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ESCLUSIVA – Frezzolini: “Lazio che sorpresa vederti lì in alto. Che ricordi con Nesta e Di Vaio”

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Attualmente preparatore dei portieri dell’Atalanta Primavera, Giorgio Frezzolini è stato un estremo difensore che negli anni 90′ e 2000′ ha girato molto per l’Italia, chiudendo la carriera all’Atalanta nel 2015, avversaria domenica all’Olimpico. Nato a Roma, la sua carriera è iniziata proprio dalla Lazio, club nel quale dal 1990 al 1993 ha giocatoto nel settore giovanile, senza però essere mai riuscito ad esordire in prima squadra. La redazione di Laziopress.it lo ha intercettato e gli ha fatto alcune domande sul mondo biancoceleste.

Lei ha fatto tutto il percorso nel settore giovanile, quali sono i ricordi migliori di quel periodo?

Eravamo un grande gruppo, per citarne alcuni Nesta, Di Vaio, Franceschini e Flavio Roma, che poi ho avuto anche modo di rincontrare in Serie A. Con loro ho tutt’ora un bel rapporto grazie proprio a quel periodo“.

A fine girone d’andata, si aspettava una Lazio al quarto posto a quota 37 punti?

Sinceramente no, e credo sia stata una sorpresa un po per tutti, ad inizio stagione non me l’aspettavo di trovarla lì in alto insieme alle grandi. Poi dopo osservandola, ho avuto modo di apprezzare le qualità del gruppo“.

Secondo lei i biancocelesti hano fatto bene a puntare su Marchetti e cedere Berisha?

Si assolutamente, se avevano le idee chiare hanno fatto bene, senza creare dualismi inutili, dando modo anche a Berisha di mettersi in mostra. Federico in questo momento penso sia più affidabile, Berisha è ancora giovane, ha ancora tanto tempo per migliorare e arrivare a quei livelli“.

Le due squadre hanno fatto esordire tanti ragazzi cresciuti nel loro vivaio. Secondo lei bisognerebbe investire di più nei settori giovanili italiani invece di andare a spendere cifre astronomiche per giocatori stranieri?

Se i giovani sono bravi giocano, lo vediamo noi qui all’Atalanta, prima o poi il valore viene fuori ed è giusto che gli sia data l’opportunità. Prima però devono essere bravi i tecnici a fare un bel lavoro con i ragazzi già dal settore giovanile, il vero punto di partenza è quello“.

 


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ESCLUSIVA | 26maggio, Crecco: “Giornata unica, io mi ero affidato a Radu”. E su Sarri…

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26 maggio 2013, una data indimenticabile. Sono passati 10 anni dal giorno in cui la Capitale ha visto le due compagini della Città contendersi il trofeo più importante della storia calcistica capitolina: la Lazio ha battuto la Roma 1-0 nella finale di Coppa Italia con un gol di Lulic al 71esimo. Parole che a distanza di tempo risuonano come un mantra: tutti ricordano dov’erano il giorno del derby, come hanno vissuto l’attesa e come sono stati i festeggiamenti. Tutti ricordano la tensione e la gioia smisurata. E a raccontare i dettagli di quella giornata memorabile è stato uno dei protagonisti di quella rosa: Luca Crecco, all’epoca giovanissimo, ha alzato al cielo la Coppa da calciatore e da tifoso, un binomio che ha reso quei momenti ancora più emozionanti.

Stamattina aprendo i social si può notare che impazza un trend…

E’ tutto biancoceleste. In verità è da un po’ di giorni che è così, da quando la Società ha iniziato a ricordare attraverso i video la marcia di avvicinamento a quella finale. Bellissimi i social colorati in questo modo“.

E il risveglio del 26 maggio di 10 anni fa com’è stato?

E’ stata una giornata che non dimenticherò mai. Viverla in quel modo, da laziale, non ha prezzo. Ricordo ogni minimo istante, soprattutto il triplice fischio quando siamo corsi tutti in campo. Il giorno dopo, appena sveglio, ancora non avevo realizzato cosa fosse accaduto. Avevamo passato una serata fantastica, con i festeggiamenti in pullman fino a tardi. Giornata unica“.

Eri il più giovane della rosa del 26 maggio, chi è stato il calciatore che ti ha fatto da guida in quei giorni?

Ero un ragazzino, avevo 17 anni, ero al mio primo anno in pianta stabile in prima squadra. Ricordo che c’era una tensione incredibile e ogni calciatore stava un po’ sulle sue, era una partita troppo sentita. Avevo legato, oltre che con Strakosha che era salito con me dalla Primavera, con Radu, che mi ha sempre aiutato in tutto e mi ha fatto crescere anche come uomo. Mi ero affidato molto a lui, ma anche lui sentiva tanto la partita“.

La partita l’avete cominciata a sentire già dalla semifinale vinta con la Juventus?

Il pensiero del derby è arrivato dopo. Archiviata la gara con la Juve abbiamo solo pensato ai festeggiamenti, perché avevamo ottenuto la finale superando una squadra fortissima. E come l’abbiamo superata poi, all’ultimo minuto. Ritrovarsi in finale la Roma è stato un bel colpo, ma tutto bene quel che finisce bene“.

Passando all’attualità, la Lazio di oggi era preventivabile vederla in questa posizione di classifica?

Ci speravo. La squadra è collaudata ormai da anni, alcuni calciatori giocano insieme da tempo e si conoscono bene. Quest’anno si è vista davvero una Lazio importante, la mano di Sarri è statafondamentale“.

Ci vedremo presto a Roma?

Al momento sono a Roma e domenica sarò all’Olimpico, a Formello un domani chissà… è difficile, ma la speranza è l’ultima a morire“.

 


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