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ESCLUSIVA / Oliveira: “Che bella questa Lazio, Inzaghi è un vincente. Immobile? Grande attaccante”

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“Che importa se, per passarla ti ci vole un’ora… Che fretta c’era, facci un gol Lulù Oliveira, che fretta c’era, scarta tutti e facci un gol!”, un coro che a Firenze nessuno dimentica, composto sulle note di “Maledetta primavera”. Luis Airton Oliveira Barroso, più semplicemente Lulù Oliveira. Tre anni con la maglia viola (dal 1996 al 1999) e tante magie. Una in particolare, in una partita mai come le altre a Firenze: “La vittoria per 3-0 contro la Juventus è uno dei ricordi più belli della mia carriera. Feci il secondo gol, un’emozione indescrivibile! Con la Juve erano sempre sfide speciali, erano dei derby per noi e per il popolo fiorentino”. Un’esperienza difficile da dimenticare, come racconta l’ex viola in esclusiva a LazioPress.it: “Tre anni bellissimi, a Firenze ho giocato con grandi campioni e sono cresciuto molto. Una bella città, ideale per vivere e per fare calcio”. Tanti campioni: da Batistuta a Rui Costa, da Edmundo a Toldo. Ma con la maglia del Bologna...”Posso dire di aver giocato con Signori!”. Un fiume in piena Lulù: “Un campione in campo e fuori, un grande uomo. Dovunque è andato è diventato un idolo dei tifosi, come alla Lazio. Con il sinistro faceva quello che voleva”.

Domenica sera la sua Fiorentina farà visita alla Lazio. Una partita che promette spettacolo: La Fiorentina è una buona squadra ma le manca continuità. L’ho vista a Cagliari, ha qualità in tutti i reparti. Esprime un ottimo come vuole sempre Sousa, ma spesso ha dei passi falsi”. Poi sui biancocelesti: “Sono una vera sorpresa. La Lazio è una vera meraviglia, per come gioca e per i risultati che sta ottenendo. Inzaghi? E’ giovane e competente, ma soprattutto ha fame. E’ l’aspetto che più conta nel calcio. La voglia di arrivare sempre più in alto, e la fame di vincere. Poi ha a disposizione un’ottima squadra. completa e con un tridente di assoluto valore”. Oliveira non vede una favorita ma detta la strada: “Vincerà chi metterà in campo grinta e voglia di conquistare a tutti i costi i tre punti. Sarà una bella partita, piacevole da vedere per il gioco che praticano entrambe le squadre”. Anche se il suo cuore prende il sopravvento: “Tiferò ovviamente per la Fiorentina, spero riesca a battere la Lazio”. All’Olimpico si affronteranno due ottimi attaccanti: Immobile e Kalinic. “Il centravanti biancoceleste è una forza della natura: potente, veloce e lavora molto per la squadra. Non da mai punti di riferimento. All’estero non ha fatto bene – conclude Oliveira – ma con la Lazio è tornato ai suoi livelli. Kalinic invece è più tecnico, ha classe ed è decisivo anche come uomo assist. La doppietta con il Sassuolo è da applausi. La difesa della Lazio dovrà stare molto attenta a lui ma anche a giocatori come Ilicic e Bernardeschi”.

 


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ESCLUSIVA | 26maggio, Crecco: “Giornata unica, io mi ero affidato a Radu”. E su Sarri…

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26 maggio 2013, una data indimenticabile. Sono passati 10 anni dal giorno in cui la Capitale ha visto le due compagini della Città contendersi il trofeo più importante della storia calcistica capitolina: la Lazio ha battuto la Roma 1-0 nella finale di Coppa Italia con un gol di Lulic al 71esimo. Parole che a distanza di tempo risuonano come un mantra: tutti ricordano dov’erano il giorno del derby, come hanno vissuto l’attesa e come sono stati i festeggiamenti. Tutti ricordano la tensione e la gioia smisurata. E a raccontare i dettagli di quella giornata memorabile è stato uno dei protagonisti di quella rosa: Luca Crecco, all’epoca giovanissimo, ha alzato al cielo la Coppa da calciatore e da tifoso, un binomio che ha reso quei momenti ancora più emozionanti.

Stamattina aprendo i social si può notare che impazza un trend…

E’ tutto biancoceleste. In verità è da un po’ di giorni che è così, da quando la Società ha iniziato a ricordare attraverso i video la marcia di avvicinamento a quella finale. Bellissimi i social colorati in questo modo“.

E il risveglio del 26 maggio di 10 anni fa com’è stato?

E’ stata una giornata che non dimenticherò mai. Viverla in quel modo, da laziale, non ha prezzo. Ricordo ogni minimo istante, soprattutto il triplice fischio quando siamo corsi tutti in campo. Il giorno dopo, appena sveglio, ancora non avevo realizzato cosa fosse accaduto. Avevamo passato una serata fantastica, con i festeggiamenti in pullman fino a tardi. Giornata unica“.

Eri il più giovane della rosa del 26 maggio, chi è stato il calciatore che ti ha fatto da guida in quei giorni?

Ero un ragazzino, avevo 17 anni, ero al mio primo anno in pianta stabile in prima squadra. Ricordo che c’era una tensione incredibile e ogni calciatore stava un po’ sulle sue, era una partita troppo sentita. Avevo legato, oltre che con Strakosha che era salito con me dalla Primavera, con Radu, che mi ha sempre aiutato in tutto e mi ha fatto crescere anche come uomo. Mi ero affidato molto a lui, ma anche lui sentiva tanto la partita“.

La partita l’avete cominciata a sentire già dalla semifinale vinta con la Juventus?

Il pensiero del derby è arrivato dopo. Archiviata la gara con la Juve abbiamo solo pensato ai festeggiamenti, perché avevamo ottenuto la finale superando una squadra fortissima. E come l’abbiamo superata poi, all’ultimo minuto. Ritrovarsi in finale la Roma è stato un bel colpo, ma tutto bene quel che finisce bene“.

Passando all’attualità, la Lazio di oggi era preventivabile vederla in questa posizione di classifica?

Ci speravo. La squadra è collaudata ormai da anni, alcuni calciatori giocano insieme da tempo e si conoscono bene. Quest’anno si è vista davvero una Lazio importante, la mano di Sarri è statafondamentale“.

Ci vedremo presto a Roma?

Al momento sono a Roma e domenica sarò all’Olimpico, a Formello un domani chissà… è difficile, ma la speranza è l’ultima a morire“.

 


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