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ESCLUSIVA | Dino Fava: “Complimenti a Inzaghi! Klose un mito. Pinzi? Lazialissimo”

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Attraversando l’Italia ha giocato a calcio militando in diverse categorie: inizia a tirare i primi calci al sud, nelle giovanili del Napoli, per poi approdare al nord, esordendo in Serie A con l’Udinese nella stagione 2003/2004. Attaccante esperto, con un buon fiuto per il gol che al momento gioca nel campionato di Eccellenza campana, nella squadra del Portici: Dino Fava Passaro è intervenuto in esclusiva per LazioPress.it, in vista del match tra Lazio e Udinese che si terrà domenica pomeriggio allo Stadio Olimpico.

 I suoi primi gol nella massima serie sono arrivati con l’Udinese, che ricordi ha di quel periodo?

“Sono ricordi meravigliosi, è stato il coronamento di un sogno. Penso sia il massimo per chiunque giochi a calcio. Sono ricordi indelebili, che rimarranno per sempre nella mia mente”.

Invece per quanto riguarda l’attuale Udinese, crede che il posto in classifica sia giusto?

L’Udinese è una squadra che a me piace, sta facendo un campionato tranquillo, buono. Adesso credo sia il caso di dare qualcosa in più e di portare a casa qualche risultato. Altrimenti si rischia il peggio e poi uscire dalle situazioni complicate diventa difficile“.

Domenica Delneri e Inzaghi: un veterano della panchina contro un allenatore giovane…

“Un applauso a Inzaghi è d’obbligo, questa Lazio sta facendo un grande campionato. Sinceramente non mi aspettavo questi risultati ed è meritevole di nota anche il fatto dei giovani che stanno venendo fuori. Delneri sono tanti anni che milita tra la A e la B, quindi è molto esperto ed ha basi solide. Entrambi devono fare la partita domenica: uno per camminare verso l’Europa, l’altro per portare finalmente qualche punto a casa”.

Secondo lei la Lazio domenica scenderà in campo già pensando al derby di mercoledì?

“Ogni calciatore credo che la pensi come me: è necessario pensare alla partita in questione e non a quella dopo. Si deve provare a dare il massimo intanto domenica, per la classifica. Non penso che la Lazio faccia l’errore di scendere in campo poco concentrata questo fine settimana”.

Lei da attaccante come la giustifica questa Lazio che crea molto, senza poi concretizzare abbastanza?

“Crea molte palle gol, è vero, anche nelle ultime partite, l’unica pecca è che forse manca un finalizzatore concreto. A me Immobile piace,  ma io sono innamorato di Klose e uno come lui lo avrei tenuto fino a 40 anni, sono quei tipi di giocatori che fanno sempre la differenza”.

Ha avuto come collega e compagno di squadra un volto notoriamente laziale: Giampiero Pinzi. Le ha mai parlato di Lazio?

“Sì lui è un super tifoso della Lazio, la nominava tantissimo. Non potrò mai dimenticare quanto ne parlava. Appena finivamo di giocare, chiedeva sempre il risultato dei biancocelesti”.

 


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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”

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Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it. 

 

Come ti senti per stasera? Che partita sarà?

Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.

Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?

Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.

E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…

Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.

Un pronostico?

Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.

Di cosa ti occupi adesso?

Abbiamo un’agenzia di eventi  a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.

Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…

Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.

Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?

Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.

Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?

Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.

 


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