Dopo la bella vittoria contro il Genoa, la banda di Simone Inzaghi non vuole smettere di sognare e stupire. Domenica nel lunch match in Sicilia contro il Palermo, Felipe Anderson e compagni cercheranno il nono risultato utile consecutivo, contro una squadra in difficoltà, penultima in classifica e con mister De Zerbi sempre più a rischio con Zamparini. In esclusiva la redazione di LazioPress.it ha contattato l’ex dirigente rosanero Pietro Lo Monaco, per parlare della gara e dell’inizio di stagione dei biancocelesti.
Domenica si affronteranno due squadre dall’umore differente. Che partita ti aspetti?
“Diciamo che oltre all’umore si affrontano due squadre dai valori differenti. Penso che con un pò di attenzione e determinazione, i biancocelesti possono portare a casa i tre punti. Il Palermo vive un momento difficile, dettato dai risultati che non stanno arrivando, ma anche da una certa inadeguatezza del proprio organico. Ripeto, ci sono tutte le condizioni da parte dei capitolini per fare il colpaccio”.
La Lazio sta giocando bene, anche sulle ali dell’entusiasmo. Essendo una delle squadre più giovani della Serie A, può risentire di un eccesso di fiducia in questa partita?
“Il clima generale giù a Palermo non dovrebbe creare molti problemi ai giocatori della Lazio. C’è un clima di disappunto, di rassegnazione, non mi aspetto uno stadio caldo. I biancocelesti devono giocare come hanno dimostrato di saper fare”.
Entrambe le squadre sono allenate da due allenatori giovani. Come giudichi il loro lavoro?
“Inzaghi è una bella scoperta, perchè dopo il caso Bielsa si è fatto trovare pronto e sta facendo un lavoro incredibile. Tatticamente è preparatissimo, si vede che passa molte ore sul campo di allenamento per curare ogni minimo dettaglio. De Zerbi è un allenatore in via di formazione, vuole un gioco in chiave molto offensiva. Se supportato può fare sicuramente delle grandi cose in futuro”.
Inzaghi chi ti ricorda come allenatore?
“Mi porta alla mente il primo Prandelli, quello della Fiorentina. La Lazio gioca un calcio divertente, ma non rischia quasi mai di prendere gol. Questo vuol dire avere anche un grande equilibrio”.
In estate sono arrivati a Roma giocatori come Wallace, Bastos e Immobile. Come giudichi il lavoro di Tare?
“Lavorare al fianco di un presidente vulcanico come Lotito non è facile. La Lazio potrebbe fare qualcosa di più avendo disponibilità importanti, e lo meriterebbe anche l’ambiente. Credo che Tare stia facendo il massimo con le disponibilità finanziarie che la presidenza gli mette a disposizione”.
Quale giocatore della rosa biancoceleste reputi il vero top player?
“La Lazio ha una rosa importante: Biglia, Milinkovic, Anderson sono giocatori straordinari, ma così come altri. Credo però che Keita abbia una marcia in più. Ancora non ha fatto vedere il suo intero potenziale, è una bomba inesplosa. Ma il suo futuro nel grande calcio non è in discussione”.
Nell’ambiente laziale molte volte il tuo nome è stato accostato come un possibile e gradito rinforzo dentro la società. C’è mai stato qualcosa di vero? Ti stuzzicherebbe confrontarti con una piazza come Roma?
“C’è stato qualche contatto in passato, non nego che c’è sempre stato un feeling con questa piazza. A mio avviso è una società che potrebbe competere con le prime della classe in Italia, ma anche in ambito europeo. La tifoseria è una delle più importanti in Europa, sostiene la squadra con il giusto calore ogni giorno. Certamente è un ambiente che apprezzo tantissimo”.
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