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Il Tempo | Muzzi: “Lazio, non pensare al derby e stai attenta all’Udinese”
Più di 25 anni fa entrò nello spogliatoio di Trigoria con una catenina e il ciondolo dell’aquila al collo. A quel punto Bruno Conti gli ordinò immediatamente di toglierselo, mentre gli altri senatori giallorossi lo guardarono a brutto muso per settimane. Roberto Muzzi però non ha mai nascosto il suo amore per la Lazio, se lo porta dietro da quando è bambino, lo ha anche reso pubblico in più occasioni. E’ cresciuto a pane e calcio, è diventato grande al Cagliari, s’è confermato bomber all’Udinese. Suo figlio Ramon è nella Primavera di mister Bonatti, lui invece è reduce dall’esperienza in Grecia con Stramaccioni, il futuro adesso è tutto da scrivere. La Roma biancoceleste gli è rimasta nel cuore, Muzzi è un tifoso vero, non si perde una partita e ama la filosofia di Simone Inzaghi. Domenica sbarcherà all’Olimpico l’Udinese di Del Neri, si tratta di un appuntamento importante, da non sottovalutare. L’ex centravanti romano ha analizzato il match (e non solo).
Muzzi, lei quindi nasce laziale?
«Si, vengo però da una famiglia romanista. A 8 anni mio zio mi portava sempre allo stadio, vedevo da vicino Laudrup e Giordano. Da quel momento ho scelto la mia fede».
Il ciondolo della Lazio a Trigoria e la rabbia di Bruno Conti, tutto vero?
«Verissimo, entrai nello spogliatoio con l’aquila al collo e Conti mi ordinò di togliermelo, gli altri senatori mi guardarono male per diverso tempo. Era una regola interna, funzionava così».
Come viveva i derby da tifoso?
«Male, li ho sempre sofferti molto. Ricordo grandissima tensione, ne ho giocati diversi, la stracittadina è una gara imprevedibile. Spesso vince chi ha più testa, la tattica conta poco».
Cagliari e Udinese invece due tappe fondamentali per la sua carriera
«Fondamentali e bellissime, l’esperienza in Sardegna è impossibile da dimenticare, me la porterò dentro per sempre. Mi hanno dato la possibilità di crescere come uomo e di giocare con continuità. Sicuramente tra Cagliari e Udinese, scelgo il Cagliari».
Domenica però la Lazio affronterà l’Udinese, che partita si aspetta?
«Sicuramente tosta, difficile da pronosticare. Io lascerei perdere il turnover, per il derby c’è ancora tempo, l’Udinese è una squadra troppo pericolosa. Conosco bene i giocatori, li ho visti crescere, è meglio non rischiare nulla».
Per il derby di Coppa Italia la Roma è favorita?
«Penso proprio di sì, hanno qualità e ultimamente stanno giocando molto bene. Inzaghi però legge sempre bene queste partite, poi non c’è mai nulla di scontato in un derby».
Lei era in panchina con la Roma come vice di Andreazzoli nel derby del 26 maggio 2013. Come lo ha vissuto quel giorno?
«Sicuramente per noi è stata una grande delusione, era il mio lavoro e volevo vincere».
Oggi suo figlio Ramon è l’attaccante della Lazio Primavera
«Sono molto soddisfatto del suo percorso, è migliorato tantissimo. Spero che il prossimo anno possa diventare un fuori quota per giocare con più continuità. Devo ringraziare comunque Tare che lo ha scelto e voluto fortemente».
C’è stato un contatto per allenare i giovani della Lazio?
«Parlai qualche anno fa con il generale Coletta. Purtroppo non trovammo l’accordo, avevamo idee diverse».
Il Tempo – Gianluca Cherubini
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CorSera | Lazio, da Chinaglia a Provedel: cercasi marcatore n. 100
Il primo è stato Chinaglia, l’ultimo Provedel. Giorgione rimontò l’Arsenal con una doppietta negli ultimi 5 minuti in Coppa delle Fiere, all’Olimpico finì 2-2 l’esordio della Lazio nelle (vere) coppe europee moderne. Era il 16 settembre 1970. Il portiere friulano, 15 giorni fa, ha infilato di testa al 95’ il collega Oblak per acciuffare l’1-1 con l’Atletico Madrid.
Il prossimo, magari già stasera al Celtic Park, può essere il 100° laziale diverso capace di segnare un gol europeo: ma attenzione, deve essere uno di quelli che non l’hanno mai fatto con questa maglia, quindi un nuovo acquisto (Castellanos, Guendouzi, Isaksen, Kamada, Rovella) oppure uno di quelli che non sono entrati nei tabellini di EL e Conference (Casale, Gila, Hysaj, Pellegrini, Romagnoli).
In 12 hanno già «timbrato» in biancoceleste: naturalmente Immobile, che con 22 gol europei ha anche questo record, poi Felipe Anderson che ne ha segnati 9, Pedro 4, Luis Alberto 3, Vecino 2 e con una rete a testa Basic, Cataldi, Lazzari, Marusic, Patric, l’incredibile Provedel e Zaccagni. Ciro è a +2 su Inzaghi nel totale, 22 a 20, ma lo insegue da lontano (5 a 15) se si parla solo di Champions. Felipe è 8° all time (con Claudio Lopez, Parolo e Salas) a -1 da Casiraghi, -2 da Chinaglia e Kozak, -3 dal 3° posto di Nedved e Rocchi. I gol della Lazio in Europa sono stati finora 356, i trofei conquistati 2 (Coppa Coppe e Supercoppa, nel 1999). Corriere della Sera/Massimo Perrone
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