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14 marzo 2013. Ottavi di Finale di Europa League, contro lo Stoccarda. Kozak “imita” un giovanissimo Massimo Troisi, nel film: “Ricomincio da Tre“, siglando una tripletta. Nella ripresa dalla Curva Nord si alza un coro: “E Ruben Ruben Ruben Ruben Sosa, e Ama Ama Ama Amarildo. E Pedro Pedro Pedro Pedro Troglio… Alè alè’ alè, alè alè la Lazio!”. Più di un semplice motivetto, una vera e propria hit, che non passa mai di moda. Anche nella partita d’andata sempre contro i tedeschi, i tifosi biancocelesti hanno intonato nella piazza di Stoccarda, punto di ritrovo prima di entrare al Mercedes- Benz Arena, lo stesso canto. In esclusiva la redazione di LazioPress.it ha contattato l’ex centrocampista biancoceleste Pedro Troglio, per parlare con lui dei ricordi legati alla sua avventura nella Capitale, dell’andamento attuale della squadra e dei suoi progetti futuri.
Tre anni passati nella Lazio. Che ricordi ti porti ancora dentro?
“Ho passato degli anni bellissimi. Ho conosciuto tante persone fantastiche che hanno segnato la mia vita, non solo come calciatore, ma soprattutto come uomo. Amo i tifosi della Lazio. Ho giocato in tante società, con tifosi caldi, ma il laziale non ha rivali. Ancora adesso nel ricordare alcuni episodi mi commuovo. Sono stato fortunato a poter indossare una maglia, così ricca di storia, passione e amore”.
I tifosi ancora oggi cantano il famoso coro che ti vede protagonista insieme a Ruben Sosa e Amarildo. Provi ancora emozione nel sentirlo?
“E’ molto bello, vuol dire che abbiamo lasciato un bel ricordo alla gente. Un coro che metteva allegria, quasi come una ballata (ride, ndr). Mi è capitato di sentirlo contro lo Stoccarda in Europa League, e molte altre volte durante qualche partita di campionato. Approfitto dell’occasione per ringraziare il popolo biancoceleste. Siete sempre nel mio cuore!”
Segui ancora i biancocelesti, che pensi di Biglia? Gli consiglieresti di restare a Roma?
“La Lazio sta facendo un grandissimo campionato. Quando posso vedo con piacere le partite. Giocano un buon calcio, hanno la fortuna di avere buoni giocatori come Anderson, Immobile e de Vrij. Per Biglia il curriculum parla da solo, è un perno dell’Argentina. Sicuramente gli consiglierei di restare a vita a Roma”.
La Lazio può arrivare in Champions League?
“Credo di sì, tolta la Juventus non vedo altre squadre così superiori ai biancocelesti. Molte volte il calcio è fatto di strane alchimie. Faccio il tifo per loro. Spero di vederli in Champions League nella prossima stagione”.
Inzaghi sta facendo bene, come giudichi il suo lavoro in una piazza dove le pressioni e le polemiche sono all’ordine del giorno?
“Non lo conosco di persona, ma da quello che vedo posso dire senza problemi che è un grande allenatore: giovane, con idee innovative. Sta facendo molto bene in una piazza non facile, dove due sconfitte consecutive rappresentano un dramma”.
C’è un ricordo al quale sei più legato della tua avventura a Roma, magari una vittoria, oppure un gol segnato?
“Ci sono tanti ricordi. Non potrò mai scordare il mio addio, contro la Fiorentina, con il famoso striscione: “La Lazio non ti scorderà mai grazie Pedro“. Oppure la vittoria contro il Napoli di Maradona al Flaminio per 3 a 0”.
Sogni di allenare un domani qui a Roma?
“Adesso c’è Inzaghi, gli auguro di vincere tantissimo con il club. E’ un mio sogno quello di allenare la Lazio, magari quando non sarò troppo vecchio (ride, ndr)“.
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