuori. Nessuno infatti, una volta davanti le telecamere, si aspettava che Luis Alberto rispondesse alle provocazioni della vigilia. Invece ha scartato anche la diplomazia: “Quando parli tanto prima e poi perdi, devi stare zitto. Hanno provocato come sempre”. Cosa succederà in futuro? Ha un contratto fino al 2025 e Sarri, in questa versione, non vuole privarsene. Ma la sua volontà di tornare in Spagna è nota, non l’ha mai nascosta: se chiamerà il Siviglia – o qualche altro club a lui congeniale – magari deciderà di rientrare a casa, altrimenti rimarrà a Formello. TuttoMercatoWeb/Riccardo Caponetti
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