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ESCLUSIVA | Gramellini: “I miei Lazio-Torino con Pulici e Chinaglia. Immobile il rimpianto, Anderson il giocatore più pericoloso”

enrico.delellis@libero.it'

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Immobile il più grande rimpianto, un giocatore che ho sempre stimato e sempre stimerò. Lotta sempre per la maglia e in campo è tutto il contrario del cognome che porta. Poi ha una somoglianza fisica con Valentino Mazzola, il più grande campione di tutti i tempi“. Così esordisce ai microfoni di LazioPress.it in esclusiva Massimo Gramellini: scrittore, vicedirettore ed editorialista del Corriere della Sera, noto tifoso del Torino: “Ho ricordi bellissimi delle sfide tra le due squadre. Chinaglia, Re Cecconi, Garlaschelli da una parte, Graziani e Pulici dall’altra“. Frammenti di un calcio passato, fatto di passione, amore e rispetto: “Questo sport moderno non mi piace più di tanto. Ormai a Dicembre si sa già chi vince il campionato, sta perdendo appeal. Sono un appassionato dei Play Off e Out, spero di vederli anche nel nostro campionato, credo che tra qualche tempo Sky e le televisioni presenteranno questa proposta a chi comanda il calcio italiano. Così anche società come il Torino e la Lazio possono competere per qualcosa di importante. Se andiamo a vedere le partite di questa giornata di campionato, ci accorgiamo che sono solo tre o quattro quelle importanti. La lotta per la salvezza ormai è praticamente risolta, quella per lo scudetto anche“.

La macchina dei ricordi non si affievolisce: “Mi torna alla mente un Lazio-Torino del 1972, partita storica per i nostri colori. Il giorno in cui sono nati i gemelli del gol, Graziani e Pulici, l’inizio di una delle pagine più straordinari della storia calcistica“. Anche Luciano Re Cecconi è presente nel libro della memoria di Gramellini: “Ero adolescente e avevo un debole per ‘L’angelo biondo’, oltre che per Chinaglia e Pulici. Un calciatore fantastico, prototipo del centrocampista moderno. Nella storia del Torino il suo nome verrà legato ad un autogol che fece contro di noi, il quale ci diede uno scudetto a tre giornate dalla fine in una partita disputata proprio a Roma. I biancolesti stavano vincendo 1 a 0, una partita dominata, la Juventus rischiava di avvicinarsi e al 90′ ci fu questa rete molto fortunata”. Da Re Cecconi a Siniša Mihajlović il passo è breve: “In questa stagione è molto divertente vedere giocare la squadra, anche per le avversarie (ride, ndr). Il reparto difensivo balla moltissimo, qui mi riferisco anche ai centrocampisti incapaci di fare filtro e dare manforte alla retrovia. Ventura è un mister molto tattico, un pò la differenza che c’è tra un regista che fa recitare i suoi attori con un copione precisissimo, il serbo lascia molta più libertà è un gioco rispetto al passato più diretto, fatto di fiammate. Penso che Cairo ha fatto bene a dare fiducia all’attuale mister dell’Italia per molti anni e faccia bene a completare questo progetto biennale con l’ex Milan. Alla squadra mancano due mediani, mi auguro che nella prossima sessione di mercato possano arrivare”.

Belotti è sicuramente il prezzo pregiato della Serie A, capocannoniere e molte squadre estere su di lui. Vincerà l’amore per una maglia, oppure il Dio denaro: “La paura c’è. Quelli della mia generazioni sono cresciuti con il mito dei campioni, ma soprattutto degli uomini autentici come Mario Frustalupi, Paolino Pulici e Giorgio Chinaglia. Non pensavi neanche che potessero andare via dal club. L’incredibile armata biancoceleste prima di diventare così forte, anno dopo anno aggiungeva qualche piccolo tassello senza privarsi dei vari: D’Amico, Wilson, Oddi. Adesso è impossibile poter pensare ad una cosa simile, perchè appena un giocatore disputa un’annata importante arrivano i soldi dei grandissimi club e lo portano via. E’ una cosa straziante devo dire, soprattutto per i bambini che vedi andare in giro per la città con la maglia di Belotti e fare il verso del gallo al tifoso della Juventus. Dall’altra parte c’è da capire anche lo stesso giocatore che vede quadruplicare lo stipendio e soprattutto la società che incassa un assegno di 100 milioni di euro. La mia speranza è che possa restare per un altro anno fino ai Mondiali del 2018″.

Passato e futuro, nostalgia e progresso: “Ah, memoria, nemica mortale del mio riposo” (Miguel De Cervates), anche il calcio sta cambiando: stadi, politica federale, soliti volti nelle solite poltrone. Tutto poco romantico e affascinante per chi ha una visione diversa di questo sport: “Vorrei vedere altre facce governare questo sport, non sono un fan di Tavecchio. Lotito è una persona capace, la Lazio pur non avendo i ricavi di Juventus, Inter e Roma riesce sempre ad essere protagonista, i risultati sono dalla sua parte: questo visto da fuori e lontano. So benissimo che il tifoso vorrebbe un’altra presidenza dopo tanti anni“.

Questa sera andrà in scena la partita, non solo Immobile però preoccupa: “Anderson è un giocatore fantastico, poi con noi fa sempre belle partite, mi auguro in un raffreddore (ride, ndr). Ecco, se potessi togliere uno alla squadra sceglierei lui. Mi aspetto una bella partita, la scaramanzia mi porta a dire che vincerà la Lazio. Gli uomini di Inzaghi sono più forti e se entrambe giocano al massimo delle loro potenzialità vince la squadra di casa. Ti faccio una battuta di un grande allenatore di qualche tempo fa, Nereo Rocco, che prima di una partita qualcuno gli disse: ‘Vinca il migliore’ e la sua risposta fu: ‘Speriamo di no'”.

 


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Hellas Verona-Lazio, Sarri: “Stiamo segnando poco, ma risaliremo anche in campionato. E su Vecino…”

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La Lazio è impegnata al Bengodi nel match valido per la 15esima giornata di Serie A. Il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ai microfoni di Dazn ha così presentato la sfida contro l’Hellas Verona, a pochi minuti dal fischio d’inizio della gara: “Abbiamo raccolto anche in campionato, non soltanto in Coppa; abbiamo vinto tre gare in una settimana, raggiungendo gli ottavi di Champions e i quarti di Coppa Italia. Risaliremo in classifica, queste gare ci danno indicazioni importanti. Spesso le abbiamo sbagliate in questi anni, ora vedremo se ci sarà qualche passo in avanti. Stiamo segnando poco, c’è bisogno di tutti, non soltanto di Immobile. Vecino? C’è stato il chiarimento, ecco perché è stato reintegrato; la società sta diventando molto severa sotto certi aspetti e senza chiarimenti non ci sarebbe stato oggi“.

 


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