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Diaconale risponde a Sgarbi: “Lo stadio della Lazio non sarà il Flaminio”
Il Capo della Comunicazione biancoceleste Arturo Diaconale ha parlato ai microfoni della radio ufficiale del club, sulla questione stadio, la crescita della società a livello di marketing e della splendida stagione che stanno disputando gli uomini di Inzaghi: “Flaminio? In realtà Sgarbi, che è un vecchio amico e un entusiasta sostenitore dello stadio della Lazio, ha equivocato una telefonata fatta con Lotito dopo che lui aveva fatto delle dichiarazioni onorarie. Il presidente, ovviamente, conferma la volontà di costruire lo stadio, localizzandolo su Roma Nord lungo la via Tiberina, ribadendo però che lo stadio al Flaminio è impossibile da realizzare per una serie di vincoli e per una serie di problemi di localizzazione. Tanto più, poi, visto che esiste una trattativa tra il Comune e le organizzazioni che vorrebbero fare del Flaminio uno stadio per il rugby. La questione è superata, le dichiarazioni di Sgarbi vanno intese come un sostegno per lo stadio della Lazio. Quello della Roma sarà localizzato verso Roma Sud, quello della Lazio sarà localizzato su Roma Nord come buon senso vuole. Vorrei fare un’ulteriore precisazione sui contatti tra il Comune di Roma e il presidente Lotito. In realtà c’è stato un colloquio telefonico in cui si è parlato di altre questioni più che di stadio. In particolare di Olympia perché a qualcuno, in Campidoglio, è tornato in testa l’idea che non possa volare. Il presidente ha ricordato che il Tar ha autorizzato il volo di Olympia e che è trattata meglio di un giocatore (ride, ndr). La società la cura in maniera particolarmente attenta e con passione. Per quanto riguarda l’impianto di proprietà, il presidente ha ricordato che dovrà andare di pari passo con quello della Roma. Il progetto della Lazio esiste, quando il Comune affronterà la vicenda dello stadio della Roma dovrà contemporaneamente prendere in esame quello della Lazio. I due stadi devono camminare in contemporanea. Inzaghi? E’ la rivelazione di quest’anno. L’allenatore si è rivelato il miglior allenatore giovane di questo campionato e di questa stagione. Fanno bene i suoi ex compagni a glorificarlo e a sottolineare le sue capacità, che ha messo chiaramente in mostra in questo campionato. Inzaghi sta alla Lazio da 17 anni, è cresciuto come allenatore qui. Il suo successo è anche il successo di un team, di una società: nel senso che la sua crescita è andata di pari passo con la crescita della società che lo ha supportato. Se quest’ anno siamo arrivati a questi risultati è perché alle spalle di Inzaghi c’è stata una società che gli ha permesso di mettere in mostra le sue qualità. Tutti i successi hanno sempre tanti padri, bisogna riconoscere che il successo è del collettivo. In questa stagione, nel successo della Lazio c’è la mano forte di Inzaghi, di Tare e della società. Ma anche di Peruzzi, di tutto lo staff: c’è la mano di tutti quelli che hanno contribuito a dare forza al progetto, che non è altro che lo sviluppo logico di un percorso che è iniziato da tempo. Gruppo? Sono giocatori che si sono responsabilizzati e stanno crescendo. C’è un rapporto positivo tra i calciatori e questo aiuta la squadra. Tranne nella squadra del primo Scudetto, in cui tutti litigavano fuori ma poi in campo si aiutavano l’uno l’altro, quando il gruppo è diviso è difficile ottenere risultati. Qui il gruppo è unito, i giocatori scherzano tra loro. Sono normali le piccole tensioni, ma si superano facilmente. Iniziate marketing? La Lazio si sta attrezzando per essere una società di livello europeo. Le società europee di livello compiono queste iniziative, come sta facendo la Lazio. Il marketing sta facendo un lavoro ottimo, come la promozione nelle scuole. Il futuro è anche questo: dare il testimone alle nuove generazioni che possano crescere con questa pressione”.
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