Passano gli anni, cambiano gli allenatori ma Radu è sempre lì. Guida la difesa, sprona la squadra. È lui il capitano senza fascia. 9 stagioni a tinte biancocelesti. Con il Genoa ha timbrato la duecentesima presenza in Serie A con la maglia della squadra per cui ormai tifa: “Orgoglioso di aver raggiunto le duecento presenze in campionato con la maglia biancoceleste, sono molto contento. Sono quasi nove anni che sono alla Lazio e in tutte le partite ho sudato e messo tutto il cuore per questa squadra”. In campo lotta e non molla mai. Dal debutto con la Fiorentina al primo trofeo vinto in Italia contro la Sampdoria fino al quel 26 maggio. 352 battaglie vissute con il cuore. Difensore arcigno dal calcio pulito, eccezionale nel gioco aereo. Delio Rossi ci aveva visto lungo. Perfino il Bayer Monaco aveva mostrato interesse per il romeno. Ha compiuto un escalation globale: dal punto di vista tattico a quello mentale, il suo vero e proprio tallone d’Achille. La duttilità poi… Forse la caratteristica più apprezzata dagli allenatori. Il ragazzo ne ha eccome! Nasce difensore centrale, cresce come terzino. Ha appreso tutto i meccanismi: può giocare in una difesa a 3, come può farlo in una a 4. Inzaghi non può farne a meno. I numeri non mentono: su dieci partite disputate, solo una volta non ha completato tutti e novanta i minuti. In gol già contro il Pescara – perentorio stacco aereo – il difensore ha regalato, in questo primo scorcio di stagione, prestazioni di alto livello. La gara contro il Napoli al San Paolo ne è la prova più lampante. Schierato in coppia con Wallace in un’inedita difesa a 2 ha arginato con efficacia il temibilissimo tridente del partenopeo – Insigne, Mertens, Callejon – risultando decisivo in più di una situazione. Gli infortuni di de Vrij e Bastos hanno fatto si che l’ex Dinamo Bucarest alzasse l’asticella, caricandosi sulle spalle la retroguardia biancoceleste. Ha trovato la fiducia incondizionata di Inzaghi, lui lo ha ripagato ed elogiato: “Simone è cambiato molto rispetto a quando era calciatore. Devo essere sincero, prima avevo molte difficoltà a immaginarmelo in panchina a fare l’allenatore. Ora invece penso che sia un ottimo tecnico, con lui vinceremo molto e anche Iui stesso avrà successo”. Domenica contro il Palermo combatterà l’ennesima battaglia della sua carriera. Se al centro o sulla fascia poco importa, lui non mollerà comunque un centimetro.

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